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Parola di vita adolescenti ottobre 2023

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La mia vocazione al silenzio è nata in una metropoli

La mia ricerca e frequentazione di Silenzio si è alimentata nel rumore.
Nel rumore del traffico, nel vociare delle persone, nello sbattere dello sportello di un cassonetto, nell’ululato di una sirena.
Come dicono alcuni santi: “come puoi guadagnare il Paradiso se non lavi i piedi al tuo prossimo?”
Come pensi di lavare i piedi al tuo prossimo se vivi lontano da tutti?
Cercare di capire cosa sia il silenzio, questo aiuta.
Se affermiamo che Dio è in tutto e tutto in Dio, allora sappiamo che la metropoli è il posto ideale per incontrarLo.
Silenzio non è assenza di suoni più o meno fastidiosi, ma Presenza che riempie e spinge fuori ciò che ci allontana da essa.
Silenzio è distacco da quello che adombra la Presenza di Dio.
Quanto “chiasso” ti porti dentro, questo determina il tuo disagio nel cogliere questa Presenza, che è Dio.
Non cadiamo nell’inciampo di sotterrare, di non adoperare, quel talento unico che, per timore di essere giudicati con durezza, teniamo da parte: la capacità di ascolto, di aprirsi alla vita e alla Vita.
Nostalgia del canto degli uccelli e della natura nel giovane in cammino?
Oppure nostalgia di un cuore che parzialmente incontaminato sa ancora camminare e respirare il soffio di ciò che lo circonda?
Se voglio capire le tue parole devo ascoltare, quindi faccio silenzio, metto a tacere la ruota panoramica che ho in testa e le labbra, Ascolto.
Quindi benedetta la metropoli che mi insegna l’Ascolto.
Fa più rumore ciò che sento o ciò che guardo?
Parola di eremita.
Mi viene in mente “il deserto nella città” di Carretto.
Quanta Lode possiamo elevare dal cuore del chiasso.
Unici luoghi materiali dove il chiasso non è salutare sono i luoghi di culto.
(Patrizia Rodi Morabito – Provincia di Reggio Calabria)



Il valore della cura

“Una società si può dire che è umana nella misura in cui i suoi membri si confermano tra di loro” (Watzlawich,1971).

“L’occhio è una regione di quasi calma situata al centro di un ciclone tropicale. È circondato dall’eyewall, un anello di temporali torreggianti dove avvengono i fenomeni più forti”

Mettiti anche tu con me nell’occhio, lì dove è quiete. Mettiti con me nella tregua che dà vivere un momento alla volta. Attorno ci possono essere agitazioni di ogni sorta e se ci muoviamo da quel punto fermo rischiamo di esserne travolti. Il ritmo delle nostre giornate di lavoro, qualunque sia la nostra qualifica professionale, è spesso incalzante, sfidante. Non entro nei dettagli perché per ognuno è diverso; per me è confortante pensare che dopo il vortice posso trovare un punto fermo: lì dove ci incontriamo.

E’ la relazione che ci salva dall’alienazione.

Così questa mattina quando mi chiedi un attimo di parlare. Ti ascolto ma ho già la mia risposta in testa. Occorre fermarsi. Lo faccio e mi accorgo delle lacrime che vogliono uscire a dispetto dei tuoi tentativi di frenarle: capisco cosa voglia dire mettersi nelle scarpe di un altro. Farò di tutto perché tu possa mantenere il tuo entusiasmo.

Sei una persona discreta e usi spesso un tono di voce più basso del normale, parli quasi scusandoti che devi per forza chiedermi qualcosa. Per sentirti bene devo fermarmi; non meriti una risposta frettolosa. La voce è sottile ma gli occhi sono luminosi.

A volte abbiamo necessità di sentirci al telefono e la prima cosa che mi dici è: “Dottoressa tutto bene, nessuna urgenza”. Sì lo sai che se chiami tu mi preoccupo subito, ma questa tua premura è preziosa. Possiamo confrontarci liberamente, sempre.

Sei arrivata da poco tra noi, il tuo stile è diverso dal mio. Penso di aiutarti con suggerimenti protettivi ma così ti spingo verso l’anello esterno ed inevitabilmente ci scontriamo. Ci rimango male, ma intanto le cose da fare non aspettano. Mi dispiace che sia andata così. Quando non ci penso più ti vedo tornare per un giorno. Un giorno solo ma sufficiente. Quel saluto: grazie per tutto, mi mantiene ancora lì dove tutto è quiete.

Paola Garzi




La Gmg di Lisbona, la gioia è contagiosa

Alcune impressioni dei partecipanti dei gruppi dei Focolari di tutta Italia e Albania

Di Aurelio Molè

«Vieni e vedi!». Il motto evangelico vale anche per la Giornata mondiale della gioventù di Lisbona. Senza aver partecipato è difficile ricreare e comunicare lo stesso clima ed esperienza. Presenti un milione e mezzo di giovani provenienti da tutti i Paesi del mondo, tranne le Maldive. Un esercito della pace che su tanti media non ha superato, se non per dovere di cronaca, la soglia dei criteri di notiziabilità. Un bozzetto di mondo unito, di fatto, realizzato. Dallo schermo tv, fuori dalle inquadrature, a volte, sfuggono, quei frangenti di vita soprannaturale, dei veri «momenti di Dio», che sono l’essenza dell’esperienza della 37° Gmg.

Migliaia di giovani che si inginocchiano durante la Via Crucis, momenti di silenzio infinito durante la Veglia conclusiva a Parco Tejo. Cosa avrà detto Gesù ad ognuno di loro? Nel loro cuore a tu per tu con Dio? Dall’Italia, con i gruppi dei Focolari, hanno partecipato in molti. Abbiamo cercato di raccogliere alcune loro impressioni.

Arianna di Milano scrive: «La cosa che mi ha colpito di più è stato il peso dato alla sfera della spiritualità. Mi pare di aver recuperato una dimensione che mi sembrava un po’ dispersa e ho sentito qualcosa di nuovo sia nei momenti collettivi che in quelli di maggiore raccoglimento. Alcune situazioni mi sono sembrate quasi surreali per lo scarto tra quello che stavamo vivendo a Lisbona e qualsiasi altra esperienza aggregativa. Il sentimento più forte che ho provato è stato quello di appartenenza, di identità, al netto di diversità molto forti che alla Gmg apparivano evidenti. Grazie alle parole del Papa e a quello che abbiamo sentito mi sono sentita infondere un senso di trascendenza che non avevo mai provato».

Gruppo dei Castelli Romani

Dai Castelli Romani e Lazio Sud hanno elaborato una serie di parole chiave: «FRATELLANZA, perché nei momenti in cui qualcuno di noi si trovava in difficoltà, c’era sempre qualcuno pronto a dare una mano e sollevarlo. AMORE, per il moltissimo amore nell’aria che ha contagiato tutti! BELLEZZA, negli occhi e nel cuore di tutte le persone che abbiamo incontrato! GIOIA, condivisa e visibile sugli occhi di tutti. SPERANZA, troppo bello vedere un milione di persone che credono all’amore, quello speciale di Dio!. UNITÀ con tutti, anche se il mezzo di comunicazione, le diverse lingue parlate, non era del tutto efficace, comunque, ci si legava incondizionatamente. RICCHEZZA, in relazione alle esperienze vissute e condivise (esperienze gioiose soprattutto, ma anche sfide che si sono superate man mano). Torniamo a casa più stanchi fisicamente, ma mentalmente carichi per affrontare la quotidianità».

