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Giornata dell’Europa – Roma 9 maggio 2023 – Dialogo: cultura dell’incontro per conquistare la pace

“È il momento dell’unità. Ci salveremo solo insieme!” (D. M. Sassoli 2020)

Sala S. Maria in Campitelli, Piazza di Campitelli 9, Roma.

Rivedi l’evento:

https://www.agensir.it/quotidiano/2023/5/10/ecumenismo-insieme-per-leuropa-ieri-a-roma-cattolici-evangelici-ortodossi-anglicani-pentecostali-in-preghiera-per-la-pace-la-guerra-non-e-mai-la-soluzione/

https://www.agensir.it/quotidiano/2023/5/10/ucraina-ferrara-diplomatico-ue-vinse-nel-2013-il-premio-nobel-per-la-pace-questo-mandato-viene-dalla-storia-ma-deve-tramutarsi-in-iniziative-politiche/

La Giornata dell’Europa – com’è noto – commemora la firma della “dichiarazione Schuman”, avvenuta il 9 maggio 1950. Un evento storico che ha portato a quella che è oggi l’Unione europea. In quell’immediato dopoguerra, come ha detto recentemente il Presidente Mattarella in Polonia, «l’Europa nasce come un grande progetto di pace, come visione di sviluppo capace di superare storiche contrapposizioni».

Sin dal 1999 cristiani appartenenti a movimenti e comunità delle varie Chiese di Paesi dall’Atlantico agli Urali, dai Paesi Scandinavi alla Grecia (ora quasi 300), hanno avvertito la responsabilità di dare insieme il loro apporto per l’unità dell’Europa non solo politica o economica. Nasceva così Insieme per l’Europa.

La Giornata in questo 2023 si celebra mentre l’Europa sta attraversando una profonda crisi. Il nostro Presidente parla di due guerre strettamente connesse: quella cruenta che si combatte in Ucraina, e una guerra di valori di cui ha parlato anche Papa Francesco in Ungheria.

Gli appuntamenti promossi da Insieme per l’Europa, saranno incentrati su “dialogo e incontro per garantire la pace”. Avranno luogo in varie città europee come Vienna, Strasburgo, Monaco; in Italia, in città come Roma, Milano, Bari, Siena.

A Roma si parlerà della “pace possibile” con l’intervento dell’ambasciatore Pasquale Ferrara, attuale direttore Generale degli Affari Politici e di Sicurezza del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale. Seguiranno esperienze di riconciliazione, preghiere ecumenica per la pace coniugate con i valori della libertà, della collaborazione, del rispetto della natura, della vita, della coscienza, del perdono, l’attenzione ai poveri e alle minoranze.

Ne daranno voce, oltre a mons. Marco Gnavi, responsabile dell’Ufficio ecumenismo e dialogo interreligioso della Diocesi di Roma, l’Archimandrita greco-ortodosso Simeone Katsinas, rappresentante del Patriarcato di Costantinopoli, l’arcivescovo anglicano Jan Ernest, direttore del Centro Anglicano di Roma, rappresentante dell’arcivescovo di Canterbury, un diacono della Chiesa rumeno-ortodossa, rappresentante del Vescovo Siluan, il Presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, Daniele Garrone, valdese, la Presidente delle donne evangeliche in Italia, Mirella Manocchio, metodista e altri. Saranno presenti anche rappresentanti delle Chiese pentecostali presenti a Roma.

L’evento gode del patrocinio della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea e si inserisce nelle iniziative di Insieme-per.eu (Community del Parlamento Europeo).

Anche nelle altre città italiane l’impronta sarà ecumenica. A Milano, sabato 6 maggio, avrà particolare rilievo la figura di David Sassoli, quale cittadino europeo, “tra storia e profezia”.

Ufficio stampa:  ufficiostampaitalia@focolare.org

Aurelio Molé, 349 592 2955 – Carla Cotignoli: 348 102 3407

 

Programma_Giornata per l’Europa 2023_Roma

Comunicato_Stampa1_InsiemexEuropa 9 maggio 2023 D




Primo Maggio di Loppiano: partire da sé, dalle relazioni con l’altro, per costruire insieme un mondo migliore

29-30 aprile e 1° maggio 2023 – Loppiano (FI)

Oltre 1200 persone hanno partecipato a “Common Ground | Me You and Us” il festival che ha celebrato i 50 anni della manifestazione dei giovani nella cittadella. Uno spazio, un “terreno comune” che continua ad accogliere le domande di senso e le aspettative dei loro coetanei, dando nuovo slancio e idee al desiderio di contribuire a costruire un mondo migliore. Inaugurata, in diretta Youtube mondiale, la Settimana Mondo Unito, promossa dalle comunità del Movimento dei Focolari assieme al Movimento Laudato si’, per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale alla pace, alla cura dell’ambiente, alla conversione ecologica, alla cura integrale della persona.

Foto da Comunicazione LOPPIANO

Loppiano (FI), 2 maggio 2023Castro, dell’Angola, rimasto orfano a causa della corruzione che affligge la società nel suo Paese, confida come ha superato il suo dolore personale grazie alla fede in Dio e la scelta di studiare economia, per mettersi al servizio dei poveri e lenire il dolore dei suoi compatrioti. Mimmy, ambasciatrice “plastica zero” del Burundi, condivide il suo progetto per riciclare la plastica in lastre ecologiche e piantare alberi nel Parco Nazionale di Rusizi. Ivan, che vive a Damaguete, nelle Filippine, assieme alla comunità di cui fa parte, ogni primo sabato del mese ripulisce le spiagge della sua isola e pianta le mangrovie per preservare l’ambiente marino. Questo, perché: «La nostra gente ha bisogno del mare per sopravvivere. Essendo uno dei Paesi più poveri dell’Asia, la pesca è un mezzo di sostentamento di molti». Daniele, italiano, racconta quanto il Primo Maggio di Loppiano abbia influito nelle scelte fondamentali della sua vita. «Mi ha messo in moto, alla ricerca sempre più autentica e matura di quello che, come uomo, posso dare» spiega. Oggi, è cofondatore di tunehey!, un’applicazione e una società benefit che vuole sostenere il lavoro degli artisti e contribuire a innescare rapporti di prossimità attraverso la musica.

Queste e tante altre sono le testimonianze ascoltate dal palco dell’Auditorium di Loppiano, il 1° maggio 2023. Oltre 1200 i presenti, provenienti da ogni parte d’Italia, con rappresentanze dall’Europa e dai Continenti

Un programma in sala, in diretta YouTube, che ha aperto anche la Settimana Mondo Unito 2023 “Dare to Care, le persone, il Pianeta e la nostra conversione ecologica”. Ovvero, sette giorni per sensibilizzare l’opinione pubblica alla pace, alla cura dell’ambiente, alla conversione ecologica, alla cura integrale della persona che parte dalla fraternità concreta. Sette giorni promossi dalle comunità del Movimento dei Focolari nel mondo in sinergia con altri movimenti, associazioni, istituzioni locali che ne condividono i valori. Come il Movimento Laudato si’, partner principale dell’edizione 2023.

Foto da Comunicazione LOPPIANO

Nell’occasione delle celebrazioni per i 50 anni (1°maggio 1973-2023) del Primo Maggio di Loppiano, la cittadella è stata divisa in 3 grandi aree: Me, You Us. In questo “terreno comune”, come recitava il titolo della manifestazione, i giovani hanno proposto un programma di concerti, spettacolo, spazi di laboratorio con esperti, offrendo ai partecipanti un viaggio da dentro sé stessi all’altro, fino al “noi”. «Nella consapevolezza che è attraverso la relazione con l’altro che possiamo mettere a frutto tutti i nostri talenti, strumenti per portare luce nel mondo. Agendo per il bene comune, per le nostre comunità, i nostri territori, il mondo che abitiamo», ha concluso dal palco Annachiara di Bergamo.

L’appuntamento, aspettando il prossimo Primo Maggio di Loppiano, è alla Giornata Mondiale della Gioventù in Portogallo.

Musica e danza per la fraternità e la pace

Durante la giornata del 1° maggio, anche la band internazionale Gen Rosso ha portato il suo messaggio di fraternità attraverso la musica, con due concerti ispirati al nuovo album “The reason” (la ragione), frutto delle esperienze e dei tanti incontri che hanno caratterizzato questi ultimi tre anni di attività. Non ultima l’esperienza di accoglienza e formazione informale con i giovani profughi e migranti in Bosnia-Herzegovina e Libano. Accanto a loro, anche il concerto di Emanuele Conte, giovane cantautore trevigiano vincitore di Area Sanremo 2021, che ha presentato il suo ultimo singolo “Proiettile Bambolina”, uscito il 25 aprile scorso, un inno alla pace e ad aver cura del mondo. «Possiamo salvaguardare la nostra Terra partendo dall’amarci l’uno con l’altro. Sennò siamo finiti in partenza» ha commentato. Le coreografie della manifestazione sono state possibili grazie alle ballerine del Laboratorio Accademico Danza, scuola che promuove la danza come strumento di unità tra i popoli che, con l’Ass. Dancelab Armonia, promuove il Festival e il Premio “Armonia tra i Popoli”, e i campus d’arte con i bambini di Betlemme.

29 e 30 aprile 

In 200 sono arrivati a Loppiano da varie parti d’Italia per vivere tutti e tre i giorni del Festival “Common Ground | Me, You and Us” e andare in profondità nel percorso

Foto da Comunicazione LOPPIANO

proposto dall’”io” al “noi” passando per il “tu”, l’altro. Un percorso che è stato possibile attraverso laboratori di dialogo con esperti, progettati su tematiche scelte dagli stessi giovani (CLICCA PER APPROFONDIRE). «Da sola non avrei mai riflettuto su queste tematiche», ha confidato una ragazza al termine dei due giorni. «È stato importante riconoscere le ferite che ho dentro», confessa con candore un giovane. «Non avevo pensato così seriamente a riflettere sulle cose importanti della vita e a impegnarmi per gli altri», aggiunge un terzo.

I laboratori del Primo Maggio di Loppiano si sono svolti grazie alla preziosa collaborazione con: The Economy of Francesco, Istituto Universitario Sophia, Polo Lionello Bonfanti, Rondine cittadella della Pace, Movimento Laudato si’.

Per rivedere la diretta YouTube di “Common ground | Me, you and us”: https://www.youtube.com/live/XTlATNwBX4I?feature=share

Maggior foto a questo link

Vedi anche: https://www.focolaritalia.it/events/loppiano-1-maggio-50-anni-di-impegno-da-festeggiare/




Villaggio per la Terra 2023

300 mila persone alle celebrazioni ufficiali dell’Earth Day 2023 in Italia

Per Sassi: “Questo risultato è la dimostrazione che la lotta al cambiamento climatico sta diventando un impegno di tutti. Il Paese è pronto ad affrontare la sfida climatica. Agire ora.

Grande successo della manifestazione che per 5 giornate nella Capitale con il Villaggio per la Terra a Villa Borghese, alla Terrazza del Pincio e la Nuvola di Fuksas a Roma ha ospitato 600 eventi in occasione delle celebrazioni della Giornata Mondiale della Terra 2023, organizzate da Earth Day Italia e dal Movimento dei Focolari.

Oltre 300mila le presenze che quest’anno hanno vissuto l’atmosfera del Villaggio ricca di sport, musica, associazioni umanitarie, laboratori scientifici e giovani impegnati a raccontare gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Importante successo, inoltre, della Maratona Multimediale #OnePeopleOnePlanet, con il Concerto per la Terra alla Nuvola di Fuksas, in diretta su RaiPlay e in differita su Vaticannews con la partecipazione dei protagonisti della musica italiana come: Arisa, madrina dell’evento, Tommaso Paradiso, Leo Gassmann ed Ermal Meta.

Notevole, quest’anno, anche il peso dato all’economia con numerosi talk show a cura di Impatta, il think tank italiano sull’innovazione per lo sviluppo sostenibile che ha presentato importanti proposte per un Paese più organizzato e sostenibile.

“Questo risultato è la dimostrazione che la lotta al cambiamento climatico sta diventando un impegno di tutti, dagli adulti alle giovani generazioni con il fine di preservare il nostro futuro. Il Paese è pronto ad affrontare la sfida climatica. Questo è il momento di agire”. Ha spiegato Pierluigi Sassi, Presidente Earth Day Italia.

