L’estate del Movimento Diocesano: la grande bellezza dell’unità

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Ad Assisi e Pesaro alcune delle iniziative per ragazzi e giovani

L’estate per il Movimento Diocesano dei Focolari è il tempo per mettere in pratica in maniera fattiva quanto vissuto durante l’anno. Campi scuola, vacanze, scuole di unità sono l’occasione per convivenze di più giorni in cui approfondire l’amicizia, la fraternità, far cementare le relazioni, giocare e approfondire la spiritualità dell’unità per illuminare la vita degli adolescenti con laboratori, esercizi, giochi, incontri adatti alla loro età.

Nasce la possibilità di confrontarsi nella quotidianità della vita di tutti i giorni a tu per tu con gli altri coetanei, gli animatori, i sacerdoti, gli adulti. Centinaia di bambini, ragazzi, giovani si mettono in gioco perché solo dalla vita s’impara. Tra le molteplici iniziative di questa estate dove il Movimento Diocesano è presente, (Fermo, Pesaro, Ascoli, Macerata e Teramo), ne segnaliamo due.

Assisi città del dialogo

Sin dall’anno scorso il Movimento Diocesano di Fermo ha avviato un dialogo profondo con il centro islamico culturale di Perugia, sede del luogo di culto islamico più antico d’Italia. Non si può non ricordare il presidente, l’Imam Mohammed Abdel Qader, un medico e un uomo di sapienza, di pace e di dialogo che è morto durante la pandemia per aver contratto il Covid-19. Il cardinal Gualtiero Bassetti lo considerava un fratello e la sua eredità è stata portata avanti anche dalla figlia Maymouna Abdel Qader che con le sue amiche Zyneb e Giudi incontrarono l’estate di un anno fa ad Assisi 85 ragazzi e animatori, dai 14 ai 18 anni, della diocesi di Fermo.

Dopo una meditazione su Maria, è seguita una sfilza di domande senza rete, preparate con cura dai giovani in piccoli gruppi che hanno spaziato dall’uso del velo, all’alimentazione durante il Ramadan, ai principi dell’Islam: dopo due ore di confronto aperto, sono crollati tantissimi pregiudizi. Un incontro indimenticabile, prodomo del seguito di quest’estate quando, sempre ad Assisi, dove 65 giovani e adulti hanno trascorso una giornata intera con Maymouna e una decina di giovani musulmani. Il programma è stato preparato insieme con loro e per loro in un’ottica di dialogo alla pari.

La mattina si è svolto un laboratorio artistico sulla conoscenza di sé con una attività che prevedeva di disegnare la propria mano usando colori, tempere, giornali per illustrare la propria idea di sé. Si sono uniti Zainab Khalili, vedova dell’Imam Mohammed Abdel Qader e attuale presidente del centro islamico culturale di Perugia e altre persone e sacerdoti della diocesi di Fermo e non solo, tra cui anche un amico di Azione Cattolica.

Nel pomeriggio, con tre giochi basati sui nomi si è approfondita la conoscenza, la confidenza, base dell’amore reciproco e, infine, un dialogo profondo con domande sulla fede, la regola d’oro, il significato delle reciproche feste religiose e i principi più autentici delle rispettive religioni.

«Ho sperimentato – commenta Simone Ciccioli della segreteria nazionale del Movimento Diocesano – una comunione vivace, curiosa, sincera e ho avuto la sensazione che un passo in avanti nel dialogo si è compiuto in modo del tutto spontaneo e come frutto di un’amicizia».

«Con Simone e tutto il gruppo è stato fantastico, – commenta Maymouna Abdel Qader, portavoce e responsabile del dialogo interreligioso del centro culturale islamico di Perugia – e mi sorprendo sempre che i nostri ragazzi e i ragazzi cristiani hanno gli stessi sogni, le stesse ambizioni e aspettative perché l’essere umano è lo stesso ovunque. E quando i giovani musulmani incontrano dei giovani cristiani che hanno scoperto Dio come loro, fanno un’esperienza di grande bellezza».

