Come Simeone

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Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
perché i miei occhi han visto la tua salvezza
preparata da te davanti a tutti i popoli,
luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele.

CANTICO di SIMEONE
Lc 2,29-32

E sono di nuovo al turno di notte.

Tra i pazienti al piano terra ci sei anche tu, anziano, fragile, che tendi ad agitarsi, specie quando arriva il buio e i tuoi cari ti lasciano. Ti è già successo di cadere e per questo hai un’assistente notturna.

Passo nel corridoio e ti sento gridare. Lei si affaccia nel corridoio e mi chiama dicendomi: dottoressa venga, ma stia attenta perché è aggressivo, non si avvicini troppo! Io invece mi avvicino. Osservo il tuo respiro affannoso, i tuoi occhi febbricitanti, spaventati.

Ad un certo punto mi vedi: ti calmi, il respiro rallenta un po’; ti prendo la mano e me la porto al viso, come se tu volessi darmi una carezza. Sul tavolino i tuoi ti hanno lasciato un piccolo presepio, lo accendiamo e te lo diamo tra le mani. I colori si diffondono nella stanza, ti illuminano il viso e i tuoi occhi splendenti contemplano una Luce che si è fatta Bambino.

Al mattino non ci sei più ma questo attimo è fissato nell’Eternità.

Paola Garzi

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