Gruppo di giovani con Margaret Karram

Antonio Romano è uno studente di Ciampino (RM) iscritto all’Accademia di recitazione. L’esperienza della Gmg lo ha maturato sia dal punto di vista umano, con l’incontro di giovani provenienti da tutto il mondo e dal punto di vista religioso, perché si fa, nonostante tutte le difficoltà logistiche, una vera esperienza di Dio. «Un futuro migliore – dice Antonio – non è più utopia, ma una speranzosa realtà, perché noi giovani lo vogliamo e chi ha fede sposta le montagne, perché non è mai solo! L’ essenziale è donare il proprio sacrificio con amore incondizionato per realizzare i sogni di ognuno di noi».

Istruttrice di scherma e studi in Mediazione linguistica e interculturale, Francesca Di Giulio di Ariccia (RM) sottolinea «la resilienza e lo spirito di adattamento anche nelle situazioni più difficili», perché hanno vissuto dei giorni fuori dalla zona comfort e dai soliti schemi facendo «un’esperienza meravigliosa che mi ha permesso di scoprire qualità che non credevo di possedere».

«Provate, pensate – commenta Francesco Gattadi fare esperienze di questo genere. Dormire per terra, mangiare cibo dentro delle scatolette e non in un piatto o avere solamente un pezzo di pane per reggersi e fare chilometri a piedi: è una cosa più unica che rara, per noi che abitiamo in un Paese dove non manca nulla. Vivere un’altra realtà ti fa apprezzare anche le cose minime e i piccoli gesti. Avrai così il tuo giusto equilibrio e potrai aiutare le persone anche facendo piccole cose, ma che magicamente diventano grandi».

Da Torino, l’accompagnatrice Christy Sawaya nota come «dopo innumerevoli ore di sonno, dopo avere svuotato il frigo diverse volte, nell’anima non ricordo stanchezza, sporcizia, sfide, ma l’incanto di aver incontrato Dio e fratelli veri, di aver avuto momenti di silenzio dentro e fuori di me, di essermi buttata ad aiutare concretamente, anche quando difficilmente si riusciva a stare in piedi, di essermi sentita amata, accolta, e perciò anch’io capace di amore e accoglienza. Ho tantissima gratitudine a Dio, a ognuno/a con chi abbiamo condiviso quei giorni, e soprattutto l’esperienza di vedere che l’unità vissuta nel silenzio che grida gioia e testimonia vita ai fratelli che, prima di salutarci, chiedono di continuare il cammino insieme».

Gruppo di Roma

Una grande gioia provata da tutti come testimonia anche Greta Cardilli di Roma: «A me hanno colpito molto le parole del Papa: “La gioia è missionaria”. La dobbiamo portare agli altri, non tenerla solo per noi stessi. L’abbiamo ricevuta da coloro che sono stati parte della nostra vita e che rappresentano le radici della gioia. Noi giovani dobbiamo trasmettere questa gioia che crea altre radici».

Gruppo di Latina

Da Latina ha partecipato anche un gruppo della parrocchia di San Luca. Per Giulia Zorzetto «è stata un’esperienza che ha segnato tutti noi; faremo tesoro dei momenti passati insieme, della gioia vista sui volti degli altri giovani, delle chiacchiere scambiate con i ragazzi stranieri, dell’aria di festa presente in ogni piazza e strada di Lisbona, memori di come questi momenti ci abbiano aiutato a crescere come singoli, ma soprattutto nel nostro cammino di fede».

Singolare l’esperienza di un gruppo di 32 giovani, soprattutto del Friuli, che ha deciso di andare fuori schema e condividere la Gmg di Lisbona andando a trovare i loro coetanei in Albania e seguire con loro l’evento a distanza. Il programma si è dipanato in due fasi: la prima, dal 2 al 6 agosto, a Tirana; la seconda, dal 6 al 12, nel sud del Paese, nella località turistica di Valona, ma ne parleremo in un successivo articolo più dettagliatamente. Il senso di questi giorni è ben spiegato dall’accompagnatore Fabio Teofani: «La nostra è stata un’esperienza di grande gioia per tanto amore dato e, soprattutto ricevuto». Il titolo dell’iniziativa, “Think outside the box”, pensa fuori dagli schemi, li ha portati a spostarsi per operare nelle periferie «che si rivelano un cammino d’amore, sempre via di “resurrezione”, che ha trasformato tanti cuori, compresi i nostri. E le tre parole pronunciate dal Papa durante la Veglia a parco Tejo (“brillare, ascoltare e non temere”) le ho viste riflesse negli occhi e incarnate nelle azioni dei nostri giovani. Per me è stata una vera e propria lezione di vita che mi ha riempito il cuore di speranza. Da parte di tutti emergeva un’enorme gratitudine e il desiderio di ritornare quanto prima in questa terra che ormai sentiamo sorella».

Alcuni di questi giovani hanno partecipato alla trasmissione di Rai 1 A sua immagine di domenica 13 agosto, dove potete vedere i loro volti e ascoltare le loro impressioni.

Alcuni giovani che hanno raccontato le loro impressioni sulla Gmg di Lisbona ad A sua immagine di Rai1

Videomessaggio del Papa ai giovani della Gmg: tenete vivo il ricordo di Lisbona




Progetto: “Prendersi cura dell’Italia”. Carta degli impegni

Il progetto “Prendersi cura dell’Italia” è stato sollecitato dall’urgenza di rispondere alle ferite della società causate, a più livelli, dall’attuale pandemia.

In Italia esiste un tessuto sociale molto attivo. Anche nell’ambito del Movimento dei Focolari, i suoi membri hanno intrapreso varie iniziative, spesso in collaborazione con altre persone e associazioni/istituzioni.

Papa Francesco, nell’enciclica “Fratelli tutti”, afferma: “Prendersi cura del mondo che ci circonda e ci sostiene significa prendersi cura di noi stessi. Ma abbiamo bisogno di costituirci in un “noi” che abita la Casa comune (da “Fratelli tutti” – par. 17).

Da qui, l’obiettivo concreto del Progetto “Prendersi cura dell’Italia”: partendo dalle numerose azioni già in atto, vorremmo contribuire a costituire questo “noi” e diffondere  una cultura nuova, la cultura della cura.

La “Carta degli impegni” vuole essere uno strumento per l’applicazione di questo Progetto:guardare insieme alla complessità dei problemi e cercare di lenire le tante ferite che attraversano il nostro Paese, senza esimerci di rivolgere lo sguardo al mondo intero. Questa “Carta” enuncia, a titolo esemplificativo, alcune azioni che potranno essere prese di mira ma vuole rimanere un documento aperto a tutte quelle che si renderanno necessarie.

Il luogo privilegiato in cui poter declinare le più varie azioni attuative del Progetto, sono le numerose comunità locali sparse in tutto il Paese che potranno renderlo così più solidale.

L’auspicio è che ciascuno possa sperimentare gli effetti del “prendersi cura” gli uni degli altri!