Una scuola di unità a Pesaro

Tre settimane di fila da vivere insieme pur immersi nella vita di tutti i giorni. Davvero un’esperienza originale la scuola di unità che si svolge a Pesaro nata nel 2005 da un’idea di don Michele Simoncelli. La domanda che si era posta era acuta. Durante il campo estivo di una settimana forse è più facile vivere insieme il Vangelo, ma nella quotidianità? Perché proprio a ridosso dell’inizio della scuola non trascorrere tre settimane insieme? E così fu! I primi giorni sono dedicati ad un ritiro per cominciare a conoscersi e a costruire l’amicizia.

«Nel ritiro – spiega Elena Ranocchi una delle animatrici e organizzatrici del movimento diocesano di Pesaro – abbiamo cercato di approfondire la conoscenza di noi stessi, delle nostre emozioni, e poi sul fratello, chi era, chi poteva essere, fino alla spiegazione dei vari tipi di amore: dall’amicizia fino all’agape. I temi affrontati sono quelli poi approfonditi e sviluppati nelle tre settimane successive».

La scuola di unità prevede la residenzialità: si dorme tutti insieme in una casa di una parrocchia. Si comincia con la colazione comune e poi ognuno parte per i suoi impegni scolastici. Il rientro è previsto per il pranzo e la giornata proseguecon lo svolgimento dei compiti, le ripetizioni, gli allenamenti sportivi.

Alle 16 di ogni giorno la meditazione, e dopo cena, alle 20 e 30 gli incontri di formazione e approfondimento su scienza e fede, la misericordia, testimonianze, forum sull’affettività, giochi, attività ricreative. La prima scuola di unità, con 18 ragazzi e ragazze tra i 15-16 anni è partita l’8 di settembre e si concluderà domenica 29 settembre. A seguire partirà la seconda per altre tre settimane fino al 20 ottobre, con 13 ragazzi degli ultimi due anni delle scuole superiori e gli iscritti al primo anno dell’università.

Ogni settimana è caratterizzata da un patto, un impegno pubblico e condiviso nel gruppo. «Ogni sabato – continua Elena Ranocchi – i ragazzi rientrano a casa e tornano alla scuola di unità in parrocchia la domenica pomeriggio. Le tre settimane sono scandite da tre patti: il primo è sulla misericordia dove ci impegniamo a perdonarci e vederci con occhi nuovi; la seconda sull’amore reciproco dove la misura è essere pronti a dare la vita per i propri amici; l’ultima settimana è una promessa di unità tra di noi per essere strumenti di Dio per costruire un mondo unito nei vari programmi che faremo durante l’anno».

Terminate le scuole di unità il prossimo impegno sarà un viaggio a Reșițain Romania, ospiti di una parrocchia ortodossa, per costruire il dialogo della vita e ponti tra chiese, Paesi, situazioni culturali differenti.

«La mia impressione – conclude Elena Ranocchia, non solo animatrice ma in dolce attesa di un bambino e al sesto mese – è molto positiva. È la prima volta che questo gruppo di ragazzi e ragazze fa questa esperienza. Per loro rappresenta una bella sfida: si devono mettere in gioco, uscire dalla zona comfort. Noi animatori, invece, dobbiamo trovare il modo di capirli, di volergli bene. Nei ragazzi abbiamo trovato molta disponibilità: è compito loro fare le pulizie della casa, apparecchiare, sparecchiare, lavare i piatti. Si aiutano tra di loro nel fare i compiti e nelle piccose cose quotidiane con tanti atti concreti di amore».

«Abbiamo a cuore – aggiunge Milena Pianosi della segreteria del Movimento Diocesano di Pesaro – la formazione e la crescita di questi giovani. Cerchiamo di crescere insieme ragazzi e adulti nella spiritualità dell’unità e di volerci bene nonostante le differenze».

Aurelio Molè

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