«Chiara Lubich-Rimini: un dono, una sfida»

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La risposta della Città di Rimini all’evento del 10 marzo 2019 presso il Teatro degli Atti è stata particolarmente generosa: il teatro, che nella platea ha la capienza di 200 posti, risultava quasi pieno. Gli organizzatori e molti loro amici manifestavano la propria meraviglia: “mettere insieme, una domenica pomeriggio così bella, tanta gente e Rimini sa di prodigioso!” Ma ciò che maggiormente ha qualificato la presenza di tante persone è stato il profondo silenzio e la generale accoglienza dei contenuti e dei momenti artistici: si son viste in diversi momenti persone piangere di commozione.

Il teatro, discreto nelle sue linee architettoniche, si presenta però alquanto spartano al momento della consegna. Le commissioni artistiche della Parrocchia di S. Agata di Santarcangelo, de La Ginestra e della Comunità locale di Rimini, l’hanno reso non solo bello e accogliente ma addirittura stimolante per lo sviluppo del pensiero. Un rappresentante delle istituzioni nel suo intervento ha appoggiato le carte sul tavolo e ha improvvisato il discorso lasciandosi ispirare dall’arredo stesso: la figura di Chiara Lubich che sembrava una fonte luminosa e la città di Rimini contemplata con occhi artistici «erano più eloquenti che non le nostre statistiche». 

Chiara Lubich-Rimini: un dono, una sfida

L’evento si è sviluppato in tre momenti:

  • Canto e musica eseguiti dagli Swingeneris, un gruppo locale, e da Padre Elijah accompagnato dal sax di Anacleto Gambarara e dall’arpa ed il canto di Annalisa Cancellieri. I due gruppi hanno scandito i tempi dell’evento, conferendo un senso appropriato ad ogni particolare. 
  • Esperienze in atto di fraternità presenti nella nostra Città. Rimini è definita «capitale europea del volontariato» per l’alto numero di associazioni e gruppi (laici e di ispirazione religiosa) che operano nel Territorio.
  • Una tavola rotonda, guidata da Giorgia Salvatori e Luca Casadei (una presentata dal Movimento dei Focolari e l’altro dall’Associazione La Ginestra, entrambi impegnati nel mondo dell’economia e delle istituzioni): suo obiettivo scoprire l’incidenza della fraternità, esaminata non come valore in sé, ma quale paradigma globale di sviluppo politico, relativamente al mondo del turismo, dell’habitat, dell’economia e della qualità della vita sociale.

Il saluto della Vice Sindaco Gloria Lisi ha dato l’intonazione a questo pomeriggio di fraternità. La presentazione della figura di Chiara Lubich, tramite un video, ha avuto un impatto spirituale, emotivo e culturale rilevante. Voluto dagli organizzatori è risultato inatteso per la ricchezza e profondità dei contenuti: è venuto fuori un profilo di Chiara universale. Libero da ogni forma di appartenenza religiosa, politica e scevra da ogni forma di ideologia, ha potuto evidenziare il volto di Chiara in relazione al cammino dell’umanità verso il suo dover essere. 

Si sono quindi passati in rassegna alcuni soggetti portatori di fraternità del e nel Territorio, come ad esempio il Movimento di Comunione e Liberazione: ne ha illustrato, anche con esperienze, alcuni profili Cristian Lami, responsabile di CL a Rimini.

Il «già» della fraternità nel Territorio

Si è passati ad evidenziare gli aspetti più vivi della Cittadinanza Riminese tramite esperienze di persone che in diversi modi vivono l’augurio di Chiara alla «sua Città»: “Che Rimini e i suoi cittadini conoscano la gioia di una fraternità perfetta che irradi luce e amore tutt’intorno”.

I messaggi inviati per l’occasione sono stai quello di Emmaus Maria Voce, Presidente del Movimento dei Focolari, che è stato molto applaudito soprattutto perché ha messo a fuoco il significato dell’iniziativa in rapporto alla vita sociale di Rimini e del suo Territorio, e quello di Salvatore Martinez, che ha ricordato l’intensa stima e collaborazione sua e del Rinnovamento Nello Spirito con Chiara, particolarmente a Rimini: è apparsa la stretta unità fra i due Movimenti, alimentata dalla stessa fede, dall’adesione ai medesimi valori e reciprocante sostenuti nel perseguimento degli stessi obiettivi.