Carta degli Impegni

Per maggior informazioni verso.impegnocivico@gmail.com




“Economia disarmata”: gruppo di riflessione e azione

Gruppo di riflessione e azione su disarmo, riconversione e cammino della pace   promosso dal Movimento dei Focolari Zona Italia

Dopo la prima assemblea generale del Movimento dei Focolari in Italia, tenutasi a Castel Gandolfo dal 23 al 25 ottobre 2015, si è costituito un gruppo di lavoro per dare attuazione alla direttiva di seguire l’impegno per la costruzione della pace a partire dalle scelte nel campo della finanza e dell’industria del nostro Paese.

Il gruppo, che si è autodefinito, perciò, con il nome di “Economia Disarmata

  • Esercita un’attività di riflessione a servizio di azioni coerenti e consapevoli
  • Promuove direttamente e sostiene le attività di formazione e di impegno che si intende intraprendere in tal senso in Italia
  • Esprime posizioni nel dibattitto pubblico in concorso e condivisione con i responsabili nazionali del Movimento dei Focolari.

L’impegno per la pace è coessenziale al carisma dell’unità del Movimento nato storicamente con Chiara Lubich, sotto il bombardamento della città di Trento, e che ha come cofondatore Igino Giordani, che si definiva “deputato di pace” e perciò segno di contraddizione. Un tratto mantenuto ben saldo nel servizio svolto da Città Nuova con riferimento ai ricorrenti scenari di guerra.

Il primo compito da affrontare è quello dell’educazione integrale capace di alimentare una coscienza in grado di ribellarsi sempre verso la menzogna e la violenza.

Come osserviamo abitualmente, la consapevolezza dell’ingiustizia può produrre, invece, solo un’indignazione temporanea perché prevale l’accettazione della sconfitta, l’inutilità dell’azione secondo giustizia.

La diffusione più efficace del messaggio con i social media o la presenza agognata sui maggiori mezzi di informazione non risolvono la questione principale di trovare un soggetto umano capace di prendere posizione, anche da solo se necessita. Ce ne accorgiamo con molti dei nostri compagni di viaggio, anche e soprattutto credenti, che, pur bravi e sensibili, hanno interiorizzato una sconfitta profonda, fino a percepire l’impossibilità di poter fare qualcosa per cambiare il mondo.

Esiste una frattura molto profonda nel vissuto personale conseguente alla fine di ogni mito rivoluzionario. Il campo educativo, non solo per giovani, va quindi pensato a partire da questo stato di cose trovando il modo efficace per andare alle radici della coscienza con percorsi di interiorizzazione della vicenda di Milani, Mazzolari, La Pira, Giordani, Capitini, ecc.

Tra le tappe del percorso di questo gruppo di lavoro si segnala il sostegno all’iniziativa sulla politica di pace e disarmo promossa il 16 marzo 2016 presso la Camera dei deputati dai Giovani per un mondo unito e dalle scuole di partecipazione del Movimento politico per l’unità.  Il dialogo avviato con alcuni parlamentari e pezzi della società civile ha condotto i responsabili del Movimento dei Focolari in Italia a prendere esplicita posizione sulla violazione della legge 185/90 che vieta l’invio di armi nei Paesi in guerra.

Di Economia civile e disarmata si è parlato, in maniera sempre più approfondita, e creando sinergie, con l’istituto universitario Sophia , il Polo Lionello per l’economia di comunione e Banca Etica a Loppiano il 19 aprile 2016.

Sempre a Loppiano, l’11 maggio si è svolta un’intera giornata seminariale promossa da Made in the world (associazione di riflessione per l’impegno sindacale), dove è stata affrontato il nodo della politica industriale di Finmeccanica e il ruolo dei lavoratori nelle aziende di armi.

Per dare continuità all’impegno e all’esplicita presa di posizione del Movimento dei Focolari in Italia, si è stimolato un confronto aperto in sede parlamentare con un seminario promosso dal Movimento politico per l’unità il 5 luglio 2016 presso la Camera dei Deputati su “Guerre, scelte di pace e riconversione industriale”. L’incontro è stato promosso assieme a numerose associazioni e reti civili con la partecipazione, oltre di deputati senatori diversi parlamentari delle commissioni industria e difesa, di due relatori di prestigiosi centri di ricerca: l’istituto Archivio Disarmo, con il quale è già iniziato un rapporto di collaborazione, e l’istituto Affari internazionali.

Alla questione dell’Economia disarmata è stata dedicata una parte significativa del programma della scuola estiva promossa a Siracusa dal 2 al 12 agosto 2016 dai Giovani per un mondo unito.

Il Movimento dei Focolari ha aderito e invitato alla partecipazione della Marcia Perugia Assisi 2016 per la pace e la fraternità del 9 ottobre, facendo precedere tale gesto, che ha coinvolto come sempre un centinaio di migliaia di persone di diverse culture, da un convegno svoltosi il 5 ottobre presso il Centro La Pira di Firenze assieme a  diverse associazioni (Fondazione Balducci, Rete Disarmo, Fondazione don Milani, Dialogo interreligioso).

In questa occasione i presenti, hanno ricevuto l’invito a continuare nella strada intrapresa da Michele Gesualdi, uno dei ragazzi della scuola di Barbiana che resta l’esperienza feconda di formazione delle coscienze alla pace senza sconti e compromessi fino alla necessaria disobbedienza alle leggi ingiuste.

Nell’ottica di andare alle radici di una scelta di pace è stato avviato un percorso di confronto tra la scuola del pensiero del realismo politico che giustifica la guerra giusta (Niebuhr), il centro La Pira di Firenze e l’associazione italiana Thomas Merton.

In vista della settimana mondo unito a Firenze del maggio 2017 si vuole offrire, tra l’altro, una conoscenza sempre più diretta dell’esperienza di don Milani andando alle radici del ripudio della guerra espressa nella lettera ai cappellani militari.

Nel più lungo termine, si vuole proporre  a cominciare dall’estate 2017, nel pieno del triennio di rievocazione del primo conflitto mondiale, un percorso di approfondimento sui luoghi dove si è consumata “l’inutile strage” che, secondo una certa retorica, avrebbe forgiato l’unità nazionale, ma che, in effetti, rappresenta la rottura epocale, spesso rimossa, che continua a segnare la nostra epoca avvolta da quella che papa Francesco invita a riconoscere come una guerra mondiale a pezzi alimentata da un’insensata economia delle armi.

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Azione Cattolica e Focolari insieme

Intervista a Cristiana Formosa e Gabriele Bardo, responsabili del Movimento dei Focolari in Italia, in occasione dell’incontro delle presidenze diocesane di Azione Cattolica.

a cura di Giulio Meazzini

Nei giorni passati a Castel Gandolfo si è svolto l’incontro delle presidenze diocesane di Azione Cattolica. I 750 responsabili associativi hanno discusso sul tema “La Chiesa che sogniamo. Un cantiere sinodale per un’estate eccezionale”. All’incontro hanno partecipato come osservatori anche Cristiana Formosa e Gabriele Bardo, responsabili del Movimento dei Focolari in Italia. Li abbiamo intervistati.

Cosa vi ha colpito partecipando all’incontro di Azione Cattolica?

Intanto la grande gioia che traspariva da tutti i partecipanti, abbiamo proprio toccato con mano la bellezza di questo incontro. Poi la varietà, geografica, anagrafica e di vocazione – laici e sacerdoti – di questi dirigenti di AC, provenienti praticamente tutte le diocesi italiane; tanti i giovani presenti con incarichi di responsabilità: da loro abbiamo ascoltato interventi maturi, esigenti e ricchi di prospettive.