Ad inaugurare la Giornata Mondiale 2023, la “Marcia per la Terra” una grande sfilata coloratissima, animata da bande musicali, sbandieratori, giocolieri, sportivi, artisti di strada, associazioni, volontari, per lanciare un messaggio d’amore e di rispetto per il nostro Pianeta. Numerose le attrazioni dedicate ai bambini che hanno attirato l’attenzione di migliaia di studenti provenienti da tutte le scuole d’Italia, con laboratori didattici e ludici.

Al cuore della manifestazione l’incontro dei giovani collegati dai 5 Continenti con gli organizzatori della Youth4Climate del programma UNDP dell’ONU e il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto.

Di rilievo internazionale, inoltre, il messaggio che Papa Francesco ha condiviso per la Giornata Mondiale della Terra 2023, il 22 aprile, attraverso l’Angelus e la pubblicazione di un Tweet, sul quale ha taggato Earth Day Italia.

Grande soddisfazione da parte degli organizzatori Earth Day Italia e Movimento dei Focolari, che visto il successo e l’entusiasmo dell’edizione 2023, danno l’appuntamento al 22 aprile 2024 nella convinzione che sempre più persone intendono rispondere con determinazione e impegno alla sfida della sostenibilità e della salvaguardia del nostro Pianeta.

Vedi anche: 

https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2023-04/villaggio-terra-villa-borghese-roma-pincio-speranza.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=NewsletterVN-IT

https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2023-04/maratona-multimediale-earth-day-onepeopleoneplanet.html

https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2023-04/zuppi-villaggio-terra-fratelli-tutti.html?fbclid=IwAR0s4uhi-ykGZ9jCnEFwn1zjOEQZaOuuLMqmWIzKPm0gsE-Qwxfypc3toUE

https://www.focolaritalia.it/events/villaggio-per-la-terra-earth-day-2023/

https://romaamor.org/2023/04/21/il-villaggio-per-la-terra-2023/

Per chi non ha potuto seguire la maratona #OnePeopleOnePlanet che è andata in onda su Raiplay il 22 Aprile, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, a questo link l’intera maratona + Futura Live Show + Concerto per la Terra e anche alcuni estratti:
https://www.youtube.com/@earthday2011/videos




Vescovi per un cammino sinodale

Esperienze e buone pratiche – Loppiano, 17-19 aprile 2023

Il cordiale benvenuto è stato dato lunedì sera 17 aprile dal rettore dell’Istituto universitario Sophia di Loppiano, prof. Declan O’Byrne, ai 17 vescovi che hanno accolto l’invito del “Centro Evangelii Gaudium”. L’appuntamento (17-19 aprile) aveva per titolo “Vescovi per un cammino sinodale. Esperienze e buone pratiche”. I vescovi partecipanti – tra cui il card. Gualtiero Bassetti, già presidente della Conferenza episcopale italiana – provenivano significativamente da diocesi del Sud, Centro e Nord Italia.

Momento centrale è stato l’intervento del card. Mario Grech, segretario generale del Sinodo, collegato in videoconferenza. Egli ha sottolineato «l’importanza di guardare alla Chiesa delle origini, tratteggiata negli Atti, una Chiesa sinodale dove si condivideva ogni cosa, sotto la guida degli apostoli». Ha richiamato l’attenzione sul «paradigma della sinodalità che si esprime in queste parole: “È parso bene allo Spirito Santo e a noi…” (At 15,28). È auspicabile che tutti noi, popolo di Dio, le pronunciassimo». E ancora: «Il protagonista di questo processo sinodale è lo Spirito Santo, che non è una prerogativa di alcuni, nemmeno solo dei vescovi, ma di tutti noi battezzati. Sebbene il ministero del vescovo sia essenziale per la riuscita di una Chiesa sinodale, è altrettanto vero che siamo chiamati a compiere una “conversione”, che non tocchi tanto la natura, quanto l’esercizio del ministero episcopale. È importante ispirarsi a una leadership condivisa, che porti a una obbedienza più dialogata».

Ne è seguito un dialogo molto ricco. I vescovi hanno individuato alcune questioni e criticità: dal maggiore coinvolgimento dei giovani alla necessità di trovare un linguaggio comprensibile; dallo svolgimento e dalle tematiche del prossimo Sinodo di ottobre all’importanza di un approccio pastorale (che parte dalla vita, non da una morale disincarnata), alla missione che non è “fare prediche”, bensì prima di tutto “testimonianza”.

I lavori sono stati aperti da don Alessandro Clemenzia, docente di Ecclesiologia e Vice-Preside della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale (Firenze).

«Il clima, nell’attuale frangente storico, – ha affermato – è riscaldato anche da numerose voci critiche, alimentate soprattutto dalle nuove generazioni (sia di laici impegnati che di preti); voci che, o parlano a-priori dell’inutilità di un cammino sinodale, o che vedono quest’ultimo come una delle tante attività ecclesiali già esistenti; o impaurite in vista di un fine ancora ignoto». Inoltre: «Alcuni punti appaiono molto deboli e complicano ulteriormente la situazione: si parla spesso, infatti, di “sinodalità” e di “riforma” della Chiesa, ma non è ancora chiaro cosa si intenda con entrambi i lemmi, sia presi singolarmente, sia insieme».

Il contributo della teologia alla sinodalità è stato oggetto dell’intervento di mons. Roberto Repole, arcivescovo metropolita di Torino e vescovo di Susa. « La sinodalità non è certo un’invenzione della Chiesa del nostro tempo. Essa caratterizza la vita ecclesiale, quale sua dimensione costitutiva. Alla riflessione teologica spetta di richiamare il fondamento, al fine di evitare che la sinodalità si riduca a mera dimensione socio logica ed organizzativa. A tal fine, la teologia è chiamata ad offrire il suo contributo critico per evidenziare quanto della cultura contemporanea costituisce uno stimolo a riscoprire la sinodalità nella Chiesa, quanto può comprometterne invece il valore evangelico e quali aspetti, dentro l’attuale contesto ecclesiale, domandano di essere ormai precisati».

Sul cammino sinodale in Italia si è incentrata la relazione di mons. Erio Castellucci, arcivescovo metropolita-abate di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi, vicepresidente per l’Italia settentrionale della Conferenza Episcopale Italiana. «Alla fine del primo anno è stato delineato il nostro “sogno” di Chiesa. Nel secondo anno si è cercato di concretizzarlo. Ci sarà l’assemblea, dove si farà una raccolta dei cantieri in atto e proveremo a fare una lettura di carattere pratico per raggiungere quella Chiesa sognata». Quattro gli argomenti da approfondire: «Necessità di formazione, con l’iniziazione cristiana da ripensare a fondo. La corresponsabilità, che fatica a trovare una sua modalità operativa. La revisione di alcune strutture, che gravano sulla gestione e sul bilancio di una comunità cristiana. La presenza nella società è richiesta alla Chiesa in Italia, stante la crisi dell’associazionismo». Il dialogo che ne è seguito ha sottolineato alcuni aspetti. «La gente ha bisogno di spiritualità, di Dio, non di cose da fare». «Spesso si cade nelle formalità: titoli, abiti, strutture». «È importante avere tempo per stare con la gente, anche per evangelizzare». «Per questo occorre condividere le responsabilità anche con i laici».

Cosa può insegnare il cammino del “Global Compact on Education” al Sinodo? Mons. Vincenzo Zani, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa e già segretario della Congregazione per l’Educazione cattolica, ha raccontato l’esperienza di un “camminare insieme” che, sulla base delle sfide educative presenti in tutte le società, «ha progressivamente coinvolto responsabili dell’ebraismo e dell’Islam, poi di altre religioni fino all’invito rivolto ai Grandi della Terra di sottoscrivere un patto educativo globale».

Uno spunto spirituale è stato offerta da Lida Ciccarelli, membro della Commissione di spiritualità del Sinodo. «Camminare e ascoltare, due verbi decisivi per il percorso sinodale che lascia intravedere possibilità inedite, che traccia il nuovo che ci attende domani, ma che ora sta già germogliando (cf Is 43,19)». «Non sappiamo dove il cammino ci porterà, ma è Dio che cammina con noi e Lui farà cose nuove: a noi camminare insieme e riconoscerci fratelli perché figli di un unico Padre».

Nel dopocena di martedì 18 aprile, gli abitanti di Loppiano si sono presentati ai vescovi. «La serata con la cittadella ci ha fatto vivere la cultura dell’incontro, ma anche l’incontro di culture. È stata un’indicazione per uscire verso tutti, per far incontrare le culture». È un passaggio della sintesi presentata da don Vincenzo Di Pilato, docente di Teologia Fondamentale presso la Facoltà Teologica Pugliese e coordinatore accademico del “Centro Evangelii Gaudium”. Ripercorrendo i lavori, ha sottolineato che «abbiamo vissuto un’attualizzazione essenziale della grazia che riceviamo dalla Parola e dall’Eucaristia. Lo Spirito Santo ha creato un’atmosfera di accoglienza reciproca e di ascolto, di apertura e di gratuità». Ha richiamato un passaggio della relazione di don Alessandro Clemenzia in cui l’etimologia del lemma «sinodalità», oltre a “camminare insieme”, veniva fatta risalire al significato di “varcare la stessa soglia, dimorare insieme, riunirsi”. «È quello che abbiamo cercato di fare insieme in questi giorni. Sinodalità è questo continuo varcare la soglia, la soglia dell’Altro/altro secondo quella dinamica esodale a cui ci invita papa Francesco dall’inizio del suo pontificato». Con una necessaria avvertenza: «Non si esce per “cadere nel vuoto” o entrare nella “genialità” dell’altro, ma per entrare nella Realtà dello Spirito di Cristo che soffia tra noi».

Il prossimo incontro per i vescovi italiani del “Centro Evangelii Gaudium” si terrà a Loppiano dal 5 al 7 febbraio 2024. Tale Centro sorge nel 2016 ad opera dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, quale risposta all’indicazione di papa Francesco al Convegno nazionale della Chiesa italiana a Firenze (novembre 2015): «In ogni comunità, in ogni parrocchia e istituzione, in ogni diocesi e circoscrizione, in ogni regione, cercate di avviare, in modo sinodale, un approfondimento della Evangelii gaudium, per trarre da essa criteri pratici e per attuare le sue disposizioni».

cs_vescovi per un cammino sinodale_ loppiano 17-19 aprile2023




Loppiano: un invito speciale al 50esimo del 1° maggio . . . a te che hai partecipato in passato

Anche tu, come tanti di noi, in questi 50 anni hai partecipato una o più volte, come spettatore o attore, nel bellissimo scenario di Loppiano, all’evento del 1° maggio.

Forse anche tu hai un bellissimo ricordo; magari sei venuto con un gruppo di amici che adesso hai perso di vista; magari quell’entusiasmo di quel giorno non c’è più, ma ti piacerebbe riviverlo.

Ecco è arrivata l’occasione!

Sei invitato a partecipare a questa celebrazione dei 50 anni aperta a tutti,  giovani di oggi, ma anche a tutti quelli che non lo sono più, ma che almeno una volta vi hanno partecipato.

Se non potessi essere presente di persona puoi dare il tuo contributo in vari modi:

  • per esempio scrivendoci qualcosa di quella volta, cosa è stato per te, o inviandoci una foto o passando l’invito a qualcuno che c’era con te a quei tempi
  • oppure con un sostegno economico anche piccolo perché come sai per l’organizzazione avremo bisogno di aiuto (il conto a cui puoi mandare un contributo anche piccolo è “erogazioni liberali” primo maggio: conto  P.A.M.O.M. BANCO BPM S.P.A.  Figline V.no (FI) Cod. IBAN IT 51 A 05034 05463 000000001637   SWIFT BAPPIT22

Grazie di quanto potrai fare, puoi scriverci alla mail: primomaggio@loppiano.it

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Dal 1973 il Primo Maggio a Loppiano, cittadella internazionale del Movimento dei Focolari, è l’appuntamento fisso per migliaia di giovani per dichiarare il loro impegno a vivere per portare nel mondo la fraternità e costruire un mondo più unito. Affrontano temi e riflessioni ispirati dalla realtà contemporanea, attraverso forum e azioni concrete, esperienze, spettacolo e musica.

 




L’Economia di Comunione Italia: la gioia di ritrovarsi

Ritrovarsi e ripartire insieme: questo l’obiettivo del meeting online dell’Edc italiana che si è tenuto sabato 15 aprile, con il titolo: «L’EdC in Italia oggi: la strada percorsa, il presente e le prospettive in un viaggio fra idee ed esperienze italiane»

Emozione e gioia del ritrovarsi hanno espresso Ornella Seca e Luca Guandalini della Segreteria dell’Edc Italia aprendo l’incontro e introducendo quello che è stato un vero e proprio viaggio nella realtà dell’Economia di Comunione italiana. Una occasione per dirsi chi siamo, quale strada abbiamo percorso fino ad oggi e quali sono le prospettive per il futuro.

