Di Te ha sete l’anima mia (…) come terra deserta, arida, senz’acqua (Salmo 63)
Perché un terreno possa dare un filo d’erba occorrono, ogni giorno, un goccio di acqua ed un raggio di sole. Lo scoraggiamento che a volte può prendere è più arido di un deserto, è come perdere il baricentro e non trovare più il proprio punto di equilibrio.
Domino il primo impulso, quello che contemporaneamente blocca ed innesca una reazione di fuga e mi guardo intorno. Cos’è il mio disagio rispetto a quello dei nostri pazienti, specie di quelli che sono con noi da più tempo, bloccati da malattie invalidanti o con prognosi sfavorevoli?
Giro per i piani salutando e sorridendo, non saprei fare altrimenti – anche se mi sento fatta di zolle di terra spaccata – ed il bello è con ognuno è diverso, uno scambio di battute, un sorriso, una carezza, un silenzio.
Passano le ore del mio turno di lavoro ed ho chiuso in fondo al cuore l’amarezza. Mentre scrivo le consegne, entra – del tutto imprevista – la figlia di una paziente morta qualche settimana fa, non avevamo avuto l’occasione di salutarci quando la mamma è mancata.
Esclama: ecco l’angelo di mia mamma! Sono venuta apposta perché sapevo che era di turno e volevo ringraziarla. Quando c’era lei la mamma era tranquilla, quanto bene le ha fatto!
L’ascolto – quasi stordita – e qualcosa si scioglie dentro, mi prende una dolcezza che non so spiegare. Mi ha portato in regalo un angioletto – perché lei è stata così per la mamma – ripete, ed io sento in me rinascere la vita, come avessi ricevuto una visita dal Cielo.
Paola Garzi
Grazie Paola….se tutti i medici fossero angeli….