Ci ha poi colpito il fatto che questo tipo di incontro trasversale, con tutte le generazioni di AC riunite insieme e non per settori, era la prima volta che si faceva in questi ultimi anni post pandemia. Questa parola “insieme” sottolinea un’irrinunciabile esigenza che sta risuonando pure nel nostro Movimento, ma in realtà in tutta la Chiesa, che si sta apprestando a vivere l’imminente Sinodo Universale.

Quali spazi di collaborazione concreta vedete tra Azione Cattolica e Focolari?

La presenza di tante sorelle e fratelli di AC riuniti al Centro Mariapoli di Castelgandolfo è un altro segno dell’ormai consolidato rapporto di amicizia e fraternità tra le nostre due realtà. Come dimenticare lo speciale incontro tra le due presidenze avvenuto il 13 maggio dello scorso anno presso la sede nazionale di AC?

E le collaborazioni a livello nazionale, e locale, pian piano crescono sempre di più in diversi campi, ad esempio con scambi sulle metodologie di formazione a livello di bambini e ragazzi, ma soprattutto sono consolidate nella promozione di iniziative concrete per la pace, come i vari appuntamenti proposti negli ultimi anni, insieme al mondo dell’associazionismo cattolico, per chiedere l’adesione dell’Italia al trattato ONU per la proibizione delle armi nucleari.

Ora c’è bisogno di un ulteriore salto di qualità, crescere nella collaborazione a livello di comunità locale.

Ce ne daranno l’occasione due importanti eventi, promossi dalla Chiesa Italiana, di cui Movimento dei Focolari e Azione Cattolica sono tra gli organizzatori insieme ad altre associazioni ecclesiali: il prossimo 16 novembre a Roma ci sarà un appuntamento di testimonianze sul perdono e la pace, con la presenza del Cardinale Zuppi; il 31 dicembre ci troveremo per la tradizionale marcia della pace, che quest’anno si terrà a Gorizia.

Alla luce di queste due importanti iniziative nazionali, è arrivato l’appello della CEI perché diocesi e associazioni si incontrino e mobilitino insieme nell’organizzare in quello stesso periodo tante manifestazioni a livello locale, per diffondere e incrementare la costruzione di quella “cultura di pace” di cui oggi c’è bisogno come non mai.

Abbiamo ascoltato il presidente Giuseppe Notarstefano indicare questo come uno dei percorsi principali per l’anno sociale di tutte le realtà diocesane di AC e ce ne siamo rallegrati perché anche come Movimento dei Focolari in Italia abbiamo diffuso questi appuntamenti a livello nazionale e locale come programma dei prossimi mesi.

Fonte Città Nuova

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Vita della Parola: tra storie&testimonianze

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Disponibile anche sul Canale YouTube @Focolaritalia

In collaborazione con la cittadella di Loppiano, iniziamo la pubblicazione di una nuova serie di Podcast (dopo le precedenti due che stiamo pubblicando da diversi mesi, cioè la Parola di Vita e Gocce di luce)  dal titolo: Vita della Parola: tra storie&testimonianze”.

Ogni mese, fin dagli albori del Movimento dei Focolari con Chiara Lubich a Trento, viene scritto un commento ad una frase del Vangelo: il noto foglietto della Parola di Vita viene oggi diffuso in circa 90 tra lingue e idiomi,  attraverso stampa, radio e televisione.

Sappiamo che la Parola di Dio è qualcosa di molto prezioso, va ascoltata, accolta, meditata, studiata, vissuta e testimoniata, e non basta ancora …. anche comunicata attraverso le esperienze, come un dono reciproco.

La grande novità della “Parola di vita” sta proprio nel fatto che possiamo condividere le esperienze, così come Chiara Lubich spiega quanto accadeva agli inizi: «Si sentiva il dovere di comunicare agli altri quanto si sperimentava, anche perché si era consci che donando l’esperienza rimaneva . . . mentre non donando lentamente l’anima si impoveriva».

Questa condivisione continua tuttora e vogliamo incrementarla ancora di più, anche attraverso questi podcast: “Vita della Parola: tra storie e testimonianze”, per una reciproca edificazione alla vita del Vangelo.

La prima testimonianza che vi proponiamo è quella di Mazia Gorton, cittadina di Loppiano da tanti anni; il prossimo episodio sarà una raccolta di esperienze dei giovani che sono stati alla GMG 2023 in Portogallo.

https://www.focolaritalia.it/podcast/vita-della-parola-tra-storie-testimonianze-mazia-gorton/

disponibile anche su YouTube:

ed a breve su Spotify (Cittadella di Loppiano)




Formato Famiglia: parola d’ordine “condividere”

Dal 16 luglio al 6 agosto scorso, il progetto “Formato Famiglia”, proposto a Loppiano dal Movimento Famiglie Nuove, ha accolto circa 35 famiglie provenienti da varie parti di Italia, Spagna, Francia, Belgio, Messico, Costa Rica e Cina. Tre settimane all’insegna della condivisione.

La promessa era quella di una pausa di riposo e riflessione nella cittadella internazionale dei Focolari, vicino Firenze, immersi nell’armoniosa bellezza della campagna toscana. Un programma poco strutturato, come si addice ad ogni vera vacanza, con tanto spazio alla scoperta di Loppiano, dei suoi abitanti, e molteplici occasioni di condivisione con le altre famiglie ospiti e ospitate: durante i momenti di formazione, le passeggiate, le cene, le visite guidate al Santuario o ai laboratori d’arte.

Questa la versione estiva di Formato Famiglia, l’appuntamento che in autunno, inverno e primavera, con programmi di approfondimento su tematiche familiari d’attualità, ha attirato, ogni ultimo weekend del mese, tante famiglie nella cittadella.

«Abbiamo voluto caratterizzare l’offerta estiva con ritmi più distesi – racconta Barbara Rovea del Movimento Famiglie Nuove, animatore dell’esperienza – senza grandi programmi quotidiani ma con tanto spazio al semplice fare vacanza assieme. Con la possibilità di dialogare, confrontarsi, scambiarsi le esperienze, condividere le proprie vite, le difficoltà».

Un’esperienza aperta a tutti: coppie, famiglie con figli, nonni, nipoti, giovani e fidanzati. Una formula semplice che ha incontrato il gradimento di 35 famiglie di varie provenienze italiane e europee ma anche di altri Paesi: come Messico, Costa Rica e Cina. Otto le famiglie che si sono alternate nel team di servizio.

«Il primo scopo di Formato Famigliaprecisano Santina e Pierluigi, referenti del progettoè l’accoglienza. Le famiglie oggi sono abbastanza sole, durante l’anno. Rare sono le reti di sostegno reciproco. Non sempre si hanno luoghi dove potersi aprire o condividere, per esempio, i problemi legati all’educazione dei figli o al rapporto di coppia. Con questa esperienza noi ci rivolgiamo proprio a tutti, non serve far parte del Movimento dei Focolari o avere un riferimento religioso cristiano per partecipare. Formato Famiglia vuole essere questo spazio aperto, che dà l’opportunità di condividere, in un clima di fiducia reciproca».

Com’è andata?