Testimonianze

Hanno poi singolarmente manifestato il loro contributo alla fraternità i sindaci Giuseppe Chicchi e Alberto Ravaioli.

Giuseppe Chicchi concesse la Cittadinanza Onoraria e nel suo intervento ne ha spiegato le motivazioni: “Rimini sempre aperta per la via del mare con l’altra costa dell’Adriatico si sentiva in dovere di dare una risposta alla guerra appena iniziata nell’ex Yugoslavia; Chiara con la sua presenza ha dato vigore e universalità a questa volontà di pace della Municipalità”.

Alberto Ravaioli è il sindaco che per dare continuità all’azione di pace e sviluppo umano alla città iniziata dal suo predecessore ha accolto Chiara nel 2002.

In quella data Chiara ha espresso in maniera molto forte l’esigenza di fraternità fra i popoli per una nuova convivenza di pace. L’ex sindaco ha voluto mettere in luce quanto sia benefico per una città che i suoi amministratori abbiano rispetto uno dell’altro accogliendo in successione e portando a compimento i progetti e le iniziative prese dall’antecessore. Ha voluto inoltre evidenziare come questa presenza di Chiara a Rimini unitamente a quelle precedenti sia stata ancora una risposta al male che ha sparso tanto sangue innocente: possiamo intravedere in queste parole il riferimento che fece Chiara nel 2002 alla tragedia delle Torri Gemelle.

Gli organizzatori hanno inserito una delle tante esperienze di fraternità in atto che fioriscono come per incanto nel tessuto economico del Territorio. Fabrizio Moretti e Vincenzo Colonna, due imprenditori, dirigenti di aziende che producono gli stessi articoli e perciò sono concorrenti fra di loro hanno raccontato come si articola il loro rapporto di fraternità: nel rifornirsi di materie prime quando per qualche motivo vengono a mancare a uno dei due, nell’aiuto nella ricerca del Know How, nello scambiarsi informazioni utili nella cura dei clienti, nel sostegno anche umano, nelle non piccole difficoltà che non possono non mancare a chi è posto in ruoli di responsabilità sociale. Hanno voluto mettere in evidenza quanto questo aiuto reciproco sia favorevole al funzionamento delle rispettive imprese e quanto il loro rapporto acquisti in umanità per il beneficio degli imprenditori stessi e di tutto il personale.

La testimonianza proveniente dalla Comunità Papa Giovanni XXIII attraverso Valerio Giorgis, responsabile della Comunità Riminese, ha evidenziato come la risonanza che ogni cittadino dà all’operato di don Oreste Benzi non sia motivata da cosa ha fatto, ma dall’aver valorizzato la solidarietà come necessaria espressione di vita umana e sociale. 

Tavola rotonda

Il vescovo di Rimini, Monsignor Francesco Lambiasi, ha messo in evidenza un rapporto collaborativo fra la Chiesa e la Società Civile. Ha parlato di un «noi» non statico, ma in cammino: una realtà che può essere espressa con una parola di recente coniata «sinodalità». La Chiesa vive nella carità che la anima e perciò diviene fermento anche per la socialità. Tale identità della Chiesa viene espressa da Chiara attraverso la fraternità. Il «noi» ha radici in Cielo, trova il suo modello nella Trinità Celeste e informa di nuovi contenuti la nostra convivenza.  

La Professoressa Gabriella Baldarelli, docente di Economia civile all’università di Bologna sede di Rimini, con esempi molto semplici ha messo in luce come da Chiara è scaturita l’Economia di Comunione, una espressione dell’economia civile. Ha chiarito in tal modo il perno attorno a cui ruota una economia a misura d’uomo. 

