In occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, dal 18 al 25 gennaio, dedicata al tema “Amerai il Signore tuo Dio e il prossimo tuo come te stesso” molte le iniziative a cui hanno partecipato i Focolari lungo tutto il Belpaese
Non solo preghiere, veglie, meditazioni hanno animato la Settimana di unità dei cristiani da poco conclusa, ma anche pizze, cacce al tesoro, il caffè alla valdostana e tante altre idee frutto della creatività al servizio dell’unità. Un breve excursus sulle iniziative diocesane, il Centro Studi per l’Ecumenismo ne ha censite 162 in tutta Italia, ci porterà in alcuni dei luoghi dove membri dei Focolari sono impegnati in prima persona.
Prima tappa: Avezzano. I due partecipati appuntamenti tenutesi il 23 e il 24 gennaio, rispettivamente nella chiesa cattolica di San Giovanni e nella chiesa metodista evangelica di Villa San Sebastiano, sono stati caratterizzati da «un incontro tra persone – commenta Anna Lucia Botticchio – che da tempo cercano di vivere la comunione, uno scambio di esperienze di vita che parte dalla propria Chiesa, ma arriva ed aiuta anche l’altra Chiesa». Prevale l’unità sulle differenze, la fratellanza sulle divisioni, la carità fattiva e concreta sull’astrattezza dei pensieri. Il frutto concreto è stata una colletta, tra i cristiani delle diverse Chiese, per aiutare una famiglia del territorio in difficoltà. «Il patrimonio comune – conclude Anna Lucia Botticchio – è più grande di quello che ci divide. E nel libro Varcare la soglia della speranza San Giovanni Paolo II scrive: “Non potrebbe essere che le divisioni siano state una via che ha condotto e conduce la Chiesa, a scoprire le molteplici ricchezze contenute nel Vangelo di Cristo?”».
Seconda tappa Bologna. Un elemento emerso quest’anno, è un’attenzione al coinvolgimento dei giovani nel cammino ecumenico. La veglia ecumenica del 19 gennaio alla Santissima Annunziata a Porta Procula è stata organizzata da ragazzi e ragazze di diverse Chiese e sabato 20 gennaio una visita alle chiese sorelle è stata organizzata per i bambini del catechismo, i gruppi delle medie e le famiglie. Un programma itinerante con più 150 partecipanti alla scoperta della bellezza artistica e di fede delle chiese cristiane non cattoliche di Bologna. «Entrare – spiega Ermes Rigon – per conoscere le diversità e i punti in comune della concezione architettonica, dell’uso dell’altare, delle icone delle altre chiese è stata una scoperta affascinante. Le risposte, poi, date alle domande dei ragazzi da parte dei responsabili delle varie Chiese hanno dato spessore ad un evento inedito: era la prima volta che accadeva. Tanti non immaginavano la profondità di quello che è emerso e un genitore ha commentato: “Questo è catechismo vivo e capiamo quanto è importante il dialogo tra cristiani, anche perché i figli frequentano le stesse scuole”. La settimana si è conclusa nella Cripta della Chiesa di Bologna con una preghiera dei cristiani per la pace con un’attenzione particolare al Medio Oriente». Una celebrazione molto partecipata in uno spirito fraterno tangibile aperta alle nuove generazioni.
La tappa di Milano si è conclusa con i cori giovanili e delle diverse chiese cristiane. «La bellezza del canto – commenta Paola Pietrogrande -, nelle sue diverse espressioni tradizionali e culturali, dai tamburi eritrei alle monodie copte, dalla polifonia russa al gregoriano, è sempre un aiuto all’unità. Lo abbiamo sperimentato».
