Due vite

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E siamo di nuovo al turno di notte, è quasi mezzanotte e sembrano le 8.00 di un lunedì mattina. Ci sono vari pazienti instabili, molte terapie da aggiornare. Sedute l’una di fronte all’altra lavoriamo, io impostando le nuove modalità di trattamento e tu, infermiera, prendendo appunti per essere immediatamente operativa. Quando lavoriamo insieme, di notte, so che ci sentiremo più volte, perché sei molto scrupolosa e attenta e ti confronti su tutto.

Oggi però mi sembri meno performante, sbadigli addirittura, e siamo appena all’inizio del turno! Guardo ormai a distanza la giovinezza, sono in quell’età in cui si diventa comprensivi della vita un po’ sballata dei ragazzi, eppure come tutti gli adulti mi sento in dovere di fare una piccola predica e ti dico: dormi il pomeriggio prima di venire a fare la notte, se ti stanchi troppo fai doppia fatica (ed anch’io lavoro meno bene, penso tra me).

Mi guardi con un sorriso timido, un po’ imbarazzato. Distolgo lo sguardo dal PC e mi sembra di vederti per la prima volta: hai una luce speciale in viso, sei bellissima. Colgo subito al volo, ma tu aspetti un bambino! Il sorriso si apre pieno, i tratti del tuo viso si distendono in una dolcezza che solo la maternità può spiegare. Ci abbracciamo forte e riprendiamo a lavorare.

Paola Garzi

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