Sara Donati, Presidente del Consiglio Comunale di Rimini, abbandonando le carte precedentemente preparate, si è lasciata ispirare dall’arredo del teatro e dal clima che si respirava nella sala per legare in un’unica visione il grande impegno profuso dalla Municipalità Riminese nella ricostruzione prima (Rimini dalla guerra venne distrutta per il 92% – come anche Chiara notò nel suo discorso del 23 Settembre 1997) e nell’adattamento alla vita e alle sue esigenze nel presente. La necessità di curare l’habitat secondo criteri più umani, custodire come un dono l’acqua, il patrimonio artistico, l’accoglienza dell’ospite, ci offrono stimoli e la fraternità, come anelito profondo dell’uomo, sviluppa pensieri e suscita energie per formulare e portare avanti i progetti.

Il dottor Sergio Brasini Presidente del Campus universitario di Rimini, l’istituzione che permette l’esistenza che accompagna lo sviluppo dell’università a Rimini ha evidenziato come viene coniugata la fraternità nell’impianto educativo della università Riminese.

Alessandro Giovanardi, scrittore, docente d’iconografia e iconologia, storico e critico d’arte, ci ha condotto in un clima alto di contemplazione della verità. Egli ha evidenziato il percorso di riappropriazione della grande ricchezza artistica della nostra Città e delle antiche radici, ancora vive di tale ricchezza. Questo lavoro viene portato avanti dalla Chiesa Riminese in collaborazione con la Municipalità ed altre istituzioni: concorso che rende vivace e fecondo il recupero artistico e la riscoperta del suo valore come stimolo di crescita per la cittadinanza e dono per l’ospite che vive un momento significativo della sua esistenza, nella nostra città. Si è soffermato particolarmente sulle peculiarità artistiche del Tempio Malatestiano così come emergono nei recenti studi che hanno rivalutato la figura di Sigismondo Malatesta e l’équipe artistica che ha collaborato nella costruzione.

Patrizio Bianchi, assessore regionale alla scuola e alla formazione, ha fatto un intervento molto apprezzato iniziando con queste parole: «Mi sono domandato: cosa mi ha detto Chiara oggi; ho imparato che bisogna essere profeti nel proprio tempo […] Essere profeti vuol dire avere il coraggio di alzare la voce altissima, per seguire una visione del mondo in un tempo il nostro nel quale le risposte che vengono date non sono risposte ispirate all’amore». Ha proseguito per tutto l’incontro declinando la profezia di Chiara e l’accoglienza, la formazione in rapporto all’istruzione con chiarezza ed entusiasmo.

Liliana Cosi, étoile, ha saputo raccogliere le tonalità degli interventi di tutti i relatori armonizzandole al significato dell’arte che è profezia e augurio per la città di Rimini. Molto interessante è il rilievo che ha dato al coraggio e al desiderio di fraternità per la città, un desiderio orientato al futuro che non nega le difficoltà e la fatica del lavoro di ogni giorno ma che anzi sa orientarsi alla bellezza per la città, nella normale ordinarietà che ciascuno di noi è.

Nel susseguirsi sul palco di persone di associazioni diverse, di relatori che hanno coniugato il messaggio di Chiara, nel rispettivo ambito, è emerso un filo d’oro che ha legato i vari momenti e i vari contenuti, mettendo in risalto a più riprese proprio il carisma di Chiara: “l’Unità”, che è il vivere sociale mettendo alla base la fraternità, tanto nella politica quanto nell’economia, nell’arte quanto nel turismo, nella cultura.

Nella gioia generale per quel filo d’oro che parte dal Cielo e collega tutti gli attori di questo evento gli organizzatori hanno tentato una considerazione finale. Cos’è tutto questo di fronte al dilagare di corruzione sociale e indifferenza etica che si coglie un po’ ovunque quasi fosse un costume? Eppure tra i presenti vibrava un gran senso di ripresa e voglia di ridire un sì ad ogni possibilità di intervento ci possa capitare.

Don Giancarlo Moretti – Associazione culturale La Ginestra
Paolo Maroncelli – Comunità del Movimento dei Focolari di Rimini

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