Logo AMU 2021 ridDopo una carrellata di saluti, un paio anche dall’estero, Ornella e Luca hanno stimolato e coordinato gli interventi dei principali attori del “Sistema Edc Italia”. Tutti gli intervenuti, Stefano Comazzi per AMU – Azione per un Mondo Unito, Livio Bertola e Albina Ambrogio per AIPEC – Associazione Italiana Imprenditori per un’Economia di Comunione, Benedetto Gui per Istituto Universitario Sophia, Rebeca Gomez per il Polo Lionello Bonfanti, Virginio Grillo per l’Associazione Lionello Bonfanti e molti altri, hanno colto l’occasione innanzitutto per trovarsi, raccontare qualcosa della propria realtà e interrogarsi sul cammino degli ultimi anni e sul futuro.

Logo AIPEC

Dalle parole di tutti è emerso chiaro che se EdC nacque in Brasile nel 1991 dallo stupore diChiara Lubich davanti a realtà di povertà estrema, essa si è sviluppata nel tempo andando oltre un semplice moto dell’animo e trovando da un lato dignità scientifica e dall’altro imprenditori disposti a credere in qualcosa di mai vissuto prima.

Gli interventi sono stati l’occasione per raccontarsi esperienze, condividere ricordi ma soprattutto per guardare avanti chiedendosi chi sono oggi gli imprenditori di Comunione e chi potranno essere.

Dalla suggestiva immagine della staffetta ripresa da un intervento di Luigino Bruni per il trentennale del 2022, ci si è chiesti come si possa passare il testimone non troppo presto ma neanche troppo tardi.Logo Ass Lionello Bonfanti

Io che scrivo conosco l’EdC per averne letto in questi anni su Città Nuova  ma aver potuto ascoltare e vedere, seppur coi limiti dell’incontro on line, mi ha trasmesso la passione di tanti che hanno cambiato la propria vita spinti da un ideale ma soprattutto dallo sperimentare ogni giorno che è possibile vivere l’attività d’impresa mettendo in comunione utili ma soprattutto forze e creatività.

Una attività che non si sottrae alla competizione sul mercato ma che trova in esso un luogo di reciproca conoscenza. Non sono mancati infatti racconti di attività che si sono sviluppate da incontri fortuiti dove l’impegno comune non è stato un caso.

L’EdC, non è dare o avere gratis ma il donare qualcosa che va al di là di ciò che si condivide per statuto, dare una parte di sé che non si spenderebbe se dietro un macchinario, nel trillare della sveglia di primo mattino non si vedesse l’altro. E allora anche le domande sul futuro che pur sono emerse dall’ incontro, non hanno avuto un tono ansioso ma portano dentro la sollecitudine di proseguire il cammino.

E la domanda: cosa siamo e cosa saremo non lascia ripiegati su se stessi ma diventa semplice in senso etimologico, senza pieghe. Una domanda la cui risposta, come ricordava sempre Luigino Bruni, trova risposta solo nell’altro, quell’altro a cui si guarda, quell’ altro che non è mai uguale perché cresce e cambia nel tempo e nel vivere un rapporto. Quell’altro che ci dice chi siamo.

A.G.

Dal sito: https://www.edc-online.org/it/eventi-e-news/eventi-italia/iniziative-italia/18572-edc-italia-la-gioia-di-ritrovarsi.html

Lo streaming si può vivere qui:




Parliamone! Giovani consacrati in comunione

Siamo un gruppo di giovani consacrati e consacrate del Movimento dei Focolari che da alcuni anni portiamo avanti un cammino per i giovani e le giovani consacrate che chiamiamo “santi insieme”. Si tratta di occasioni per incontrarsi e fare famiglia insieme tra vari carismi, cercando di aiutarci nel cammino di santità alla luce della spiritualità dell’unità del Movimento dei Focolari.
Quest’anno proponiamo una serie di incontri su temi attuali e scottanti della vita consacrata che abbiamo intitolato  “PARLIAMONE”; l’obbiettivo è infatti creare degli spazi di dialogo per condividere e confrontarsi su alcuni aspetti che rendono difficile il nostro cammino di santità.
I temi che affronteremo in questi quattro incontri saranno:
  • Abusi
  • Internet e social media
  • Omosessualità
  • Sostenibilità delle opere
Saranno incontri internazionali con la possibilità di traduzioni in: spagnolo, inglese, portoghese e italiano.
Questo invito è rivolto in modo particolare a tutti i giovani consacrati e consacrate, che stanno vivendo le prime tappe della formazione, (noviziato, juniorato), oppure a professe/i perpetue/i che stanno ultimando gli studi.
Vogliamo crescere nel cammino di comunione tra giovani consacrate e consacrati appartenenti a diversi carismi, condividere esperienze vissute e costruire ponti di fraternità, formandosi insieme al vangelo illuminato dai vari carismi.
La partecipazione è gratuita.
Gli incontri saranno ONLINE utilizzando la piattaforma Zoom.
Contatti: santi.insieme@gmail.com
1° incontro –  ABUSI il 29/04/2023 alle ore 20.30 
interverrà Sr. Tiziana Merletti, suora francescana dei poveri laureata in giurisprudenza e dottore in diritto canonico.
Le iscrizioni sono chiuse, chi desidera seguire l’evento, solo in lingua italiana, lo potrà fare attraverso il link yuotube :  https://www.youtube.com/watch?v=o8GNCEHSlnA



Cooperativa Loppiano Prima: l’amore al creato, una profezia in cammino

In occasione dei 50 anni dalla costituzione della cooperativa “Loppiano Prima”, esperienza precorritrice dell’agricoltura ecologica, a Loppiano (FI), un weekend di approfondimento dedicato all’ecologia integrale. Nella Settimana in cui nel mondo si celebra l’ottavo anniversario della Lettera Enciclica Laudato sì’.

Auditorium di Loppiano, 27-28 maggio 2023

“L’amore al creato, una profezia in cammino”. È questo il titolo del convegno che, il 27 e il 28 di maggio, si terrà presso l’Auditorium della cittadella dei Focolari vicino Firenze, per celebrare i 50 anni della cooperativa “Loppiano Prima”.

Nata il 19 maggio del 1973, con 8 soci fondatori

per mettere a frutto i terreni che erano stati donati dalla famiglia Folonari al Movimento dei Focolari sulle colline del Chianti, nel Valdarno fiorentino, Loppiano Prima  è una cooperativa ad azionariato diffuso che conta oggi 3.256 soci.

Come precisato nello Statuto, «non ha finalità speculative ed è retta da principi di mutualità prevalente». Inoltre: «Suo fine precipuo è il conseguimento dell’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini, nonché il concorrere nel dare attuazione alla fraternità universale».

È così che, negli ultimi 50 anni, sui terreni incolti, che erano stati abbandonati a causa dell’emigrazione di tanti contadini nel dopoguerra, la cooperativa Loppiano Prima si è resa protagonista di un’esperienza peculiare di agricoltura ecologica ante litteram, che ha messo al centro l’umanità, la natura e la loro relazione.

Il convegno sarà aperto al mattino del 27 maggio con l’assemblea annuale dei soci. Nel pomeriggio, alle 15.30, attraverso una prima tavola rotonda, si ripercorrerà la storia di Loppiano Prima, approfondendo il valore della sua esperienza nata nel contesto della prima cittadella internazionale dei Focolari. Riscoprendone, quindi, le radici carismatiche, ripercorrendone il cammino e tracciandone le prospettive di sviluppo.

Nella seconda parte del pomeriggio, una seconda tavola rotonda sarà dedicata ad approfondire i temi dell’ecologia integrale, della sostenibilità e della cura del creato, partendo dall’impegno dell’azienda per una coltivazione e produzione biologica rispettosa dell’intero ecosistema agricolo, dell’ambiente e del paesaggio. Interverranno, tra gli altri:Luciano Orioli e Leonardo Nale del Movimento Laudato si’; Gianmaria Simonetti della rete EcoOne; Gabriella Bardarelli, docente di Ragioneria presso l’ Università di Bologna.

Il programma di domenica 28 maggio, sarà aperto dal prof.  Sergio Rondinara, docente di Epistemologia all’Istituto Universitario Sophia, che terrà una lectio magistrali dal titolo: “La presenza di Dio sotto le cose”. A seguire, laboratori esperienziali aperti a tutti.

Il convegno “L’amore al creato, una profezia in cammino” si colloca simbolicamente nell’ambito della “Settimana Laudato Si’” (21-28 maggio 2023), in cui globalmente si mettono in luce i progressi fatti nel mettere in pratica la lettera enciclica di Papa Francesco, “Laudato si’”, sulla cura del creato.

Il convegno sarà preceduto, venerdì 26 maggio, alle ore 20.45, dalla proiezione pubblica del film di Papa Francesco “La lettera.

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VISITA IL SITO WEB https://www.loppianoprima.it/home/

Per info e prenotazioni scrivere alla mail: cooperativa50@loppiano.it   

COMUNICATO STAMPA

Programma 




Saper rischiare per tessere il cambiamento

500 aderenti dei Focolari provenienti da 29 Paesi, con traduzioni in 16 lingue, hanno partecipato, dal 23 al 26 marzo, al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo ad un congresso internazionale dal titolo: “Tessere il cambiamento”. Presenti 80 italiani di varie regioni. Un collegamento planetario ha unito virtualmente decine di città in tutto il mondo.

«Occorre saper rischiare per amore». «Il mondo è alla ricerca di persone che sono pronte a rischiare per un bene più grande, per una umanità più fraterna».

Sono alcune delle parole chiave con cui Margaret Karram, presidente dei Focolari, si rivolge ai partecipanti con un messaggio scritto. «Come sapete – aggiunge – sono a Monaco per un incontro di “Insieme per l’Europa”, ma desidero con tutto il cuore raggiungervi con questo messaggio scritto per esprimervi tutta la mia gratitudine, stima e affetto».  

E confida i suoi ultimi impegni: «Nei mesi scorsi ho avuto una serie di importanti appuntamenti, nell’ambito del percorso sinodale della Chiesa Cattolica e nel cammino con altri Movimenti ecclesiali e Nuove comunità. Ho sperimentato la vitalità della Chiesa e ho avuto la possibilità di incontrare personalmente Papa Francesco, che ci ha parlato a cuore aperto, comunicandoci ciò che gli sta più a cuore per la Chiesa e per il mondo […]».

Centro Mariapoli di Cadine (TN)

Il nucleo del suo intervento va al cuore del titolo del congresso “Tessere il cambiamento” che Margaret Karram evidenzia come sia un programma centrale di ogni persona e per l’umanità intera. «La tessitura è un processo paziente, costante, che, per essere portato a termine, richiede l’intreccio di molti fili che, insieme, compongono un tessuto solido e duraturo. E il cambiamento di cui il mondo ha urgente bisogno richiede una tessitura di questo tipo: una rete fatta di persone allo stesso tempo salde e flessibili, che sanno accogliere tutti, aprire mente e cuore alla più grande diversità; che sanno lavorare con tutti, anche con chi la pensa diversamente da loro, ma con cui condividono i valori fondamentali di pace, giustizia, dignità per tutti». 

E conclude evidenziando il cuore di ogni azione: «Prego che questo congresso radichi in tutti voi una forte esperienza di Dio che vi dia la gioia di far parte di una grande famiglia, come nodi di una rete d’amore che abbraccia e consola il mondo». (qui il messaggio completo)

Centro Mariapoli Bra (CN)

Parole efficaci accolte con prontezza dai partecipanti che hanno vissuto la gioia di ritrovarsi in uno dei primi congressi in presenza dopo la pandemia con la possibilità di relazioni, di potersi guardare negli occhi e poter condividere le proprie esperienze di vita.

Anche la preparazione è stata una bella palestra di unità, di confronto e di corresponsabilità: il risultato sono stati dei programmi ricchi e personalizzati, momenti partecipati fin dall’inizio; esperienze di comunità,  di accoglienza, di apertura al territorio, di attenzione e cura per le nuove generazioni ed intensi momenti di comunione e spiritualità.

Tra gli argomenti approfonditi troviamo la preghiera, la comunità come luogo di crescita e di testimonianza, la spiritualità dell’unità, l’impegno ecclesiale e sociale con relative esperienze, alcune consolidate negli anni.

