Gemellaggi ecumenici giovanili

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Riportiamo qui l’intervista effettuata a don Giorgio Paolini della Diocesi di Pesaro sull’esperienza che da anni stanno facendo con i gemellaggi e meeting ecumenici giovanili.

L’intervista è apparsa sulla rivista Gen’s 1/2016 ed è stata curata da Maria do Sameiro Freitas

In occasione del Giubileo del 2000 tra alcuni sacerdoti della diocesi di Pesaro è nato il progetto di “Gemellaggi ecumenici tra parrocchie europee”. L’obiettivo era di attuare un rapporto di conoscenza, fraternità e collaborazione stabile con parrocchie non cattoliche, in modo da fondare l’impegno della Nuova Evangelizzazione sulla testimonianza dell’unità tra cristiani, in armonia con la preghiera di Gesù: «Che tutti siano uno, affinché il mondo creda». Abbiamo rivolto alcune domande a don Giorgio Paolini, sacerdote cattolico di Pesaro, e padre Niku Chiosa, sacerdote ortodosso di Resita (Romania), primi protagonisti di questa storia ecumenica che sta avendo un grande risvolto, con notevoli frutti.

Don Giorgio, come è nata questa esperienza?

Don Giorgio: Il vescovo mi aveva incaricato di lavorare nella Consulta diocesana per l’ecumenismo e il dialogo. Quando, ormai 15 anni fa, un mio amico sacerdote della vicina diocesi di Fano mi aveva proposto di stendere un progetto interdiocesano per promuovere gemellaggi ecumenici tra parrocchie europee, gli avevo detto di no. È stato un video di Chiara Lubich del ’96 a Londra, che delineava le prospettive di un “ecumeni- smo del popolo e della vita”, a farmi riflettere sulle potenzialità di una simile iniziativa. Ho ripreso allora i contatti con l’amico di Fano e mi sono lanciato con lui e altri amici sacerdoti nell’esperienza dei gemellaggi ecumenici.

GEN’S: La prima parrocchia con cui vi siete messi in contat- to è stata quella ortodossa di Padre Niku in Romania, vero?

Don Giorgio: L’allora segreta- rio del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE), don Aldo Giordano, ci ha aiutato a fare il primo passo, mettendoci in contatto con padre Dorel, sacerdote ortodosso della chiesa “cattedrale” di Resita, già collegato con un parroco cattolico di quella città, don Jozsef Pal. Lì ho incontrato Niku, allora cantore in quella chiesa, che, dopo aver trascorso qualche mese da noi in Italia, ha deciso di proseguire gli studi verso il sacerdozio. Con la benedizione del vescovo ortodosso del posto, in quella prima visita si è subito acceso un piccolo “fuoco” di fraternità, che ben presto ne ha accesi vari altri in Romania. Quel focherello si è successivamente di uso in altre parrocchie europee, sia anglicane, sia luterane, no a coinvolgere i vescovi delle rispettive diocesi.

Una delle collaborazioni, che si sono progressivamente sviluppate, è quella tra giovani della diocesi di Pesaro e giovani della Romania, sia cattolici che ortodossi. Abbiamo anche avviato alcune esperienze di camposcuola insieme, con la condivisione della Parola di Vita e della spiritualità dell’unità. Dopo i primi approcci un po’ titubanti, si sono creati rapporti di fraternità più continuativi e stabili confluiti in due mo- menti forti: il campo di Nata- le che facciamo in Romania e quello estivo che svolgiamo in Italia.

GEN’S: Un secondo passo di questa storia è stato il Meeting Ecumenico Giovanile. Come è iniziato?

Don Giorgio: È nato dall’amicizia con il responsabile del centro Giovanni Paolo II che ha sede a Montorso in Loreto, il quale ci ha proposto di fare un campo ecumenico con tutti i giovani contattati attraverso i gemellaggi ecumenici e non, per scambiarci le ricchezze delle rispettive Chiese di provenienza. Ora questa iniziativa è portata avanti autonomamente dall’équipe del suddetto centro giovanile Giovanni Paolo II.

Nel 2015 ha avuto luogo la VII edizione con la partecipa- zione di oltre 200 giovani ortodossi e greco-cattolici dalla Romania, luterani dalla Dani- marca e dalla Svezia, anglica- ni dall’Inghilterra e cattolici dall’Italia, in un’esperienza di fraternità tesa a trasformare i giovani in costruttori di unità evangelica nei loro ambienti.

GEN’S: C’è anche un e etto moltiplicatore di questa iniziativa. Ce lo vuole spiegare?