Marco ed Elisa sono arrivati a Loppiano senza conoscere nessuno: «Grazie a tutte le persone che ci hanno accolto e accompagnato – scrivono alla fine della loro esperienza – sono state una presenza calorosa ma mai invadente. Importanti punti di riferimento».

Dalla Spagna, sono arrivati in 19, partecipando al viaggio artistico-spirituale in Toscana organizzato dal Movimento Famiglie Nuove locale. Erano di diverse zone del Paese, con età, situazioni e convinzioni diverse. «Le famiglie che hanno vissuto quest’anno l’esperienza della Scuola Loreto e quelle del team di Formato Famiglia hanno preparato ogni visita ai diversi luoghi della cittadella con un amore squisito, assieme all’aperitivo, al caffè, alla grigliata… Soprattutto, le due mattine in cui ci hanno raccontato le loro esperienze di vita. L’autenticità della vita vissuta e la dedizione convertono e trasformano!». Da questo gruppo di famiglie spagnole arriva anche un grande incoraggiamento: «Questa iniziativa di Formato Famiglia ha un futuro pieno di speranza. Le famiglie hanno bisogno di spazi sani, profondi, accoglienti, di testimonianze che costruiscono e aiutano».

Allora, appuntamento ad ottobre, per la nuova stagione del consueto Formato Famiglia in formato weekend, che promette uno sguardo prioritario alle giovani copie di fidanzati, famiglie e single.

Tamara Pastorelli

Fonte sito www.loppiano.it 




Parola di vita adolescenti settembre 2023

 

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Come si è concluso il Campo di lavoro dei giovani a Sarsina?

Del Campo di lavoro dei giovani a Sarsina ne abbiamo già parlato in un predente articolo di alcuni giorni fa e lo potete leggere qui. Riportiamo quanto vissuto negli ultimi giorni e, se così si può dire, le conclusioni . . . 

Siamo dunque giunti al termine. Difficile condensare in poche righe una realtà tanto varia e coinvolgente. Al momento di partire qualcuno piangeva, altri nascondevano meglio la commozione, tutti erano consapevoli di aver fatto una esperienza unica che li ha segnati.

Il lavoro che hanno svolto è stato molto duro, altro che venire un giorno a spalare cantando ‘Romagna mia’. Sei giorni in cui non si sono risparmiati, specie le ragazze, che hanno fatto cambiare idea a Giovanni sul rapporto donne-legna, donne-trattore, donne- fatica. Il rapporto fra tutti è costantemente cresciuto; senza una sola sbavatura, un solo giudizio, un solo lamento.

Significativo il fatto che una sera, a tavola, ci siamo accorti che nessuno aveva con sé il cellulare; o che tutti partecipassero, senza che nessuno glielo avesse chiesto, alla sparecchiatura, lavaggio delle stoviglie e pulizia della cucina.

Eleonora, la buona e sorridente padrona di casa, diceva che la sua cucina non aveva mai brillato così tanto. Qualche eco giunto dai genitori dopo il rientro e al momento della partenza confermavano che vedevano i loro figli cambiati, sereni, maturati. Ringraziavano per aver fatto loro vivere questa esperienza.

Gli incontri con gli amici che salivano a portare la loro esperienza sono sempre stati seguiti con interesse e partecipazione, sia che si trattasse di un Imam che recita una sura con una religiosa cantilena, di un prete che ci propone una liturgia della Parola all’eremo di San Vicinio, di Claudio Di Filippo che ha tenuto una lezione di origami.

Tutto è servito . . . anche l’andare tutti insieme, dopo cena, in un paese poco distante per partecipare alla festa di compleanno di un cinquantenne e dormire poi all’aperto ammirando una splendida stellata; o visitare il Museo archeologico di Sarsina con una guida e poi la Cattedrale con la spiegazione dell’ex parroco e la successiva imposizione del Collare di San Vicinio; o l’uscita serale alle vicine Terme di Bagno di Romagna dopo una giornata di duro lavoro. Ne hanno approfittato per lavarsi a fondo, dato che l’unica doccia forniva acqua calda solo per i primi due fortunati. Simpatica la gentilezza con cui ognuno cedeva all’altro il privilegio di lavarsi con acqua calda.

Gli ultimi tre giorni hanno proposto la consueta varietà di interventi. Persone che si sono trovate bene con noi, quasi tutti si sono trattenuti per condividere il pasto e l’incontro con le loro differenti realtà ha avuto modo di approfondirsi in pranzi o cene all’insegna delle risate e della fraternità. Gli spazi lasciati ai momenti di relax e cultura non hanno inciso sulle ore di lavoro nei campi o nelle strutture della Fattoria. Erano lì per aiutare usando le braccia e nessuno si è tirato indietro.

Conclusione? Un’esperienza da riproporre, anche se, appare chiaro, che un Campo nato per venire incontro ad una ‘emergenza’ non potrà essere riproposto con tale formula, ma i campi di azione sono e potranno sempre essere tanti.

Antonio Pacchierini – Cesena

L’iniziativa è stata resa possibile grazie anche alla raccolta fondi del Coordinamento Emergenze del movimento dei Focolari coordinata da AMU/AFN a supporto della situazione di bisogno causata dall’alluvione dello scorso maggio in Romagna.

 




Sarsina. Campo di lavoro alla fattoria didattica “Il Pagliaio”

Riportiamo qui alcune parti della lunga lettera che Antonio Pacchierini di Cesena ha scritto al CORRIERE CESENATE (a cui rinviamo per la lettura completa della stessa) sul Campo di lavoro che alcuni giovani stanno facendo in questi giorni a Sarsina, presso una struttura alluvionata.

Caro direttore,

è una lunga relazione sull’inizio del Campo, con una descrizione dell’ambiente in cui opereranno i nostri baldi giovani.

[…] Il 6 agosto abbiamo dato il via al nostro Campo di Lavoro presso la Fattoria Didattica ‘ Il Pagliaio’, situata pochi chilometri sopra Sarsina, colpita da numerose frane. Abbiamo iniziato con la sistemazione dei ragazzi nelle casette di legno ‘spartane’ che i gestori usano per ospitare i pellegrini che percorrono la Via Francigena; praticamente uno spazio vuoto di pochi metri quadrati. A seguire cena, in una grande tavolata all’aperto con un panorama collinare mozzafiato e il mare sullo sfondo. Quando l’aria è completamente tersa si riesce a intravedere la terra di Croazia.

I genitori e la sorellina di Chiara e Martina hanno accompagnato le figlie fino al Campo ed erano decisi a tornare subito a casa. Sono poi stati gli ultimi alzarsi da tavola.

[…] Partecipano al Campo sette ragazzi e ragazze dai 18 ai 23 anni (un ottavo ci raggiungerà martedì), molto in gamba e molto gasati. In un clima di famiglia Raffaele Russo, presidente della nostra APS Focolari Romagna, ha illustrato il fine di questo progetto che è quello di condividere le difficoltà del nostro prossimo sia materialmente, con i muscoli (come diceva Chiara), che quello di far sentire, a chi sta vivendo una situazione difficile, la nostra solidarietà, condivisione e fratellanza. Eleonora, moglie di Giovanni e madre di Gianmaria, gestori della Fattoria Didattica, ha raccontato come si siano trovati in estrema difficoltà.

Da diversi anni (la loro impresa è sorta circa dieci anni fa), sono sotto assedio per eventi avversi quali: due anni di siccità, grandinate che hanno rovinato molti alberi da frutto, inverno di neve abbondante che ha fatto 40.000 euro di danni alle culture, Covid spalmato in tre anni, e adesso le frane.