Un congresso che ha abbracciato virtualmente il mondo intero, non solo a parole. Molti i convegni paralleli in varie città del mondo e sabato 26 marzo un collegamento online planetario di un’ora con esperienze personali, forti testimonianze sul Vangelo vissuto, numeri artistici, ha contribuito a riconoscersi in una unica famiglia legata dallo stesso desiderio di fraternità al di là dei confini geografici, religiosi, sociali.

Una ventina di punti collegati dall’Italia, dove si svolgevano altrettanti congressi in presenza, ad esempio dal Centro Mariapoli di Bra (CN), Frontignano (BS), Cadine (TN) e molti altri (vedi cartina).

I partecipanti sono partiti arricchiti dai momenti vissuti insieme, dal forte amore reciproco sperimentato e dalla profonda esperienza di Dio. Così scriveva uno di loro, ringraziando a conclusione del congresso: «La nostra linfa la prendiamo da Dio, però se non ci mettiamo in contatto con Dio è difficile dare qualcosa al fratello, ma se non ci mettiamo nell’amore al fratello è più difficile questa unione con Dio».

Centro Mariapoli Frontignano




Formato famiglia: “La crisi di coppia. . . riconoscerle e uscirne”

L’ appuntamento Formato Famiglia  di gennaio 2023 si è svolto a Loppiano nel week end 28-29 e ha visto la partecipazione di circa 77 persone, di cui 15 bambini/ragazzi.

Il tema proposto, relativo alla vita di famiglia, è stato:  “Le crisi di coppia . . .riconoscerle e uscirne” e l’invito era aperto a tutti gli sposi che volevano cogliere l’occasione per fare il punto della situazione sulla propria vita di coppia, non necessariamente in “crisi”.

Si è iniziato il sabato mattina con la presentazione della cittadella di Loppiano e della spiritualità dell’unità che la anima; le esperienze della scelta di vita di Mauro e di Petra ci hanno portato, anche a titolo personale, a rinnovare la nostra scelta di vita matrimoniale  e preparati a vivere il week end con impegno e decisione.

Il pomeriggio del sabato è stato dedicato ad approfondire il tema: l’intervento e le esperienze personali di Lucia Coco (psicologa)  e del marito Umberto De Angelis hanno aperto la strada ad un momento di “lavoro” personale e poi di confronto in coppia a cui sono seguite domande e risposte e condivisioni molto partecipate.

La giornata si è conclusa con una serata distensiva davanti a un ricco tavolo di dolci tipici portati dalle varie città di provenienza, e un gioco che ha coinvolto adulti, ragazzi e bambini in una gara appassionante fino all’ultima risposta.

La mattinata della domenica si è continuato con una seconda parte dell’argomento del week end, ed anche in questo caso, a una breve esposizione di Lucia e Umberto, è seguito un momento di lavoro personale e di confronto in coppia molto intenso. La condivisione tra tutti e le domande poste hanno evidenziato quanto sia necessario per ognuno trovare momenti per fermare il vortice quotidiano della vita e prendersi cura della coppia, con la proposta di una “ricetta ideale” da portarsi a casa: ritagliarsi come coppia 15 minuti al giorno, un’ora alla settimana, un giorno al mese, una settimana all’anno. Utopia? Forse, ma provarci è parso a tutti un ottimo antidoto per prevenire non solo i momenti di crisi, ma anche quelle routine che possono far accumulare polvere sulla nostra vita di coppia.

I bambini e ragazzi sono stati coinvolti il sabato in laboratori di falegnameria per la costruzione di mandala in lana, di amplificatori passivi per cellulare, e di lavoretti con carta e colla. Vista la bella giornata non è certo mancato un momento per giocare a calcio! La domenica tutti a scoprire la natura di Loppiano con un workshop naturalistico-sensoriale che ha nuovamente riscosso un buon successo.

Siamo ripartiti tutti da Loppiano salutandoci come se ci conoscessimo da sempre, per i legami veri che si sono creati, con qualcuno anche profondi. La sorpresa di aver ritrovato una coppia che aveva già partecipato ad un week end precedente ci ha sottolineato come  Formato Famiglia possa essere una valida  proposta a sostegno al mondo della famiglia.

Santina e Pier Luigi Crocchioni




Siamo sul baratro della guerra totale

Bologna, Rete dei movimenti cattolici ed ecumenici contro le armi nucleari ha incontrato il Presidente della Cei.

«La pace non è un fatto dei cattolici. Dobbiamo rilanciare il dibattito pubblico, in questo momento storico in cui ci stiamo avvicinando al baratro della guerra totale. Portiamo nei dibattiti e ricordiamo al Governo le conseguenze che l’uso delle armi atomiche potrebbe avere in particolar modo sulle città».

La Rete delle realtà cattoliche ed ecumeniche contro le armi atomiche nei conflitti ha incontrato il 18 febbraio a Bologna il Presidente della CEI, Matteo Maria Zuppi.

Così i portavoce della rete: «Alle persone che legittimamente chiedono protezione e difesa non possiamo stancarci di proporre soluzioni alternative all’accentuarsi dei conflitti. Sosteniamo la campagna #ItaliaRipensaci, per chiedere al nostro Paese la firma del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari. Non possiamo accettare nemmeno il riferimento ad armi nucleari “tattiche”, quasi fossero un male minore. La riflessione di oggi del Presidente della CEI Matteo Maria Zuppi, che rilancia gli interventi di Papa Francesco, va portata dai cristiani nelle diocesi e in tutte le parrocchie. L’Italia deve avere un ruolo guida sulla politica del disarmo e della costruzione della pace».

Così, durante il dibattito, il Cardinale Matteo Maria Zuppi:

«Se c’è il diritto ad una legittima difesa, va anche considerato legittimo il diritto alla difesa della pace. Per questo Papa Francesco per la prima volta ha condannato moralmente il possesso delle armi nucleari, definendolo immorale. Senza la pace davvero è tutto perduto; la guerra è la madre di tutte la povertà».

«Spolveriamo il passato, perché la rilettura della storia è la più alta consapevolezza nel mondo in cui stiamo vivendo e che viene minacciato».

«Politica e profezia: servono entrambe. Essere nella profezia serve per spingere la politica ad essere all’altezza. Vi ringrazio perché molte delle vostre realtà stanno sul campo. La pace può sembrare da ingenui. Non siamo così stupidi: penso che al contrario anche parlare di disarmo e indicare un grande futuro ci aiuti a misurarci sul contingente».

«Ad un anno dall’inizio della guerra non dimentichiamo che c’è una vittima e un occupante; non facciamo finta che sia tutto uguale. Ma bisogna cercare disperatamente le vie della pace. Bisogna fare uno sforzo gigantesco, contemporaneo alla legittima difesa. Le realtà sovranazionali come l’Onu costituiscono vie per la democrazia e la pace. “Non bisogna permettere – diceva Henry Kissinger – che l’uso di armi nucleari diventi convenzionale, si normalizzi, non solo per il risultato immediato ma per le conseguenze”».

«Facciamo nostro l’appello di Papa Francesco del 2 ottobre, per non abituarci alla guerra. Diceva: “Il mio appello si rivolge al Presidente della Federazione Russa supplicandolo di fermare questa spirale di violenza e di morte. E faccio altrettanto appello al presidente dell’Ucraina che si apra alle proposte di pace. E aggiungo a responsabili: chiedo con insistenza di fare tutto quello che è nelle proprie responsabilità per porre fine alla guerra in corso senza farsi coinvolgere in pericolose escalation».

Aderiscono alla rete: Acli, Azione Cattolica Italiana, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento dei Focolari Italia, Pax Christi, Fraternità di Comunione e Liberazione, Comunità di Sant’Egidio, Sermig, Gruppo Abele, Libera, AGESCI (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani), FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana), MEIC (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale), Argomenti 2000, Rondine-Cittadella della Pace, MCL (Movimento Cristiano Lavoratori), Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli, Città dell’Uomo, Associazione Teologica Italiana, Coordinamento delle Teologhe Italiane, FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario), Centro Internazionale Hélder Câmara, CSI (Centro Sportivo Italiano), La Rosa Bianca, MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani), MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), Fondazione Giorgio La Pira, Fondazione Ernesto Balducci, Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira, Fondazione Don Primo Mazzolari, Fondazione Don Lorenzo Milani, Comitato per una Civiltà dell’Amore, Rete Viandanti, Noi Siamo Chiesa, Beati i Costruttori di Pace, Associazione Francescani nel Mondo aps, Comunità Cristiane di Base, Confcooperative, C3dem, MEC (Movimento Ecclesiale Carmelitano), AIDU (Associazione Italiana Docenti Universitari Cattolici), Arca di Lanza Del Vasto, Fondazione Magis, UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi), IPRI-CCP (Istituto Italiano Ricerca per la Pace-Corpi Civili di Pace), AIMC (Associazione Italiana Maestri Cattolici), Ordine Secolare Francescano OFS, FESMI (Federazione Stampa Missionaria Italiana).

Il comitato organizzatore

https://www.chiesadibologna.it/per-una-repubblica-libera-dalle-armi-nucleari/

https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2023-02/matteo-zuppi-cei-armi-nucleari-cattolici-firma-trattato-italia.html

Messaggio Cristiana Formosa e Gabriele Bardo




Un Consiglio molto particolare

«Ma cosa è successo al Consiglio del Movimento dei Focolari in Italia e Albania dell’11-12 febbraio?», chiede qualcuno incuriosito dalle voci che girano… In effetti è stata un’esperienza un po’ straordinaria, coraggiosa. Per tutto il pomeriggio di sabato il Consiglio ha “ascoltato” un gruppo di 16 “giovani adulti” italiani del Movimento dei Focolari a cui era stata posta questa domanda: “Alla luce della tua esperienza personale nell’Opera di Maria (Movimento dei Focolari), quali vedi oggi come punti di forza e punti deboli del Movimento?”.

Con la passione e l’energia proprie della loro età, i 16 hanno analizzato la situazione, fatto presente alcune criticità che richiedono particolare attenzione, dimostrato quanto hanno a cuore il futuro dell’Opera, che li ha fatti crescere, facendogli sperimentare di appartenere ad una famiglia universale.

Ma chi sono questi 16? Tutti di età a cavallo dei 30 anni (quindi nella “terra di mezzo”), già impegnati professionalmente nei vari ambienti di lavoro, sono giovani facenti parte delle diverse diramazioni oppure attualmente non inseriti nelle strutture dell’Opera. Non si conoscevano prima, o almeno non tutti, eppure parlavano tutti con grande sintonia.

Contenti e grati della fiducia loro accordata, non si sono fatti pregare e hanno incominciato a far presente al Consiglio proposte, concrete e urgenti, tra cui, solo come esempio in sintesi: “abbattere le pareti” (tra diramazioni, parte maschile e parte femminile, giovani e adulti), fare di “comunità” e “nuove generazioni” le priorità in Italia, rivedere le modalità della formazione, affrontare argomenti delicati come l’omosessualità, orientare tutti i membri dell’Opera sotto i 50 anni all’accompagnamento dei giovani, fidarsi dei giovani rischiando di far decidere a loro in prima persona (insieme agli adulti) “come fare le cose”, ecc.

Nella mattina di domenica c’è stata la risposta dei membri del Consiglio alle sollecitazioni dei 16. Risposte che forse i giovani non si aspettavano così piene di gratitudine e voglia di rimettere in discussione schemi mentali ormai obsoleti.

Infine Cristiana e Gabriele (Responsabili del Movimento dei Focolari in Italia e Albania) hanno riassunto il senso di queste due giornate ed il metodo di lavoro per il futuro, in modo da non lasciare senza risposta gli appelli ricevuti. In particolare si è deciso di darsi un anno di tempo per esaminare ed eventualmente mettere in opera quanto richiesto dai 16.

Durante tutto il 2023 i 16 continueranno ad essere “consiglieri” a tutti gli effetti del Consiglio, al pari degli altri componenti. Verranno attivati dei tavoli di approfondimento delle varie proposte, in modo da presentare delle prime valutazioni. Tutti i componenti del Consiglio sono stati invitati a riflettere sull’impatto che le proposte di questi “giovani adulti” hanno sulle rispettive competenze.

Il Consiglio è stata anche l’occasione, nella sua prima parte il sabato mattina, di ampi aggiornamenti tra cui il secondo anno del Cammino sinodale (di questo daremo maggior informazioni in un prossimo articolo che uscirà a breve), un resoconto della Scuola di formazione sul Movimento Diocesano (vedi qui gli articoli apparsi sul nostro sito), notizie dopo un incontro svoltosi nella cittadella di Montet, in Svizzera, dei Responsabili del Movimento dei Focolari a livello europeo ed infine un primo sguardo su un processo avviato a riguardo della Visione Economica dell’Opera (VEO), anche alla luce del primo Bilancio di comunione presentato da poco.