Don Giorgio: Sì, nasce anche un terzo cerchio, se così possiamo chiamarlo: la promo- zione della cultura del dialogo nel proprio territorio, sia in Romania che a Pesaro o nelle altre diocesi.

Ad esempio, in occasione del- la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 2015, la parrocchia di Borgo Santa Maria ha ospitato una ventina di ragazzi rumeni della parrocchia con cui sono gemellati. Assieme ai giovani italiani del Meeting ecumenico, questi giovani ortodossi hanno in- contrato gli studenti di quattro licei della provincia di Pesaro e Urbino. In un mondo oppresso dalle guerre, dalle divisioni e dal terrorismo, questi ragazzi hanno voluto proporre e donare un messaggio di speranza e di gioia e testimoniare una nuova cultura: quella della relazione e dell’incontro che fa comprendere che nella diversità dell’altro si può scoprire una ricchezza che unisce e non divide. Dopo aver ascoltato le testimonianze dei giovani del Meeting ecumenico, gli studenti si sono divisi in gruppetti per approfondire la conoscenza reciproca ed è stato bello vedere come, nonostante la di coltà della lingua, i ragazzi si siano prodigati per riuscire a comunicare nel miglior modo possibile.

GEN’S: Padre Niku, lei è stato presente a questo incontro. Ci vuole dire una sua impressione?

Padre Niku: Confermo che questi giorni di fraternità nel Signore, fatti di attenzione alla Parola, di preghiera rispettosa delle varie Chiese, di scambio di testimonianze di fede, di corresponsabilità fraterna nella conduzione delle varie attività programmate, aiutano i nostri giovani non solo a riscoprire e accrescere la loro fede, ma anche a farsi portatori dello “spirito di Lo- reto”, che è “spiritualità della Casa di Nazareth”, per favorire l’unità e la fraternità nei loro ambienti.

Mi auguro che il desiderio espresso in uno dei nostri incontri da un giovane anglicano – «Se stiamo così bene insieme, perché non siamo uniti?» – diventi per tutti uno stimolo a impegnarsi ancora di più per accelerare i tempi dell’unità tra i cristiani, in vi- sta di un mondo più unito.

GEN’S: E come vanno le cose a Resita?

Padre Niku: A Resita, la Spiritualità dell’unità vissuta ha suscitato, molti anni fa, una “tradizione locale”: andare ogni sera dell’Ottava ecumenica di preghiera per l’unità dei cristiani in un’altra chiesa della città, sacerdoti e lai- ci di varie Chiese cristiane: ortodossi, romano-cattolici, greco-cattolici, luterani, riformati, per pregare e canta- re insieme e per arricchirsi a vicenda l’uno delle bellezze dell’altro. Lungo gli anni, il numero dei partecipanti a queste serate di preghiera è aumentato sempre di più.

Inoltre io sono insegnante in una scuola di Resita. Queste esperienze stanno avendo una risonanza crescente nella scuola dove insegno, al punto che il vescovo è venuto a benedire la cappella dei nostri incontri a scuola e ha manifestato l’interesse di conoscere più a fondo ciò che sta venendo fuori. Nel 2013 abbiamo vinto un premio nazionale al concorso Made for Europe per il contributo all’integrazione tra giovani europei, verso la costruzione di un’unica “Casa europea”. Il prodotto – nale è stato il lmato Europe- an Friends forever, apprezzato anche da chi non fa un cam- mino di fede.

GEN’S: Don Giorgio, dopo il momento iniziale di entusiasmo, si riesce ad andare avanti con la stessa dinamicità?

Don Giorgio: Dopo le intense esperienze di fraternità vissute nei campi viene naturale alimentare anche durante l’anno i rapporti tra noi, sia a livello personale che in piccoli gruppi. Il tutto culmina con il Meeting a Loreto che è frutto di questo cammino di fraternità, ma cur anche altri appuntamenti. Le di coltà evidentemente non mancano, sappiamo che il cammino ecumenico è in salita, e quando i problemi si a acciano amiamo pensarli come “segnali” che siamo nella via giusta. Ultimamente si sta aprendo ancora un altro capi- tolo: stanno nascendo significative collaborazioni anche con i nostri amici musulmani, per incrementare lo spirito del- la fraternità universale.

GEN’S: E lei, Padre Niku, cosa ne pensa?

Padre Niku: Mi dà gioia particolare raccontare questa esperienza, perché sento che in tutti arde lo stesso fuoco per l’unità. Allora mi auguro che la fiamma accesa tra noi, per il contributo di tutti, possa diventare un incendio.

a cura di Maria do Sameiro Freitas

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