Siamo ormai giunti all’apertura del Sinodo dei vescovi. ll Papa e varie altre voci, in questo tempo buio invitano a saper leggere i “segni dei tempi”, i segni degli interventi di Dio nella nostra storia travagliata. Ancor prima che si entri nel vivo del Sinodo, vorremmo cogliere qualche segno del nuovo che possiamo leggere nella grande veglia ecumenica in piazza s. Pietro di sabato scorso 30 settembre.
In quel giorno, come sappiamo, la piazza era gremita da 18.000 persone, molti giovani in rappresentanza di tutta Europa e altri 43 Paesi degli altri continenti. Non solo cattolici. L’abbiamo visto: questo popolo di Dio faceva corona a Papa Francesco insieme ai capi delle Chiese di diverse tradizioni, il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, l’arcivescovo di Canterbury, l’anglicano Iustin Welby, la dott.ssa Anne Burghardt, Segretaria Generale della Federazione Luterana mondiale, prima donna a ricoprire questa carica, insieme a rappresentanti delle comunioni evangeliche pentecostali e ai delegati fraterni che saranno presenti al Sinodo. E’ la prima volta nella storia che questo INSIEME si mostra nella casa stessa del Papa in piazza s. Pietro, quando sino a non pochi anni fa, non è stato possibile essendo, come aveva riconosciuto San Giovanni Paolo II, proprio il ministero del Papa tra gli ostacoli maggiori all’unificazione.
Altro segnale. Lo sappiamo, questa iniziativa non viene dal Papa, ma nasce già nel 2021 dalla comunità ecumenica di Taizé, ispirata da una nuova consapevolezza ad ampio respiro: solo uniti in Cristo – aveva detto frère Alois allora priore di Taizé – possiamo diventare costruttori di pace e di unità della famiglia umana ferita da tante divisioni e violenze, senza prospettive di futuro. E’ il forte invito di Papa Francesco alla veglia: “Syn-odos”: camminiamo insieme, non solo i cattolici, ma tutti i cristiani, l’intero Popolo dei battezzati, tutto il Popolo di Dio, perché solo insieme si può generare l’unità di tutti”. Tanto da sentire echeggiare nella piazza: “non c’è sinodalità senza ecumenismo, non c’è ecumenismo senza sinodalità”.
Ancora. Quei piccoli semi consegnati ai rappresentanti delle diverse Chiese: “raffigurano – aveva detto Papa Francesco – i diversi doni elargiti dallo Spirito Santo alle varie tradizioni”. E l’invito “di seminarli nella certezza che solo Dio dona la crescita, per l’azione dello Spirito Santo”, e nello scambio fraterno dei doni. Dunque le diversità non più considerate globalmente eresie, ma doni dello Spirito. Ritornano alla memoria le parole di San Giovanni Paolo II arrivato ad ipotizzare che le stesse divisioni pur essendo causate dai nostri peccati, “siano state una via che ha condotto e conduce la Chiesa a scoprire le molteplici ricchezze contenute nel Vangelo di Cristo e nella redenzione da Lui operata”. La stessa scelta di approfondire e vivere il nuovo stile della sinodalità, non è estraneo al dono della secolare esperienza delle Chiese orientali da cui il Papa, ebbe a dire, “abbiamo da imparare”.
Al centro della piazza non c’era il Papa, ma campeggiava il Crocefisso di San Damiano, lo stesso davanti a cui Francesco d’Assisi aveva avvertito quella chiamata che aveva segnato il capovolgimento della sua vita e il rinnovamento della Chiesa: “Francesco vai a riparare la mia casa”. Quella sera – sono ancora parole del Papa – “abbiamo sostato silenziosi davanti a quella stessa croce”, a quella “cattedra del Maestro”. Che oggi suscita una nuova attrattiva proprio tra i giovani, se la via Crucis aveva segnato il punto più alto della GMG a Lisbona e se non è stata assente nei workshop dei giovani che avevano preceduto la veglia sullo sfondo delle problematiche dei vari paesi di loro provenienza. Nella loro testimonianza: i workshop sono stati “momenti speciali” che “hanno toccato nel cuore, nell’anima”. L’intera giornata: “ricchissima per aver potuto andare in profondità e sentirci a casa”. La dimensione ecumenica: “una forte testimonianza di unità, sinodalità e fraternità”.
Una risposta all’interrogativo che appare sulla copertina di un libro: “Il cristianesimo è alle soglie di una nuova riforma?” (del filosofo e teologo ceco Tomas Halik).
Carla Cotignoli
Vedi anche: https://www.focolaritalia.it/events/veglia-ecumenica-di-preghiera-30-settembre-2023/