“Chi non osa afferrare le spine non dovrebbe mai desiderare la Rosa”. (A. Bronte)
Mi è stato chiesto di scrivere sulla gestione dei conflitti all’interno del mio luogo di lavoro. Esiste forse un argomento più “spinoso”?
Mi sono punta molte volte. A volte il foro era così piccolo che lo dimenticavo subito. A volte il foro era più grande ed ha sanguinato per un po’, sono guarita spostando l’attenzione su altro. E’ difficile quando la spina rimane dentro, e per quanti tentativi faccia, non vuol saperne di uscire, basta sfiorare quel punto, che subito ti fa saltare.
Ne esco ogni volta in modo diverso. Una mano che stringe la mia quando non me l’aspetto, la comicità di una situazione, il sollievo e la gratitudine di un paziente che sta meglio, il significato e la differenza che può fare una scelta piuttosto che un’altra, il guardarsi allo specchio e accettare che un po’ è colpa mia.
Qualche volta tutto questo non basta, perché la spina ha camminato fino al cuore ed allora è lì che devo intervenire. Fare il primo passo per riavvicinarsi, anche se penso che il torto sia tutto dall’altra parte. Dimenticare i toni usati ed accogliere l’altro come non fosse successo niente.
Riconoscere con umiltà che i conflitti non sempre li so gestire e grazie a chi mi prende come sono. Nel frattempo sono risalita lungo lo stelo e la rosa mi cattura con il suo profumo.
Paola Garzi