Un’assicurazione per la vita!

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Quando un cuore non funziona più: la storia di Emiliano Giovannone di Frosinone.

«Il mio cuore batte ancora», una nota frase di Spartaco Lucarini, primo direttore di Città Nuova, collaboratore di Chiara Lubich nella fondazione del Movimento dei Focolari, ben si presta anche a raccontare la storia di Emiliano Giovannone, 53 anni, originario di Frosinone, sposato con Valentina e con una figlia, Gioia, di 10 anni. Da 33 anni svolge in maniera impeccabile il suo lavoro di assicuratore e per questo è noto a molti in tutta Italia. Lo contraddistinguono l’affabilità, l’autenticità, il voler costruire relazioni perché le persone sono più importanti del suo lavoro.

Ad agosto nel 2024, improvvisamente, senza preavviso, si sente spossato, da dieci giorni non dorme per continue apnee notturne. C’è da dire che viene da mesi molto impegnativi, la mamma è malata, spesso l’assiste anche di notte, il lavoro di assicuratore, bensì sia svolto in collaborazione con il fratello e la moglie, lo assorbe molto. A 13 anni aveva scoperto di avere una valvola del cuore difettosa, ma era congenita, non destava preoccupazione e sin da bambino aveva svolto ogni attività, anche sportiva, senza nessun problema. Di default gli ordinari controlli gli permettevano una vita del tutto normale. Ma ora è tutto cambiato, sarà la stanchezza accumulata, il caldo, l’insonnia.

Il 13 di agosto cerca una dottoressa di sua conoscenza dell’Ospedale Gemelli di Roma che lo mette in contatto con un suo collega cardiologo che nel corso del colloquio telefonico gli consiglia una visita cardiologica immediata. Alla vigilia di Ferragosto è come trovare un ago nel pagliaio, ma tramite amicizie e conoscenze del gruppo musicale Una città non basta, di cui fa parte, trova una dottoressa a Sora. Mentre effettua l’ecografia lo guarda e di colpo gli dice: «La situazione è drammatica, da qui non esci, devi essere operato». Dispone il ricovero, nel frattempo cercherà un ospedale a Roma per un intervento urgente al cuore. «Si era fatto buio – ricorda Emiliano – e ho pensato a Valentina, Gioia, a mia madre, a mio fratello, al lavoro. Ho ricevuto uno schiaffo micidiale e la terra mi franava sotto i piedi. Mi fermo. Ho pensato a mia figlia. Voglio vederla crescere e ho dato il mio okay per l’intervento». La cardiologa di Sora doveva andare in ferie, ma l’ha rimandate finché, dopo 48 ore, troverà un ospedale di Roma disponibile. In genere non accetta visite così improvvise, ma quella volta avvertì di doverlo fare. Emiliano con una ambulanza giunge a Roma all’Ospedale san Carlo di Nancy, ma per dieci giorni è tenuto in stand by. Continua a sentirsi male, a non dormire, ma resta in attesa che i medici tornino dalle ferie e tra le varie conversazioni in ospedale ascolta che parlano di un possibile trapianto. Esasperato per la mancanza di notizie, per la situazione creatasi, dopo un consulto con un altro cardiologo dell’Ospedale Casilino, decide di firmare per l’uscita e si trasferisce. Dopo altre 48 ore utilizzate per farlo riprendere è trasferito all’Ospedale di Tor Vergata dove c’è un ottimo reparto di cardiochirurgia.

Nel frattempo, si è messa in moto la solidarietà e il sostegno da parte dei suoi amici del Movimento dei Focolari, una famiglia di Ariccia lo trasporta in macchina per gli spostamenti, un’altra famiglia, sebbene in ferie, mette a disposizione di sua moglie e figlia un appartamento e una macchina a Roma per potergli stare vicino e almeno altre 15 persone gli hanno offerto un alloggio per la sua famiglia. Il suo cuore ha una funzionalità al 20 per cento, una valvola è quasi completamente distrutta e il cardiochirurgo gli spiega che durante l’intervento il cuore potrebbe non ripartire e, in quel caso, bisogna prevedere un trapianto. «Stavo da solo – commenta Emiliano – fuori dalle finestre vedevo la grande croce di san Giovanni Paolo II della Giornata mondiale della gioventù di Tor Vergata. Mi è venuta in mente il coraggio di Chiara Luce Badano e ho detto al cardiochirurgo che mi fidavo di lui. Non avevo alternative e come ero arrivato a lui mi era sembrato provvidenziale».

L’intervento è programmato per il 10 settembre del 2024: devono sostituire una valvola del cuore. Ce ne sono di due tipi, una che dura 30 anni ma il paziente necessita di continue trasfusioni del sangue, o un’altra che dura 10 anni, ma non comporta nessun intervento. Emiliano opta per questa seconda scelta per vivere meglio il tempo e poi in caso si può sostituire. Un grande numero tre sulla porta della sala operatoria gli ricorda il giorno della sua data di nascita e il simbolo della Trinità. «Ero tranquillo, non spaventato, preoccupato, ma nella pace. Tanti pregavano per me, ho contato più di mille messaggi da tutta Italia, singoli e gruppi che mi ricordavano nelle loro preghiere. Anche persone con cui non avevo contatti da tempo. Mi sono addormentato sereno».