Verona: giovedì 18 gennaio la settimana ecumenica si è aperta con un’ora di preghiera nel Tempio valdese per l’unità e la pace, intensa e partecipata, preparata e presieduta dalla Pastora valdese e il Pastore luterano. «La riflessione del Pastore – commenta Claudio Santin – sulla domanda “chi è il mio prossimo, il tuo prossimo?” ci ha portati a guardare in faccia non tanto chi ci è vicino, ma chi è lontano dal nostro cuore, chi non la pensa come me, chi sta dall’altra parte. E non è stato così anche per Gesù quando dice di lasciare le 99 pecore per quella lontana? Da tempo la mia preghiera è proprio per chi decide la guerra, terroristi, camorristi, chi usa armi, ogni sorta di violenza, chi ha il potere assassino». Una straordinaria presenza di sacerdoti e il coro ecumenico hanno coronato la liturgia della Parola.
Originale il gesto di amicizia compiuto nella diocesi di Civitavecchia-Tarquinia su proposta delle Chiese del Burkina Faso e adattato ad una tradizione della Valle D’Aosta. Per simboleggiare la reciproca accoglienza e la condivisione, è stata usata “la Grolla dell’amicizia” che viene utilizzata con l’intento di accogliere gli ospiti più cari e condividere con loro il “caffè alla valdostana”.
Il gesto profetico si esprime in due momenti. «All’inizio – chiosa Felice Mari – i rappresentanti delle Chiese versano dell’acqua da ampolle diverse nella Grolla (simbolo dei doni spirituali che ciascuno porta); il secondo momento, a fine celebrazione, vede ogni Pastore e Sacerdote versare l’acqua dalla Grolla in un bicchiere e poi porgerlo da bere ad un altro per simboleggiare il reciproco scambio di doni che sono stati messi in comune e che provengono dalla stessa fonte. Ci è sembrato un gesto che ha dato il giusto significato alle liturgie di questa settimana».
Un modo alternativo, che punta alla relazione, per vivere la settimana ecumenica, è stato vissuto a Bari. Alcune persone dei Focolari con i loro amici di Comunione e Liberazione hanno fatto visita alla famiglia di Padre Mykolai della Chiesa ortodossa ucraina e hanno festeggiato il compleanno dei loro due figli gemelli. «La condivisione – dice Rita Sforza Seller – crea una nuova familiarità per camminare insieme nella comune avventura cristiana».
A Roma alcune focolarine si sono recate presso il Pontificio Collegio Beda nei pressi della Basilica di San Paolo fuori le mura. «È stata veramente – scrive Carla Cotignoli – una celebrazione bella, serena e partecipata. La Reverenda Tara Curlewis, della Chiesa Presbiteriana di Scozia, nel suo sermone ha usato questa immagine molto suggestiva: il rapporto tra le varie Chiese dovrebbe essere come quello di due innamorati che ballano insieme, abbracciati, ma lasciando lo spazio perché ciascuno possa muoversi liberamente». La cena a buffet preparata con cura «è stata occasione di conoscere e scambiare esperienze con tante persone, sacerdoti, seminaristi, suore, parecchie delle quali conoscono o almeno hanno sentito il nome del Movimento dei Focolari. Siamo rimasti molto contenti di questa esperienza speciale e del tutto al di sopra delle nostre aspettative. Nel cuore sentiamo tanta gratitudine e il desiderio di intensificare la preghiera e l’azione per l’unità, per realizzare il sogno di Chiara Lubich».
Ultima tappa di questo non esaustivo giro d’Italia si conclude nella Chiesa di San Domenico Savio a Vittoria (RG) con un “concerto ecumenico” (vedi Concerto ecumenico) alla presenza di 400 persone. Sette le chiese che hanno organizzato, quattro quelle che hanno portato un contributo musicale, ma tutte sono state coinvolte nell’organizzazione della serata, nella presentazione e nella lettura dei testi. «Il clima – commenta Cettina Zafarana – è stato di grande condivisione, con la certezza che la fraternità è possibile ed è il dono più grande che Gesù ci ha lasciato. Possiamo viverla e sperimentarla su questa terra al di là delle diversità tra le diverse chiese».
Aurelio Molè