[…] La strada asfaltata che porta alla Fattoria è agibile, con qualche tratto dissestato in cui bisogna fare attenzione alle buche, ma essendo stata riaperta in modo ‘emergenziale’, è percorribile solo da residenti e autorizzati (noi abbiamo il permesso in quanto autorizzati da Giovanni) e i pullman e pulmini che portavano da loro le scolaresche in visita alla Fattoria non possono transitarvi. Era una notevole fonte di reddito e di soddisfazione. Non hanno potuto raccogliere i quintali di ciliegie presenti sugli alberi perché la strada per il frutteto era, ed è, interessata da una frana e stanno portando a valle i 1.200 quintali di legna da ardere, tagliata in primavera, attraverso vie traverse e in piccole quantità alla volta. Ciò fa aumentare di molto il costo del trasporto e, di conseguenza, fa diminuire il guadagno finale.

Eleonora si è commossa raccontando di quanto la nostra presenza le stia dando carica ed energie. Proprio lei che voleva mollare tutto e venir così meno al loro motto: ‘portatori sani di entusiasmo’. Nella piccola piazzetta dove sorge la loro casa, edificata artigianalmente pietra su pietra, trave su trave, c’è una grande yurta originale che hanno fatto venire dal Tibet. È foderata con peli di cammello ed è calda d’inverno e fresca d’estate. Lì dentro tengono lezioni di ecologia ai gruppi di bambini che tutto l’anno vengono (venivano!) a conoscere la loro esperienza.

Noi useremo la yurta per gli incontri di un’ora, alle 12 e alle 17, tenuti prima del pranzo e prima di riprendere il lavoro pomeridiano. Con il sole alto nel cielo è bene non lavorare all’aperto perché pericoloso per la salute. In ognuno di questi momenti i ‘relatori’ saliranno alla Fattoria per dialogare con i ragazzi presentando vari temi: volontariato, impegno politico, vita di famiglia, disabilità acquisita per un incidente o una malattia progressiva, ritrovarsi con la pelle scura in una nazione di pelli chiare, passione per la musica e per lo spettacolo, una vita al servizio di Dio, Islam e cristianesimo, perché, come appartenente alla Papa Giovanni XXII ho deciso di aprire un Centro diurno per disabili, ecc.

[…] Giovanni è un filosofo della natura e spiega volentieri quali sono i suoi segreti e come, se entriamo in sintonia col creato, si può cogliere la bellezza di ciò che ci circonda e trovare il nostro posto in questa armonia di esseri viventi.I ragazzi iniziano questa mattina il lavoro nei campi e sono entusiasti dell’ambiente in cui dovranno darsi da fare agli ordini di Gianmaria, che la loro stessa età.

Antonio Pacchierini – Cesena

Puoi leggere l’articolo completo sul Corriere Cesenate




San Lorenzo

San Lorenzo, Io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Giovanni Pascoli X agosto 1896

E’ una delle notti più famose dell’anno, quella in cui veniamo rapiti dalla magia del Cielo e guardiamo in alto per cogliere quel guizzo, quello scintillio che sembra solchi il firmamento solo per noi. Se l’occhio cattura questa immagine ci sentiamo privilegiati, unici. Abbiamo ricevuto un dono.

Non è sempre è necessario scrutare la notte per vedere una luce brillare. Ci sono lampi di luce fugaci che si accendono per un attimo ed esserne stata testimone è un regalo speciale.

Sei sempre immobile nel tuo letto, quasi accartocciata su te stessa, e il tuo viso sembra quasi di cera, come non fossi più in gradi di comunicare, di provare emozioni. Sono le 5 di mattina di una notte faticosa, giro tra le stanze e per caso sono nella tua quando entra un OSS. Io ti saluto sempre, quando entro, ma a volte, per la fretta o la stanchezza non sono capace di cogliere la tua risposta.

Lui si avvicina piano e sussurra: “Teacher, good mornig..” ecco il dono che ricevo oggi, un sorriso che distende i tratti del tuo viso. E’ vero, tu sei una professoressa di inglese e questo saluto, quasi una carezza, ti arriva dritto al cuore. Grazie collega OSS che dopo un turno di notte sei ancora in grado di trovare quel tocco personale che dice alla persona la sua unicità, è una stella che si accende e non importa la sua breve durata, il Cielo si è riversato sulla terra.

Paola Garzi




Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona: si parte!

di Aurelio Molè

I giovani dei Focolari partono con i gruppi delle diocesi, ma numerosi sono anche i viaggi in autonomia per fare una esperienza di fraternità senza frontiere.

Tutto è pronto per la 37° Giornata mondiale della Gioventù che si svolgerà a Lisbona in Portogallo dal 1° al 6 agosto. Dall’Italia partiranno in 65 mila e molti sono già in viaggio per i gemellaggi che si svolgono dal 26 al 31 luglio con i giovani portoghesi e di tutto il mondo.

«Quella di Lisbona – sottolinea don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della CEI – sarà un’esperienza particolare per diversi motivi: innanzitutto, la generazione che vi prende parte, per questioni anagrafiche, non ha mai vissuto qualcosa di simile ma viene dalla sofferenza della pandemia; inoltre, è la prima volta che l’incontro mondiale dei giovani si svolge in un Continente in cui è in atto una guerra. Ogni Gmg è un grande laboratorio: culture, lingue, provenienze diverse aprono il cuore alla comprensione dell’esistenza stessa. Questa edizione, in particolare, servirà anche a rigenerare la fiducia negli altri, la consapevolezza che dipendiamo gli uni dagli altri, che abbiamo bisogno di riconoscere nell’altro un fratello e che vale la pena mettersi in gioco. E di farlo, come ci ha ricordato Papa Francesco, con quella mistica del cammino che è sempre vicino agli altri e non da soli».

Da oltre 50 Paesi di tutto il mondo saranno presenti più di un milione di giovani per una grande esperienza di fraternità senza frontiere, dove i giovani entreranno in contatto con coetanei di altre culture per la prima grande kermesse internazionale dopo la pandemia. Una occasione di incontro, di preghiera, di amicizia, di esperienza di Dio che resterà per tutta la vita.

In modo profetico Papa Francesco disse il 30 luglio 2016 ai giovani presenti alla Giornata mondiale della gioventù di Cracovia, in Polonia: «Noi non vogliamo vincere l’odio con più odio, vincere la violenza con più violenza, vincere il terrore con più terrore. E la nostra risposta a questo mondo in guerra ha un nome: si chiama fraternità, si chiama fratellanza, si chiama comunione, si chiama famiglia».

Rischiare, andare avanti, sognare, lottare per il futuro, costruire un mondo migliore: sono i cinque verbi più usati da Papa Francesco con i giovani a cui più volte ha affidato le sorti dell’umanità per cambiarla in meglio.

I giovani dei Focolari in gran parte sono inseriti all’interno dei viaggi organizzati dalle diocesi e parrocchie italiane, ma non mancano singoli gruppi che viaggiano in maniera autonoma e si uniscono a Lisbona ai giovani di tutto il mondo per seguire il programma ufficiale della Gmg.