Non sono mancate le chiacchierate negli intervalli, durante i pasti, al bar sorseggiando un caffè ed un frizzante momento di relax e divertimento. Alla fine si è partiti tutti felici, ringraziando per aver aperto una nuova pagina piena di promesse per il futuro del Movimento.

 

Giulio Meazzini




Progetto DialogUE: praticare l’arte del dialogo

Immergersi nel senso del dialogo e confrontarsi per poterlo vivere concretamente ogni giorno. È questo l’obiettivo principale degli 8 webinar promossi dal progetto “DialogUE: Diverse identità alleate aperte per generare un’Europa unita”. Un percorso per approfondire e cogliere la bellezza di questa arte, aperto a tutti.

Ci si può capire tra cristiani, musulmani e altre religioni? Si può lavorare insieme a chi, pur dello stesso credo, lo vive con espressioni d’avanguardia o al contrario ancorato alle tradizioni? Ci si può capire tra chi crede in un Dio eterno, e chi non ha aldilà? Come possiamo costruire un’Europa unita fra Paesi dell’est e dell’ovest così diversi in storia, cultura, sviluppo, tradizione?

Sono questi i quesiti che muovono il progetto DialogUE – Diverse Identities Allied Open to Generate a United Europe, un progetto nato in Europa in particolare attraverso l’Associazione Internazionale New Humanity,  espressione del Movimento dei Focolari che, fin dalla sua nascita, ha fatto del dialogo uno stile di vita; una missione per la quale si impegna quotidianamente a vari livelli insieme a tante organizzazioni che sentono la stessa passione per edificare società più fraterne.

Dopo avere ricevuto un riconoscimento e finanziamento dal programma CERV della Commissione Europea, l’obiettivo di questo progetto che mette al centro persone e valori, è quello di raccogliere nell’arco di due anni i frutti che nascono  dal dialogo spesso sfidante fra gruppi diversi, per plasmare un’Europa che sia sempre più espressione di quell’”unità nella molteplicità” che è il suo motivo di essere

Su questa base, e in collaborazione con Fondazione per Sophia, dal 18 febbraio 2023 sarà possibile partecipare ad un approfondimento sul dialogo attraverso un corso online articolato in 8 appuntamenti; dei webinar aperti a  tutti da poter seguire in lingua italiana con traduzione in inglese, francese, ungherese. I primi quattro ci permetteranno di immergerci nel senso del dialogo e saranno condotti da Roberto Catalano,  esperto internazionale di dialogo. Seguiranno 4 approfondimenti in ambiti specifici, offerti a più voci ed espressione di altrettanti laboratori in corso sul territorio nonché fra persone e cittadini di vari Paesi in Europa. Il calendario, con le varie tematiche da affrontare, sarà articolato in questo modo:

18/02/2023 dalle ore 15 alle 17  – La necessità dell’identità

21/02/2023 dalle ore 19 alle ore 21 – Al di là dell’impossibile. Esperienza di 2 anni di dialogo online tra est-ovest Europa

25/02/2023 dalle 15 alle 17  –  L’inevitabilità dell’ ‘altro’

03/03/2023 dalle ore 19 alle 21 –  Insieme per l’Europa

04/03/2023 dalle 15 alle 17 –   Il segreto del vero rapporto: la Regola d’oro

11/03/2023 dalle 15 alle 17 –    Dialogo e fraternità o fraternità e dialogo

23/03/2023 dalle ore  17 alle 19 –  Secolarità contro religione? Imparare dagli opposti. L’esperienza fra Cristiani e Marxisti

25/03/2023 dalle  ore 15 alle -17 – Dialogo Interreligioso:  nascita, sviluppi e profezia

Un vero e proprio cammino che risponde al bisogno di comunicare e di scoprire le ricchezze di ognuno, valorizzando nello specifico ciò che unisce e guardano alle differenze come un terreno fecondo per crescere pazientemente nel rispetto di tutti.

È possibile partecipare gratuitamente compilando il modulo di iscrizione al seguente link: https://forms.gle/mhvoaTkdrfdqc9kV9

Per ricevere maggiori informazioni rivolgersi all’indirizzo: dialogue@new-humanity.org.

Fonte: https://www.focolare.org

 




Le armi nucleari e l’Italia. Che fare? Un incontro con il card. Matteo Zuppi

Sabato 18 febbraio 2023 ore 15-17: Sala santa Clelia, via Altabella 6, Bologna

Ogni giorno in più della guerra senza fine in Ucraina apre anche allo scenario di una apocalisse nucleare come ci avverte il Comitato per la Scienza e la Sicurezza del Bulletin of the Atomic Scientists. Nella notte del 31 dicembre 2022 la marcia della pace promossa dalla Chiesa italiana ha rilanciato ancora una volta l’appello che abbiamo promosso, fin dal maggio 2021, come realtà del mondo cattolico italiano e dei movimenti ecumenici e nonviolenti a base spirituale, per chiedere al nostro Paese di ratificare il “Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”.

Non è più rimandabile un serio dialogo e un confronto pubblico, e in sede parlamentare, sulla proposta lanciata dalla campagna “Italia ripensaci” e promossa dai rappresentanti in Italia della coalizione Ican, Nobel per la pace 2017, anche in considerazione del fatto che stanno per essere stoccate a Ghedi e a Aviano le nuove bombe atomiche B61-12.

Per continuare nella riflessione e nell’azione volta a contrastare la logica della guerra e delle armi, sabato 18 febbraio 2023 si ritroveranno a Bologna i rappresentati delle organizzazioni cattoliche e dei movimenti ecumenici e nonviolenti su base spirituale che hanno firmato l’appello per chiedere l’adesione dell’Italia al Trattato di proibizione delle armi nucleari.

All’incontro sarà presente il cardinale di Bologna, Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, per condividere un momento di discernimento sul drammatico momento che stiamo vivendo e su come continuare con coraggio a operare per la pace in un tempo di guerra.

L’appello è firmato dai Presidenti e dai Responsabili nazionali di: Acli, Azione Cattolica Italiana, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento dei Focolari Italia, Pax Christi, Fraternità di Comunione e Liberazione, Comunità di Sant’Egidio, Sermig, Gruppo Abele, Libera, AGESCI (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani), FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana), MEIC (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale), Argomenti 2000, Rondine-Cittadella della Pace, MCL (Movimento Cristiano Lavoratori), Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli, Città dell’Uomo, Associazione Teologica Italiana, Coordinamento delle Teologhe Italiane, FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario), Centro Internazionale Hélder Câmara, CSI (Centro Sportivo Italiano), La Rosa Bianca, MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani), MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), Fondazione Giorgio La Pira, Fondazione Ernesto Balducci, Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira, Fondazione Don Primo Mazzolari, Fondazione Don Lorenzo Milani, Comitato per una Civiltà dell’Amore, Rete Viandanti, Noi Siamo Chiesa, Beati i Costruttori di Pace, Associazione Francescani nel Mondo aps, Comunità Cristiane di Base, Confcooperative, C3dem, MEC (Movimento Ecclesiale Carmelitano), AIDU (Associazione Italiana Docenti Universitari Cattolici), Arca di Lanza Del Vasto, Fondazione Magis, UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi), IPRI-CCP (Istituto Italiano Ricerca per la Pace-Corpi Civili di Pace), AIMC (Associazione Italiana Maestri Cattolici), Ordine Secolare Francescano OFS, FESMI (Federazione Stampa Missionaria Italiana).




Il Movimento Diocesano

Il Movimento Diocesano, è una diramazione del Movimento dei Focolari che opera a servizio della Chiesa locale.

Attraverso un’intensa vita di comunione, si propone di irradiare nelle parrocchie e nelle diocesi, cui presta il suo servizio, il carisma dell’unità di cui è portatore e, assieme alle altre realtà ecclesiali, concorre alla realizzazione di una “Chiesa comunione”, così come auspicato da Giovanni Paolo II nella Novo Millennio Ineunte.

Per fare ciò promuove ed alimenta una sempre più profonda unità dei fedeli attorno al Vescovo, collabora nei diversi ambiti pastorali della diocesi e propone una nuova evangelizzazione nelle parrocchie attraverso la formazione di uomini nuovi, secondo le diverse fasce d’età, in uno stile comunitario.

Il Movimento diocesano ha avuto i suoi inizi ad Ascoli Piceno (Italia) nel 1973, quando attorno alla vita del nascente focolare sacerdotale si compose un gruppo di giovani, attratti dalla testimonianza di unità di quei novelli sacerdoti.

Chiara Lubich ne seguì gli sviluppi fin dagli inizi e intesse costanti relazioni con l’allora primo responsabile e iniziatore, d. Pino Petrocchi, ora Cardinale membro della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e Arcivescovo de L’Aquila. Con l’incoraggiamento di Mons. Morgante, allora vescovo di Ascoli, la realtà crebbe e giunse ad una prima approvazione ufficiale.

L’esperienza si è poi diffusa nella diocesi di Teramo, dall’aprile del 1976, ricevendo anch’esso l’approvazione del Vescovo del luogo, Mons. Conigli.

Negli anni successivi si è diffuso in altre diocesi italiane. Attualmente è presente ad Ascoli Piceno, Teramo, Fermo, Macerata e Pesaro.

Sito: https://www.movparrdioc.org/home/il-movimento-diocesano/

Segreteria Centrale del Movimento Diocesano

Via XXIV Maggio, 106/3
00046 Grottaferrata – Roma
Email: movparrdioc@focolare.org

 

 




Fraternità in economia: una via per la pace

Sabato 28 gennaio 2023,  Sermig , Arsenale della pace, Torino

Fraternità, potenziale chiave delle iniziative economiche per ottenere rapporti di pace, questo il tema del convegno svoltosi al Sermig, sabato 28 gennaio, organizzato dall’Aipec, in occasione del decennale della sua fondazione. L’Aipec  è l’ “Associazione imprenditori per un’economia di comunione”, che raggruppa gli imprenditori (e le aziende e i loro collaboratori) che aderiscono ad uno degli ultimi progetti lanciati da Chiara Lubich (fondatrice del Movimento dei Focolari) nel 1991, in Brasile, cioè  l’ “Economia di comunione”, che è un invito a ripensare totalmente i rapporti economici finanziari ed industriali, al fine di contribuire a diminuire la povertà e di rendere il pianeta più sostenibile.

Il percorso dell’Aipec è proposto a normali aziende, attive nei  mercati, ma invitate ad organizzarsi con criteri nuovi;  imprese nelle quali  i  soci non sono solo soci di capitale, ma anche soci operativi;  che vengono condotte da imprenditori competenti e attenti a produrre in maniera legale ed ecologica; che cercano di avere maestranze consapevoli e coinvolte nel progetto, e i cui utili hanno una particolare destinazione (oltre alle normali necessità di capitalizzazione aziendale): in parte dedicati per gli investimenti, in parte per la formazione di giovani e in parte ai poveri, in sintesi  lavoro, formazione e solidarietà.

Dopo i saluti iniziali del cardinal Zuppi (in video), di Ernesto Olivero, della vicesindaco di Torino Michela Favaro, di Livio Bertola (presidente Aipec), di Gianfranco Cattai, presidente di  Reti in opera  (associazione che raggruppa 24 organizzazioni cattoliche che desiderano dare visibilità alla dottrina sociale della Chiesa), e con la lettura del messaggio di Margaret  Karram (attuale presidente del Movimento dei Focolari), e si è svolto il nutrito programma, dipanato in moduli che hanno affiancato gli interventi di importanti economisti con concrete esperienze aziendali, di cooperative e di varie associazioni.

Il primo gruppo di testimonianze è stato preceduto dalla relazione di Leonardo Becchetti, che ha indicato come sia necessario realizzare una nuova economia civile, partecipata e sostenibile, che vada oltre gli interessi particolari del singolo imprenditore, ma sia al servizio del bene comune; è necessario che venga fatta squadra tra imprenditori, professori, politici e funzionari pubblici al fine di utilizzare le risorse collettive per uno sviluppo generale delle società e non solo per interessi particolari.