Al risveglio vede in piedi davanti a lui il cardiochirurgo che gli spiega che l’intervento è andato bene, è durato sei ore, ha filmato l’operazione perché non si spiegava come con una valvola così malridotta stavo ancora in piedi. Il cuore è subito ripartito e non c’è stato bisogno di un trapianto. Il dopo intervento è stato devastante, una lenta ripresa, con dolori devastanti, «ma mi sono sentito sostenuto dalle preghiere e dall’amore di tutto. Una persona, dopo il lavoro è passato quasi tutti i giorni a trovarmi. Non sono mai stato un giorno da solo». A dicembre Emiliano ha voluto festeggiare i suoi 53 anni perché durante la pandemia da Covid non aveva potuto. Alla sua festa, con 200 persone in parrocchia, di compleanno dei 50 + 3 anni ha potuto raccontare la sua vicenda e ringraziare tutti del supporto e con la sua band si sono esibiti. Nei giorni del ricovero in ospedale gli veniva in mente una melodia che non riconosceva, qualche giorno dopo ha realizzato fosse il brano Preghiera dei Progetto one di Loppiano. Che recita:

Sorvoli il mondo con le Tue grandi ali

e suoni eterne musiche

e poi meravigliosamente ami

eppure hai scelto ancora me

ed anche se non so capire

se non riesco a vincere

verrà il momento di partire, Tu lo sai

ti prego non lasciarmi

e anche se non so capire

se non riesco a vincere

verrà il momento di partire, Tu lo sai

ti prego non lasciarmi

ti prego non lasciarmi

ti prego non lasciarmi… mai

Oggi il cuore di Emiliano funziona al 38 per cento, migliora e l’obiettivo è arrivare al 45 per cento: meta raggiungibile. La moglie Valentina e la figlia Gioia gli sono sempre stati meravigliosamente accanto, accompagnandolo con amore e premura per tutto il tempo anche con una maturità impensata per una bambina che «non si è mai lamentata nei due mesi di ricovero in ospedale ed anche ora è molto attenta. Mi fa riposare e mi chiede se ho bisogno di aiuto».

Che lettura dai di quanto ti è accaduto? «Ho capito che Dio ti dà sempre una seconda possibilità ed è una costante per la mia vita». Consiglieresti a tutti un’assicurazione sulla vita? (ride ndr) «Certo, ma soprattutto di avere dei compagni di viaggio come quelli che ho trovato e di tanti amici sparsi per tutta Italia che mi hanno sostenuto con tanto amore».

Aurelio Molè

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11 Commenti

  1. Queste esperienze ti rifanno nuovo dentro, il male che c’è nel mondo lascia il posto al bene. Non c’ è qualcuno che possa far aggiungere alla cronaca dei vari TG un po’ di cronaca BIANCA, farebbe un gran bene a tutti.

  2. Con Emiliano ho vissuto un’esperienza parallela alla sua nello stesso tempo, anche se la patologia è stata diversa pur trattandosi di Cardiochirurgia. Ci siamo messaggiati ed anche confortati. Effettivamente sono momenti preziosi dove ritrovi Dio fortemente e trovi anche nell’ambiente ospedaliero il ” non Dio” di pazienti e personale. È doloroso, perché il “non Dio” da paura. Ma sono convinto che sia Emiliano che io, abbiamo dato “gocce” nel deserto arido di Dio.

  3. La tua storia dimostra che nel momento del bisogno non siamo mai soli , bisogna credere e affidarsi alla protezione di nostro Signore .
    Forza grande Emi❤️

  4. Ciao non sapevo di questa tua esperienza mi dai una ” ricarica ” immensa per non affondare quando l’incubo di un dolore ci scoraggia. Unitissimo 1pep Gaeta

  5. Carissimo Emiliano, grazissime di questa condivisione! e del tuo Si a tutto questo. Ringraziamo insieme della preziosa vita che ci dona

  6. Grazie Emiliano “fratello di cuore”! Quattro anni fa ho avuto anch’io la tua stessa esperienza: una notte in apnea! Al mattino avviso il mio cardiologo, mi convoca per un controllo e mi trattiene 15 GG in reparto. Poi proseguono i controlli, sono diventato “bradipo”, sono sempre stanco, in conclusione: mi hanno messo il defibrillatore, diagnosticata amiloidosi cardiaca, ablazione e cardioversione….controlli ogni sei mesi. Il mio cuore funziona al 37%, è abbastanza per il rinnovo patente “limitata” a 20 km fuori città! Ho altre patologie, “s’offro con amore e per amore ma non tanto con gioia”! Invidio, con amore, la festa che ti hanno fatto io, invece, non vedo più nessuno! Resisto, insisto e persisto!!! Gigi

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