Una delle caratteristiche di questa edizione è che sarà presente un gran numero di minorenni, nella fascia 15-18 anni, a partecipare per la prima volta. Da Roma parte un gruppo di giovani che parteciperà alla Veglia e alla Messa conclusiva del 5 e 6 agosto a Lisbona per poi spostarsi a Leiria, 120 chilometri a Nord, per un incontro con 350 giovani dei Focolari da tutto il mondo.

Una tre giorni con spazi di dialogo, conoscenza di sé in Dio, giochi, sport, una festa sotto le stelle, e la scelta di “uscire” per costruire un mondo nuovo. «Il tema della Gmg: “Maria si alzò e andò in fretta” – commenta Daniela Scamardì, una delle responsabili, – ci suggerisce di mettersi in gioco, di non stare fermi, facendo un viaggio insieme per comprendere i luoghi dove far agire il Vangelo della speranza».

Un altro gruppo proveniente dal Lazio parteciperà solo alle manifestazioni ufficiali della Gmg dal 2 al 6 agosto. «Sono tutti alla ricerca – sottolinea Tiziana Proietti che li accompagna – di una esperienza profonda, di momenti di vita insieme, con la curiosità di un viaggio in un Paese straniero e di conoscere giovani di tutto il mondo».

Originale la partecipazione a distanza di un gruppo del Friuli che si recherà, per seguire la Gmg, a Tirana, per una esperienza di condivisione con i giovani albanesi che non avevano la possibilità di andare in Portogallo. Una piccola Gmg a distanza, con annessa, esperienza reale di vicinanza, conoscenza tra culture diverse, per costruire un’amicizia sociale.

Per la parrocchia San Luca di Latina la Gmg è il coronamento del cammino fatto tutto l’anno. Un gruppo affiatato partirà il 2  e tornerà il 6 agosto a Gmg conclusa. «Si tratta – spiega la catechista Patrizia Di Benedetto – di un gruppo molto affiatato che seguo tutto l’anno. L’entusiasmo è tanto e molta la voglia di conoscere altri giovani per confrontarsi sul comune cammino di fede».

Una esperienza di comunione che inizia già dal viaggio di andata: è una delle caratteristiche del gruppo dei giovani dei Focolari di Torino che viaggia insieme ad alcune parrocchie. «Insieme ai giovani abbiamo pensato – spiega Christy Sawaya, una delle responsabili – che durante il viaggio in pullman, che durerà a lungo, faremo giochi per conoscerci e momenti di comunione sulla parola del Vangelo del giorno». Il loro viaggio, con partenza il 29 luglio prevede tappe a Lourdes e Fatima, prima di partecipare agli eventi della Gmg a Lisbona. Il loro programma si nutre anche di momenti di preghiera, mattina e sera, per gruppi, e momenti di scambio per fermentare la vita di comunione.

Il gruppo di Milano seguirà, dal 31 luglio al 6 agosto, il programma ufficiale e negli incontri preparatori i giovani hanno mostrato un vivo interesse per l’ecologia integrale e la sostenibilità ambientale. «Saranno – chiosa Marta Michelacci, una delle responsabili – dei momenti di crescita e di confronto su tematiche contemporanee che hanno molto a cuore per poter, poi, fare dei progetti concreti».

L’invito di Papa Francesco, pronunciato il 27 luglio del 2013 alla Gmg di Rio de Janeiro è sempre valido: «Vi chiedo di essere costruttori del mondo, di mettervi al lavoro per un mondo migliore. Cari giovani, per favore, non guardate dal balcone la vita».

Alcuni appuntamenti da non mancare: Il 31 luglio e il 1° agosto ci saranno dei workshop del Gen Verde e due concerti, il 2 agosto alle 20 nell’auditorium della Facoltà di “Medicina dentaria” e il 4 agosto alle 22 all’Alameda Don Alfonso Henriques. Alla Città della Gioia, i Focolari animeranno momenti di riflessione con testimonianze e saranno presenti con degli stand. Nei momenti di crescita, chiamati Rise Up, dal 2 al 4 agosto parteciperanno anche Margaret Karram e Jesus Moran, rispettivamente presidente e co-presidente dei Focolari.

 

Programma GMG MdF

Conclusa la Gmg il 6 agosto, comincia la post Gmg dei Focolari, dal 7 al 9 agosto a Leiria.




“Avere un sogno a cui dare la tua fatica”

CANTIERE RpU Cittadella FARO – Križevci (Croazia) 16-23 Luglio 2023

Siamo partiti proprio con un grande sogno, come dice questa canzone dei THE SUN (C’è sempre un buon motivo per vivere – 2023) che ha dato il via alla nostra settimana di Cantiere, oltre a pale, rastrelli, pennelli e tanto entusiasmo, quello di poter aiutare e metterci al servizio delle tante realtà che avremmo incontrato, e questo sogno possiamo dire di averlo realizzato.

Per tutto l’anno ci siamo preparati, in weekend di formazione-azione conoscendo e collaborando con alcune associazioni, quali il Sermig, l’Oklahoma che accolgono ragazzi disagiati, Villa Luce una casa famiglia per giovani in difficoltà, Invetta che distribuiscono cibo ai senzatetto, …in attesa del Cantiere estivo!

Con destinazione Cittadella Faro – Croazia, 31 ragazzi dei territori della Lombardia Ovest e del Veneto, 8 accompagnatori, e una decina di adulti della cittadella abbiamo potuto TOCCARE, GUARDARE, ASCOLTARE, AMARE e AIUTARE tante, tante persone:

Un centro diurno di 25 disabili, l’asilo Raggio di Sole che accoglie circa 120 bambini utilizzando un rivoluzionario metodo legato ‘all’Arte di Amare’, 5 famiglie con diversi disagi, Lucy, una carismatica donna affetta da SLA che vuole realizzare un eco-camp, la nostra cittadella con alcuni lavori di manutenzione e Dijana che ci ha insegnato a costruire con materiale di riciclo, delle casette per gli insetti utili, per l’impollinazione e le colture.

Lavoro, gioco, formazione, divertimento, riflessione, questi gli ingredienti che hanno reso possibile questa sorprendente settimana di cantiere. Sì perché nonostante le sfide quali la fatica del ‘lavoro’, incontrare famiglie molto povere, incomprensioni tra ragazzi, la pioggia che cambiava i nostri programmi, non ci siamo scoraggiati e abbiamo cercato, dopo un momento di riflessione e verifica a metà settimana, di capire come potevamo ‘ricominciare’ fra noi e con quanto ci era stato affidato.

Tornando ci dicevamo con gli adulti accompagnatori che andavano dai 75 ai 22 anni quanto è importante guardare ‘A TUTTE LE FACCE DEI RAGAZZI DI OGGI’ quanto sono capaci di DARE, e come adulti non fermarci alle apparenze e ai pregiudizi che spesso possono emergere legati agli adolescenti e provare insieme a loro a misurarsi e mettersi in gioco.

La presenza di queste ‘generazioni’ così diverse anche fra gli accompagnatori, di cui un intero focolare, è stato un dono aggiunto per tutti, nel rispetto e nella semplicità dello stare insieme.

La cittadella Faro, ci ha accolto con grande gioia, resta veramente un ‘faro’ per i tanti che passano da diversi paesi e anche per la presenza del vescovo della Diocesi di rito greco cattolico che non hanno esitato ad accoglierci e farsi conoscere.