Il secondo modulo ha visto un interessante confronto tra l’economista Stefano Zamagni e Carlin Petrini (il fondatore di Slow Food). Il sempre arguto Zamagni ha costellato la sua relazione di antichi esempi e dotte citazioni filologiche (evidentemente papa Francesco era ben consapevole delle sue qualità quando, nel 2017, lo nominò presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali). Nel suo ottimismo emiliano, il professore ha spiegato che, fin dall’inizio delle attività imprenditoriali moderne (orgogliosamente rivendicate al tempo del Rinascimento italiano), l’impresa era una pratica virtuosa al fine di accrescere il benessere: i denari possono essere quelli di Giuda, ottenuti per aver tradito Gesù, o quelli del buon Samaritano, spesi per aiutare un prossimo qualunque, incontrato per caso sulla propria strada.

Secondo Zamagni l’umanità non è destinata ad una crescita senza controllo, ma ad uno sviluppo sostenibile, che sappia ottimizzare le risorse (dal latino: s-viluppo, cioè senza viluppi, senza legacci, libero di realizzare azioni positive). Petrini, da buon piemontese consapevole, ha indicato i limiti del moderno dibattito economico ed ecologico, che non ha saputo cogliere il messaggio profetico della Laudato sì di papa Francesco, che invitava a ripensare i destini del mondo in chiave profetica, offrendo spunti per riflettere su numerosi temi: quello degli sprechi, degli scarti, del dialogo uomo-natura, della complessiva attenzione al creato, e così via.

Un ampio spazio è stato dedicato a Luigino Bruni e all’ Economia di Francesco, che ha teso a conciliare l’esperienza carismatica di Francesco d’Assisi con il magistero di papa Bergoglio. All’illustrazione teorica sono seguite interessanti esperienze di giovani imprenditori che a quell’iniziativa partecipano con entusiasmo.

Tra le molteplici proposte del convegno, anche una per la pace, che si conclude con questo appello: “Noi di Aipec crediamo che mente e cuore dell’imprenditore debbano coniugarsi nei processi dell’economia civile e di comunione perché si realizzi il più grande degli obiettivi: prenderci cura della Terra, nostra casa comune, e di ciascuno dei suoi abitanti fino all’ultimo dei dimenticati, nessuno escluso”.

Un interessante spazio è stato anche dedicato all’azienda torinese Ridix spa, fin dagli anni ’70 antesignana dell’Economia di Comunione, in quanto partecipata da persone legate alla spiritualità della Lubich, e che ora dà lavoro ad un centinaio di collaboratori. Pur nelle difficoltà delle varie traversie economiche degli scorsi decenni, l’impresa ha sempre tenuto la bussola dritta su obiettivi di fraternità, di condivisione e di solidarietà, tanto da essere oggi un’impresa leader nel suo settore.

Utopie? Marginarietà? Sogni? Tutte obiezioni possibili, ma che non reggono il confronto del continuo sviluppo, anche nelle complesse condizioni economiche attuali e dei numeri ancora modesti, delle aziende collegate all’Economia di Comunione e all’Aipec, dell’ampliarsi del pensiero legato all’Economia civile, della crescente passione di molti giovani per l’Economia di Francesco, e così via.

Chissà se, più o meno casualmente, proprio all’Arsenale della Pace, il convegno è stato pensato, in un luogo ben preciso,  a giusti duecento anni da quello che fu l’inizio del Distretto sociale Barolo, un fertile territorio che ha visto crescere le iniziative dei marchesi di Barolo, dell’opera del Cottolengo e quelle di Giovanni Bosco, in un arco territoriale limitato (Valdocco): un auspicio di continuità anche per l’Aipec e per l’Economia di Comunione, pensata dalla cittadina onoraria di Torino, Chiara Lubich .

Stefano Passaggio

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Camminare insieme? Non è facile…ma ce n’è proprio bisogno!

Sull’incontro di Retinopera a Bologna

Le parole del titolo riprendono quelle pronunciate dal card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, in apertura ed in chiusura del convegno Retinopera 2002-2022: lavorare e camminare. Cattolici nell’economia, nel lavoro e nel sociale: orizzonti per il terzo millennio. L’evento, organizzato il 27 novembre 2022, si è svolto a Bologna, nella splendida sede di Coldiretti Emilia-Romagna a Palazzo Merendoni. Oltre ai rappresentanti delle associazioni cattoliche affiliate a Retinopera (sono 24, tra cui anche il Movimento dei Focolari), hanno partecipato numerosi relatori e decine di uditori, riempiendo l’aula nonostante l’evento fosse di domenica mattina.

Tante le sfide toccate, così come le contraddizioni emerse sull’Italia di questi anni. Siamo notoriamente un paese “familistico”, ma con poche politiche che sostengano la famiglia stessa. Siamo tra i più ricchi al mondo per corpi intermedi (basti pensare che il Centro Servizi per il Volontariato serve 80.000 enti e che ci sono circa 10 milioni di volontari), ma il rischio di individualismo è concreto anche nel mondo delle associazioni. E che dire poi dell’ambiente? La crisi climatica è ormai conclamata eppure si consumano 19 ettari di suolo al giorno in Italia, la cifra più alta degli ultimi 10 anni. Come se non bastasse, abbiamo 5,5 milioni in povertà assoluta secondo l’Istat, nonché 15 milioni a rischio povertà. In questo quadro drammatico, poi, i migranti fanno quotidianamente da emblema delle ingiustizie del nostro tempo, spinti verso di noi anche da un continuo aumento di popolazione a cui fa da contraltare il nostro “inverno demografico”.

Che fare allora? C’è accordo unanime sul fatto che ognuno sia responsabile di qualcosa, e ce n’è altrettanto su alcune metafore usate: quella del camminare (senza correre né stare fermi, quindi) ma anche quella del buon samaritano (con attenzione però a rendere più visibile cioè che facciamo!).

È ancora il card. Zuppi a ricordare i nostri limiti ma anche la nostra forza: ci accorgiamo molto di noi e poco degli altri…ma proprio questo dà valore al mettersi assieme, a patto che sia sempre una “comunione delle differenze” come è negli intenti di Retinopera.

Gabriele Manella




Figli adolescenti e oltre: spunti per genitori

Il 26 e 27 novembre 2022 ci siamo ritrovati per il secondo appuntamento del Progetto Formato Famiglia a Loppiano, una proposta mensile su vari temi aperti a tutte le famiglie. Il tema del week end era : “Figli adolescenti e oltre: spunti per genitori”. Hanno partecipato 13 famiglie con i loro 17 figli dai 6 ai 17 anni.

Per tutti è stata l’occasione di conoscere qualcosa in più della cittadella di Loppiano, le sue origini, le scelte dei suoi abitanti e alcune realtà presenti, come ad esempio la Scuola Loreto per famiglie.

Cecilia (psicologa)  e Davide Damosso hanno poi accompagnato il gruppo genitori attraverso un percorso di conoscenza e presa di coscienza della fase adolescenziale che spesso è fonte di preoccupazione e relazioni difficile nelle famiglie, puntando in particolare su “che cosa si può fare come genitori” senza lasciarsi sopraffare dai cambiamenti e dalle esigenze del figlio adolescente.

A momenti di informazione si sono alternati confronti di coppia, condivisione in gruppo, domande e risposte con gli esperti che hanno creato un clima di lavoro impegnativo e profondo ma sereno e di speranza.

I ragazzi hanno avuto modo di conoscere alcune realtà di Loppiano, tra  cui la Bottega di Ciro che ha rivelato la bellezza e la meraviglia del riconoscere un futuro ancora da raccontare negli oggetti ormai inutilizzati, attraverso il loro ri-utilizzo per creare piccole e grandi opere d’arte.

Il pomeriggio di sabato, con alcuni ragazzi e animatori della cittadella, è stato dedicato a giochi di conoscenza e di gruppo  e, per i più grandi, un momento di confronto sull’adolescenza vissuta in prima persona. La domenica, con un meraviglioso sole splendente che metteva in risalto tutti i colori delle colline toscane,  i ragazzi si sono avventurati in un workshop naturalistico sensoriale  nei boschi dei dintorni, molto partecipato e apprezzato da tutti.

Non è mancato un momento artistico serale, condiviso con la cittadella, con Cesare Cesarini che ha accompagnato tutti in un simpatico e scoppiettante spettacolo di “umoristica applicata”, tra umorismo e Vangelo.

Santina e Pier Luigi Crocchioni




Assemblea Generale della Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali

“Il contributo che i laici possono dare in questo secondo anno del Cammino sinodale”

Il tema che sabato 19 novembre è stato affrontato durante i lavori dell’Assemblea Generale della CNAL (sessione autunnale) è stato quello del contributo che il laicato associato può offrire nel secondo anno del cammino sinodale della Chiesa in Italia.E’ stata un’occasione per interrogarsi sulle sfide che la società sta vivendo, e sulla necessità di discernere quali spazi di responsabilità andrebbero abitati in questo momento della storia.

Questo sollecita a riflettere e confrontarsi sul ruolo/vocazione che si è ricevuto come singoli, come associazioni, come consulte (diocesane, regionali e nazionali), come Chiesa: i doni ricevuti sono infatti semi chiamati a crescere e a dare frutto per il bene comune.

E’ possibile rivedere i momenti in plenaria dell’incontro sulla pagina Facebook della CNAL (clicca sul link)

Fonte: https://www.cnal.it/2022/11/18/assemblea-generale-della-cnal-2/?fbclid=IwAR3VzX3UoJrdv9zE4RO8pvUD1i22bloDtcyQuitJxHtdULsePgx9n6McyDU

VEDI ARTICOLO SU AGENSIR: https://www.agensir.it/quotidiano/2022/11/24/consulta-nazionale-delle-aggregazioni-laicali-baturi-cei-costruire-e-riparare-la-chiesa-e-il-mondo-perche-siano-unita/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=la-newsletter-di-agensir-it_2

 




CAMMINARE INSIEME – profezia di un cammino sinodale

CAMMINARE INSIEME – profezia di un cammino sinodale” è  il titolo del pomeriggio di domenica 6 novembre 2022 che ha portato più di 300 persone al Centro Parrocchiale Maria Orsola di Vallo Torinese; l’occasione è stato il 50esimo della lettera pastorale: “Camminare insieme” del card. Michele Pellegrino

Il pomeriggio è iniziato con una breve biografia del Cardinal Pellegrino, durante la quale ci ha particolarmente emozionato (grazie a una registrazione del 1977) sentire dalla sua viva voce, il motivo per cui, dopo aver lasciato la diocesi, ha scelto di abitare a Vallo Torinese. Uno sprone per continuare a perseverare, ad essere accoglienti e ad essere, come lui diceva: “gente buona…”.

Dopo una breve relazione sul periodo storico e culturale in cui Pellegrino è stato chiamato a diventare Arcivescovo di Torino, Mons. Piero Coda, in modo chiaro e sapienziale ha proposto riflessioni sulla Lettera pastorale: ha evidenziato la profonda consonanza con il magistero di Papa Francesco, la profezia di sinodalità che in essa è racchiusa, e tutta la sua potenzialità e attualità ancora da esprimere nell’oggi della Chiesa.

Ha inoltre sottolineato quanto le tre parole chiave della Lettera pastorale – Povertà, Libertà, Fraternità – siano le caratteristiche del ministero di Papa Francesco. Sono state poi queste tre parole il filo conduttore di alcune esperienze di vita concreta: dalla comunione dei beni, non solo spirituale ma anche materiale, al vivere la libertà che i giovani hanno esplicitato mettendo in pratica l’amore scambievole, alla fraternità sacerdotale e la catechesi nell’annuncio della Parola.

E’ stata molto significativa la testimonianza di don Sergio Fedrigo, della comunità di Borgaro, che insieme a don Alessandro e don Marco hanno iniziato un’esperienza di vita comune.

Una persona ci ha scritto: “Ho vissuto un pomeriggio luminoso, di straordinaria ricchezza di vita evangelica scaturita dalla profezia della “Camminare insieme”. La presenza di molti giovani ha dato la speranza di poter continuare questa vita di comunione che la Chiesa oggi ci propone attraverso il cammino sinodale.

La comunità di Vallo Torinese

PUOI LEGGERE QUI LA LETTERA “CAMMINARE INSIEME”

[…]

L’arcivescovo la scrive in un mese. Racconta don Piergiacomo Candellone, segretario di Pellegrino: «Era un voluminoso dossier che il padre annotò su decine di fogli e che la segretaria dattiloscrisse. Ai più stretti collaboratori i vicari Maritano, Valentino Scarasso e Franco Peradotto vennero consegnate le pagine per averne osservazioni e critiche. Pure a noi della segreteria domandava pareri poiché nella sua umiltà riteneva che tutti potessero dargli un aiuto. Il titolo stentava a nascere. Si pensò dapprima a “Povertà, libertà, fraternità”, ma sapeva tanto di Rivoluzione francese. Un mattino, mentre passeggiava con Maritano e Scarasso, si fermò, ci guardò con un sorriso: “Che ne dite di “Camminare insieme”, come stiamo facendo noi, come ha fatto la diocesi quest’anno?».

Fonte: https://vocetempo.it/la-camminare-insieme-dellarcivescovo-pellegrino-50-anni-dopo/

 




Concorso “Una città non basta” – 3a edizione

Per l’Anno Scolastico 2022-23, il Centro Chiara Lubich e New Humanity, indicono la terza edizione del concorso nazionale “Una città non basta”. Chiara Lubich, cittadina del mondo, indirizzato agli studenti delle istituzioni scolastiche primarie e secondarie di primo e di secondo grado, compresi quanti frequentano Istituti italiani all’Estero. Gli studenti che intendono partecipare dovranno trasmettere i lavori entro il 31 marzo 2023.

È possibile accedere al bando del Concorso direttamente dal link del sito del Ministero dell’Istruzione.

Anche quest’anno, riflettendo su aspetti legati ai punti dell’Agenda 2030, anche i più giovani troveranno un diverso ed ulteriore motivo di incontro con Chiara Lubich, il suo pensiero, la sua spiritualità. Le tematiche proposte sono: Parità di genere; Pace, giustizia e istituzioni solide.

Presentare gli elaborati entro il 31 marzo 2023.

Maggiori info e aggiornamenti sulla pagina del Concorso.




Un carisma donato, un carisma vissuto. Gocce di spiritualità per tutti

Sono circa le 14.00 di domenica ed il programma è terminato. Anche il buon pranzo è terminato … ma si cercano ancora piccoli pretesti per non lasciarsi: un cenno affettuoso, uno scambio dei contatti, l’immancabile caffè ai distributori.

Si desidererebbe rimandare la partenza per  fissare nel cuore le emozioni e gli istanti che nel fine settimana  hanno allargato l’anima e fatto brillare gli sguardi. Forse, dire ai ‘compagni di viaggio’  ciò che si prova intimamente, fare un appunto in un foglietto da lasciare alla reception o esprimere verbalmente la propria gratitudine, dà la certezza che è accaduto davvero … E’ così infatti che ci si saluta quel giorno senza dimenticare di accertarsi che tutti ritornino per l’appuntamento successivo.

Dove siamo? Al centro Mariapoli “Chiara Lubich” di Cadine, a Trento. Siamo al termine del primo weekend del percorso ‘Gocce di Spiritualità’  riproposto dal 21 al 23 ottobre dopo l’apprezzamento dell’edizione dello scorso anno. Circa sessanta  persone provenienti da un ampio raggio territoriale: Monza, Ferrara, Bologna, Treviso, Mestre, Bolzano, Rovereto, Trento e altri centri della regione ‘ospitante’.

La proposta trentina di ‘Gocce’, in virtù degli eventi di cui la città è stata teatro negli anni ’40, contiene uno sguardo inedito sulla ‘piccola storia’(cfr. “Memoria e Presente“ di Lucia Abignente):  la vita del Movimento in città, a Trento  nei primissimi anni, quasi una ‘cronaca’  storica ed esperienziale di quel ‘cortocircuito’  che ha immesso, nel tempo, dinamiche inconsuete (oppure ‘nuove’): cortocircuiti appunto (come li ha definiti Giovanni Delama, storico e scrittore trentino nel suo intervento introduttivo).

Se normalmente la ‘causa-violenza’ genera un ‘effetto-violenza’, a Trento il  ‘Tutto crolla’ … ha prodotto un effetto diverso: ha innescato la scoperta che  “Dio ci ama immensamente” …  e una rivoluzione d’amore nelle persone e in città.

“Gocce” ha messo in luce che – se le circostanze sono diverse –  la ‘qualità’ dei tempi di allora e di oggi è molto simile. In questo senso la visita ai luoghi della città che appartengono a questa storia non ha avuto nulla di nostalgico o di distante dai nostri vissuti. Anzi!

Ma, in più, c’è quello che si è creato lì, ‘tra’ i convenuti. Una sorta di contenuto spontaneo di valore aggiunto. Le affermazioni che si colgono qua e là  sono significative. La narrazione dal cuore caratterizza il rapportarsi e il dialogare di quei giorni. Se si potesse stilare una statistica delle espressioni in base alla loro frequenza avremmo in testa gioia e scoperta, ma anche energia, sollievo, consolazione, pace. E poi: esperienza indelebile, polla d’acqua pura, sorgente generosa, rinascita interiore.

Devo dire che mi ha colpito il termine ‘rimedio’ usato con convinzione da una delle partecipanti per definire l’efficacia di ‘Gocce di spiritualità’. Rimedio è una parola che mi piace molto: sa di cura e prendersi cura: anche di sé stessi. Sa di qualcosa di molto umano, non prodotto in laboratorio. E’ rassicurante, guarisce, risana come l’amore, fa ritornare all’ordine naturale della creazione, dell’anima. Fa stare bene e guardare avanti. Dice molto, dice tutto.

Il vangelo si percepisce come attualizzato e anche parlare di ‘fioretti’ perde completamente la connotazione pietistica che …  Ritornare a erano tempi di guerra, incipit di ogni narrazione della storia dell’Ideale, ci dice che questo ‘oggi’ così complicato, frammentato e buio ritorna ad essere il nostro ecosistema di vita – bonifica – . Potere del … rimedio.

Un saluto tra i molti ma al tempo stesso  una promessa è stato “Sempre lì, nella Piazza”. Bello, vivo, vero. Certo, ci si riferisce a Piazza Cappuccini (indirizzo del primo focolare)  ma ora ad ogni ‘piazza ‘ nella vita dell’uomo.

Andreina Altoè

 




Un’economia disarmata per la conversione ecologica integrale

Video completo del convegno con messaggio video di Margaret Karram

a partire dal minuto 59:

Riportiamo qui l’interno che Carlo Cefaloni ha fatto alla Casa della Carità di Milano il il 26 ottobre 2022 all’interno del convegno I poveri e la guerra per un mondo più giusto, umano e compassionevole.

Per un discernimento che nasce dalla vita

Il messaggio che abbiamo ascoltato della presidente Margaret Karram ha messo bene in evidenza l’orizzonte generale e il cuore della realtà del Movimento dei Focolari che, a prescindere da ogni classificazione, è un esperimento di fraternità su scala planetaria nato storicamente durante la seconda guerra mondiale. Una proposta radicale e popolare di impronta evangelica condivisa nel tempo da persone di diverse latitudini, tradizioni culturali, credo confessionale e religioso ma anche da chi non ne professa alcuno.

Alla radice si avverte l’urgenza di rispondere a quelle domande che Margaret ha esplicitato nel suo intervento con riferimento ai nostri giorni: «Sappiamo ancora metterci in ascolto del grido dell’umanità? Entrare nelle spaccature più profonde?».

Non si comprendono le ragioni dell’impegno per la pace senza far riferimento a quel grido dell’umanità che noi riconosciamo nello smarrimento e domanda di senso urlato da Gesù sul patibolo imposto da quel connubio di poteri che non ha tempo ma si perpetua nella storia in tanti modi.

Cosa significa “entrare nelle spaccature più profonde”?

C’è un esempio di discernimento che emerge da una vicenda in cui siamo coinvolti. Una fabbrica di armi in Sardegna è controllata da una multinazionale tedesca che ha usato il sito in Italia per produrre bombe da inviare all’aviazione saudita che le utilizza nella guerra in Yemen. Esiste una legge in Italia che vieta l’invio di armi ai Paesi in guerra, un testo normativo che applica la costituzione ed è stato conquistato dagli operai che hanno fatto obiezione alla produzione bellica.

La norma tuttavia viene aggirata grazie ad eccezioni escogitate da forti gruppi di interesse che riescono anche a far credere che la produzione di armi sia fonte di benessere per tutti. Il territorio dove sorge la fabbrica è il Sulcis Iglesiente dove la crisi della filiera estrattiva del carbone ha portato i lavoratori e la popolazione a barricarsi in miniera per salvare inutilmente il reddito delle famiglie.

Porre le persone davanti al dilemma tra il mantenimento dell’occupazione in cambio di un certo tipo di produzione è il contrario di ciò che ha detto papa Francesco quando si è recato a Cagliari: il lavoro è occasione di riscatto, non di ricatto.  Le alternative esistono ma non sono finanziate e così abbiamo l’imposizione di un modello economico che impone la sua logica recessiva da un territorio impoverito d’Italia allo stato più povero del Golfo persico dove dal 2015 si consuma una guerra che l’Onu annovera tra i peggiori disastri umanitari.

Rispondere al “grido dell’abbandono” ha significato non chiudere gli occhi, riconoscere la testimonianza di chi coerentemente, fin dal 2001, contesta la conversione di una fabbrica di mine per gli scavi minerari in luogo di produzione per aerei cacciabombardieri per porre una questione di coscienza: possiamo restare indifferenti come chi ha voluto ignorare o tollerare l’attività dei campi di sterminio?  È nato così un comitato riconversione che ha come obiettivo l’intera economia del territorio e aiuta ad alzare lo sguardo alle scelte che in Italia da almeno 30 anni hanno portato a far crescere il comparto delle armi a scapito delle produzioni in campo civile che pure erano d’avanguardia e in grado da far moltiplicare i posti di lavoro. Il comitato, al quale aderiscono persone di diverse parti d’Italia e non solo, si è messo in rete con realtà nazionali e internazionali, tanto da incidere sulla scelta del governo italiano nel 2020 di bloccare l’invio di bombe in Arabia Saudita.

Grazie anche al rapporto con le chiese evangeliche tedesche del Baden e alla federazione evangelica italiana è stata promossa una rete di imprese locali riunite nel progetto War Free, marchio internazionale registrato, impegnate in attività libere dalla filiera della guerra.

Quando ne parlo registro una forte incredulità. Alcuni si ricordano di simili esperienze e attese che fanno parte della loro gioventù, ma non capiscono che parliamo di una storia attuale che deve fare i conti con scelte di politica industriale che persistono nel non voler investire nella conversione ecologica integrale che impone il ripudio della guerra.

Così la multinazionale che ha perso alcune commesse tra quelle che, prima del clima di riarmo generale indotto dalla guerra in Ucraina, è la depositaria di brevetti esclusivi sui droni kamikaze che vuole sviluppare con la nostra industria.

La prima povertà che ci interpella è la mancanza di prospettive di futuro, di un altro modo di stare al mondo che sia veramente libero, al di là di ogni retorica, dall’idolatria del denaro.

Come storia di riscatto da una povertà imposta da un sistema iniquo, riporto la storia di una famiglia di 6 persone dove il padre, dopo aver perso il posto di lavoro per una delle tante delocalizzazioni selvagge, ha rifiutato di collocarsi nella fabbrica di bombe, accettando anche di emigrare da solo in altre regioni per poter guadagnare qualcosa e ora è tornato a casa in una delle imprese war free.

Questa presa di consapevolezza ci ha condotto in questi anni ad incontrare i portuali di Genova che hanno rifiutato anche loro di essere ridotti ad ingranaggi di un gigantesco nastro trasportatore di armi via mare.

Una scelta coraggiosa che li ha esposti a rappresaglie e anche ad inchieste penali ma che inaspettatamente ha visto una solidarietà pubblica anche da quel mondo cattolico timoroso di esporsi con certi “estremisti” che il papa ha invitato, invece, a prendere come esempio. Il 2 aprile anche con la pastorale sociale nazionale e la stessa diocesi di Genova abbiamo condiviso come movimento una marcia pubblica in città con istanze rivolte alla capitaneria di porto.

Ora è evidente che senza un impegno deciso per una conversione economica e di scelte industriali i nostri amici portuali resteranno esposti ai pericoli, a partire dalla sicurezza economica delle loro famiglie. Non possiamo perciò fermarci alla solidarietà. Serve a poco citare La Pira restando alle gesta di 50 anni fa. Chi vuole prendere sul serio il suo impegno profetico deve ripartire da luoghi come il porto di Genova.

Infine una terza finestra in questo discernimento che parte dalla vita. Nel 2021 abbiamo lanciato assieme ad altri un appello alle associazioni e movimenti cattolici per prendere sul serio per l’Italia l’appello del papa ad aderire al trattato Onu del 2017 che mette al bando le armi nucleari. Come chiede la campagna “Italia ripensaci” promossa da Rete pace e disarmo.

Non un vano documento formale che si firma con la convinzione della sua irrealizzabilità considerando la collocazione internazionale del nostro Paese in un’alleanza militare che fa della deterrenza nucleare un punto invalicabile. La questione è molto più profonda. Si tratta di interrogarci profondamente sullo scenario apocalittico di scomparsa dell’umanità che Francesco ci invita a prendere sul serio. Alla radice, come aveva messo in evidenza con grande lucidità Thomas Merton, c’è il fatto che la bomba è diventata di fatto il nostro idolo, la fonte della nostra salvezza al posto di Dio. In verità è un demone falso e tragicamente fallibile come dimostra il fatto che la diffusione di tali ordigni di morte è così diffusa senza controllo che la federazione degli scienziati americani ci avvertono che siamo a pochi minuti dalla mezzanotte nucleare.

Eravamo giunti a promuovere un incontro sul tema molto partecipato da diverse realtà a livello nazionale il 26 febbraio, ma questo appuntamento è venuto a cadere a due giorni dalla data che segna un cambiamento d’epoca con il ritorno della guerra in Europa, tra nazioni di tradizioni cristiane, senza intravedere una via d’uscita e con la prospettiva esplicitata dell’uso dell’arma nucleare in grado di innescare la scintilla dell’autodistruzione.

Come aveva visto, con lucida premonizione, Alex Langer, senza una capacità di proporre alterative credibili saremo travolti dalla logica implacabile della guerra giusta invocata da ogni parte in causa.

Ed è questo il dilemma e lo smarrimento che ci troviamo a vivere anche dentro la Chiesa davanti ad uno scenario che può evolvere in ogni momento. Credo che per un discernimento comune bisogna partire umilmente da questa condizione che ci interpella profondamente e ci fa sentire vicini coloro che oltre 100 anni fa si son trovati a risvegliarsi come sonnambuli precipitati nella prima guerra mondiale.

Per questo motivo sosteniamo l’iniziativa di Stopthewarnow che si è recata più volte in Ucraina e la prossima manifestazione del 5 novembre a favore del cessate il fuoco e l’apertura di un negoziato di pace.

Concludo perciò con questa citazione dell’autobiografia di Igino Giordani, cofondatore del Movimento dei Focolari, scritta al temine della sua vita raccontando l’esperienza dei suoi 20 anni vista da chi poi è diventato un forte oppositore della dittatura, padre costituente e promotore della prima proposta di legge sull’obiezione di coscienza in Italia già nel 1949.

   «Avendo trovato un posto in un Ministero, mi accinsi a menare una vita tranquilla. Difatti, pochi mesi appresso (1915) scoppiò la Prima Guerra mondiale. I nazionalisti, i lettori di D’Annunzio, gl’intossicati della letteratura antiaustriaca ci videro l’occasione per rinnovellare l’impero di Cesare Augusto, cogliere allori con rime e sopra tutto trovare un posto in carriere senza fatiche. Ed esplosero comizi guerrafondai in piazza, ai quali io andavo per protestare contro la guerra; tanto che una volta un personaggio da me stimato, ascoltando le mie grida mi ammonì: – Ma lei vuol farsi ammazzare!

Già: io non capivo come si potesse generare alla vita un giovane, farlo consumare negli studi e nei sacrifici, al fine di maturarlo per una operazione, in cui lui avrebbe dovuto uccidere gente a lui estranea, sconosciuta, innocente, ed egli a sua volta avrebbe dovuto farsi uccidere da gente alla quale non aveva fatto alcun male. Vedevo l’assurdità, la stupidità, e sopra tutto il peccato della guerra: peccato reso più acuto dai pretesti con cui la guerra si cercava e dalla futilità con cui si decideva.

Il Vangelo, meditato già abbastanza, m’insegnava, come dovere inseparabile, di far del bene, non di uccidere; di perdonare, non di vendicarmi. E l’uso della ragione mi dava quasi la misura dell’assurdità d’una operazione, la quale as­segnava i frutti della vittoria non a chi aveva ragione, ma a chi aveva cannoni; non alla giustizia, ma alla violenza […].

Nel «maggio radioso» 1915, fui chiamato alle armi. […] Quante trombe, quanti discorsi, quante bandiere! Tutta roba che infittiva dentro il mio spirito la repugnanza per quegli scontri, con governi che, incaricati del bene pubblico, attuavano il loro compito ammazzando figli del popolo, a centinaia di migliaia, e distruggendo e lasciando distruggere i beni della nazione: il bene pubblico. Ma quanto tutto ciò mi apparve cretino! E soffrivo per milioni di creature, alle quali si soleva per forza far credere nella santità di quegli omicidi, santità attestata anche da ecclesiastici che benedicevano cannoni destinati a offendere Dio nel capolavoro della creazione, a uccidere Dio in effige, a realizzare il fratricidio in persona di fratelli, per di più battezzati.

Quale recluta fui mandato a Modena, dove c’era una specie di università per la formazione di guerrieri e duci. Venendo da Virgilio e Dante, lo studio di certi manuali, dove s’insegnava a ingannare il nemico per giungere ad ammazzarlo, mi fece tale effetto che, con una imprudenza non superabile, scrissi su uno di essi: – Qui s’impara la scienza dell’imbecillità –. Ben altro concetto avevo io dell’amor di patria. Lo concepivo infatti come amore; e amore vuol dire servizio, ricerca del bene, aumento del benessere, per la produzione di una convivenza più felice: per la crescita e non per lo stroncamento, della vita».

Vedi anche: https://www.focolaritalia.it/2016/11/30/economia-disarmata-gruppo-riflessione-azione/




A Pompei, un convegno a vent’anni dalla Rosarium Virginis Mariae

CONVEGNO COMPLETO SU YOUTUBE

VIDEO INTERVENTO DI MARGARET KARRAM

TESTO DELL’NTERVENTO

Contemplare Gesù con gli occhi di Maria

A distanza di vent’anni dal 16 ottobre 2002 quando San Giovanni Paolo II firmò, durante l’udienza generale in Piazza San Pietro, la Lettera apostolica “Rosarium Virginis Mariae” dedicata al Santo Rosario, si è tenuto oggi pomeriggio, 19 ottobre, nella Sala Marianna De Fusco del Santuario di Pompei, un convegno dal titolo “Contemplare Gesù con gli occhi di Maria”. All’incontro, organizzato nell’ambito delle celebrazioni per
l’Anno longhiano, iniziato lo scorso 1° ottobre per ricordare l’arrivo del Beato Bartolo Longo a Pompei, avvenuto nel mese del Rosario del 1872, centocinquant’anni fa, hanno preso parte l’Arcivescovo della Città mariana, Monsignor Tommaso Caputo; l’Arcivescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, Monsignor Domenico Sorrentino; la Dottoressa Margaret Karram, Presidente dell’Opera di Maria, il Movimento dei Focolari.
Non poteva che essere Pompei ad ospitare il convegno commemorativo. Vent’anni fa, infatti, Papa Wojtyla volle, accanto a sé, mentre apponeva la sua firma al testo del magistero, proprio il Quadro della Madonna di Pompei, “accompagnato” a Roma da circa 1500 pompeiani, guidati da Monsignor Sorrentino che, allora, era Arcivescovo Prelato di Pompei.
«Il fuoco ardente che brucia, nascosto in quella corona che scorriamo tra le dita – ha spiegato Monsignor Caputo introducendo il Convegno – è la ragione stessa del nostro Santuario ed è la ragione che ha portato tutti noi ad essere qui, stasera, nel 20° anniversario della Lettera Apostolica “Rosarium Virginis Mariae”». «Centocinquant’anni fa – ha proseguito il Prelato – il giovane avvocato giungeva, per motivi professionali, nella Valle che egli stesso definì “desolata”, abitata da alcune centinaia di contadini costretti a convivere con la malaria e con le ruberie di briganti. In quell’ottobre del 1872, Bartolo Longo ascoltò un’ispirazione interiore, che non finiremo mai di ripetere: “Se cerchi salvezza, propaga il Rosario. È promessa di Maria. Chi propaga il Rosario è salvo!”. Egli, sospinto dallo Spirito Santo, interiorizzò quelle parole e scoprì la volontà di Dio su di lui. Non lasciò più Pompei. Da quel momento e per tutta la sua lunga vita, nella costante fedeltà all’ispirazione iniziale, egli divenne strumento di un progetto di Dio, mediato da Maria; un progetto ogni giorno più sorprendente e degno di stupore. E quale progetto! “Se cerchi salvezza, propaga il Rosario. È promessa di Maria. Chi propaga il Rosario è salvo!”. Senza il Rosario non ci sarebbe stato l’arrivo a Pompei, il 13 novembre 1875, dell’Icona che tutti veneriamo e non ci sarebbero state altre pietre miliari, come l’inizio della costruzione del Santuario, l’8 maggio 1876, o l’inaugurazione della prima delle numerose opere di carità, l’Orfanotrofio femminile, l’8 maggio 1887. Senza il Rosario non sarebbe sorta la nuova Città di Pompei, costituita Comune nel 1928».
«Nel Rosario c’è la salvezza», ha affermato Monsignor Sorrentino nella sua relazione, che ha “accompagnato” i presenti in un autentico “viaggio” nella Lettera apostolica di Papa Wojtyla, illuminandone alcuni aspetti particolari. «In questo momento segnato dalla guerra in Ucraina – ha proseguito – comprendiamo che la nostra umanità è uscita bella dalle mani di Dio ed è stata deturpata dal peccato originale e da quel primo episodio di violenza fratricida tra Caino e Abele. È stata poi una sequenza infinita di episodi di violenza. E lo è ancora oggi. Abbiamo bisogno di salvezza, che in ebraico è Yehoshu’a, per noi è Gesù». «Nella frase di Maria a Bartolo Longo, “Chi propaga il Rosario è salvo!” – ha sottolineato – la Madonna gli riconsegna Dio per ridonarlo all’umanità. (…). Nella “Rosarium Virginis Mariae”, Giovanni Paolo II, come il Papa del Rosario Leone XIII, diede al Rosario due missioni: la famiglia e la pace. La famiglia non intesa solo come legame coniugale, ma come unione generale del mondo. E la pace cosmica, sociale, universale».
Il terzo intervento è stato affidato a Margaret Karram, dal 2021 terza Presidente del Movimento dei Focolari dopo la Serva di Dio e Fondatrice, Chiara Lubich, e Maria Voce. La relatrice, in prima linea nella promozione del dialogo tra le religioni e tra i popoli, ha parlato del Rosario come “preghiera di pace”: «Ciò che mi ha colpito di più oggi della Lettera Apostolica “Rosarium Virginis Mariae”, a vent’anni dalla sua pubblicazione, è la sua straordinaria attualità ed in particolare, l’accorato appello a pregare il Rosario per chiedere alla Vergine il dono della pace. E non potrebbe essere diverso, in questi mesi in cui stiamo vivendo “in diretta” il dolorosissimo conflitto tra Russia e Ucraina alle porte dell’Europa, ma non solo, se pensiamo anche ad altri Paesi più o meno raccontati dai media come Yemen, Siria, Libia, Afganistan, e altri». Nello scorrere delle giornate, in cui ogni persona è sempre così carica di “cose da fare”, è sempre più necessario recuperare la dimensione della spiritualità. «Vi confido – ha continuato Karram – che recentemente ho sentito più forte che mai il richiamo a ricercare il rapporto con Dio, a dar tempo alla preghiera. Mi sono accorta che a scandire le mie giornate era un’agenda fitta di appuntamenti e, dovendo scegliere a cosa dare precedenza, ho sentito dentro il richiamo all’essenziale, a radicarmi in Dio: Colui per il quale ho scelto di vivere. Solo così, ne ero certa, avrei potuto dare il mio contributo per indirizzare la mia vita e quella del Movimento dei Focolari sempre più verso il Vangelo, radice di tutto. È nata da qui l’esigenza di proporre a tutto il Movimento dei Focolari per i prossimi mesi, di approfondire la vita interiore e la preghiera, perché singoli e comunità intere possano riscoprirla e viverla come vero colloquio e sincero dialogo con Dio». Quel 16 ottobre 2002, era in piazza San Pietro anche Chiara Lubich, alla quale, con una lettera, il Santo Padre affidò il Santo Rosario perché il Movimento lo promuovesse nel mondo.
Al termine del convegno, i partecipanti hanno raggiunto il Santuario, dove insieme hanno recitato il Santo Rosario, guidato dal Rettore, monsignor Pasquale Mocerino. La giornata si è conclusa con la concelebrazione della Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo Sorrentino.
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Fonte: https://www.santuario.it