Abbiamo potuto conoscere la comunità ‘Cenacolo’ che accoglie circa 25 giovani con diverse dipendenze e che con una grande forza di volontà e una nuova o ritrovata fede, provano a riprendere in mano la loro vita e ricominciare. Sono state preziose le loro esperienze che ci hanno fatto ‘entrare’ nelle loro vite, ora illuminate da una nuova Luce, attraverso la loro guida Madre Elvira.

Anche la piscina, la gita a Zagabria, ci hanno permesso momenti di svago e divertimento, sempre occasioni per crescere nel rapporto di reciprocità.

La canzone che ci ha accompagnato durante il cantiere conclude così:

“Sarà così, sarà bellissimo

Sarà davvero la vita, la vita che ci voleva

Sì, sarà così, sarà bellissimo

Anche se sarà difficile sarai quel che ci voleva

C’è sempre un buon motivo per vivere”

Ora possiamo veramente dire che è stato bellissimo, ognuno è stato quel che ci voleva, con i propri talenti, presenza e testimonianza, e SI’ dopo questa settimana di servizio possiamo dire che ci sono sempre tanti buoni motivi per vivere, ognuno di noi può fare la differenza lì dove è!

Arrivederci a settembre, quando riprenderemo questo sempre speciale cammino con i ragazzi, per continuare a sognare e a vivere con loro perché ciascuno si senta protagonista della propria vita.

Mauricio, Marina, Antonio, Barbara, Amata, Sara, Federico, Mariangela e l’equipe dei ragazzi per l’Unità dei territori




Vacanze geniali 2023 a Falcade (BL)

Eccoci di ritorno dalle splendide Vacanze Geniali! A Falcade (BL) eravamo in 148, una trentina di giovani famiglie con circa 70 tra bambini e ragazzi dalle diverse città della Toscana. Il titolo creato da alcuni ragazzi era: “Senza arrendersi”, quasi una sfida ancora prima di cominciare, e ce ne siamo accorti da subito. Un popolo variegato, alcuni venivano per la prima volta invitati da amici, qualcuno di altri Movimenti, fra noi alcuni focolarini e Padre Fabio Ciardi, presenza preziosissima che ci ha accompagnato giorno dopo giorno con le sue “storie” e le specialissime messe dove tutti si sentivano accolti, credenti e non credenti, grandi e piccoli.

E proprio P. Fabio sul suo blog ha espresso in modo sintetico ed efficace “La mistica di quella marea un po’ caotica”, cioè l’esperienza vissuta, servendosi delle parole di Papa Francesco (vedi Blog di Fabio Ciardi)

Ogni giorno un motto, declinato in forme diverse, dalla canzone, al cruciverba, al post-it, ecc.
Domenica: senza arrendersi
Lunedì: stimarsi a vicenda
Martedì: supportarsi l’un l’altro
Mercoledì: non giudicare l’altro
Giovedì: cercare sempre il bene l’uno dell’altro Venerdì: accogliersi l’un l’altro
Sabato: salutarsi con un bacio santo

E così fra tutti sì è costruito qualcosa di bello, un’amicizia diffusa, un aiuto concreto, e anche qualcosa di più, a quanto sembra:

“Grazie ancora a tutti, alla dolcezza dei bimbi e alla simpatia e accoglienza degli adulti. È stato bello condividere un pezzo di cammino insieme, conciliando il fresco della montagna col calore umano”.

“E anche quest’anno ci portiamo appresso un pezzo di ciascuno di voi… Una piccola gentilezza, il calore di un sorriso, la dolcezza dei bambini, l’attenzione e la premura nel bisogno, la gioia della condivisione, l’allegria di una risata, gli occhi pieni di meraviglia…

Saranno gli appigli a cui aggrapparsi per risalire le difficoltà del quotidiano perché abbiamo sperimentato che è possibile volersi bene nella diversità…”.  

“I giorni passati insieme… una famiglia di famiglie. Ci sentiamo rigenerati dall’amore che è circolato fra tutti. E adesso andiamo avanti insieme”.




Campo di lavoro per giovani in aiuto agli alluvionati della Romagna

Hai mai pensato di approfittare dell’estate per offrire il tuo contributo ad un progetto di utilità sociale?

Il Team Emergenza Emilia Romagna organizza un Campo di lavoro rivolto a 15  giovani maggiorenni a Sarsina  (FC) dal 6 agosto al 13 agosto 2023. L’iniziativa, resa possibile grazie alla raccolta fondi del Coordinamento Emergenze del movimento dei Focolari, intende supportare una situazione di bisogno causata dalle frane dell’alluvione dello scorso maggio in Romagna, al contempo vuole essere un’occasione di crescita per i giovani partecipanti, di scambio per allargare i propri orizzonti e conoscere il territorio, realizzando qualcosa di utile e positivo.

Ecco le informazioni per partecipare:

CHI? Sono invitati a questa esperienza i giovani maggiorenni. Il campo di lavoro verrà attivato solo se si raggiungerà una squadra di 8 persone e non potrà accogliere un numero superiore a 15 partecipanti. Dopo tale numero ci sarà una lista d’attesa.

PERCHÉ? Un Agriturismo con Fattoria Didattica annessa, che ha avuto molte frane nelle strade e sentieri di sua proprietà (gli Enti pubblici non intervengono direttamente ma daranno un contributo per coprire parte della spesa), ha bisogno di mano d’opera non qualificata. Si trova a Sarsina (comune di Mercato Saraceno sito sul confine) e si chiama ‘Il Pagliaio’. La famiglia che lo gestisce, composta da tre persone, è impegnata nel seguire i lavori nelle strade e non ha tempo per i lavori di campagna e per la manutenzione ordinaria. Ecco perché è stata chiesta una mano per velocizzare i lavori e poter così riprendere le attività didattiche, le visite alla fattoria e agli animali (numerosi e simpatici) che sono la loro principale fonte di reddito, insieme ai frutteti e all’accoglienza di ospiti.

DOVE E QUANDO? Sarsina  (FC) dal 6 agosto (con cena) al 13 agosto 2023 (conclusione prevista in  mattinata). Non è possibile partecipare ad una sola parte del Campo, è necessario dare disponibilità per l’intero periodo.

CHE COSA? Ci sono lavori più pesanti che lavori alla portata di tutti: carteggiare e verniciare gli arredi esterni, decespugliare, pulire i campi invasi dalla terra, sistemare bene i recinti degli animali e le altre recinzioni, eccetera. Anche nei lavori sulle frane servirebbe un aiuto non specializzato in quanto gli operai svolgono alcune attività semplici (scaricare materiali dai camion, riempire l’impastatrice per il cemento, pulire il cantiere a fine giornata…) che prendono loro tempo che potrebbero utilizzare in maniera più proficua. Tutte attività che, anche se  nessuno avesse mai svolto, si possono  imparare rapidamente con un po’ di buona volontà.

COME? Dato il clima, il lavoro verrà svolto dalle 5 alle 10 (del mattino) e dalle 18 alle 20 del pomeriggio per scampare alle ore di calura insopportabile e pericolosa. Non importa essere degli energumeni o avere particolari capacità o manualità. C’è lavoro per tutti … sono ammesse sia le pause che il fare in due o tre ciò che un operaio fa da solo. La cosa imprescindibile è essere puntuali all’inizio del lavoro ed avere buona volontà.

ATTREZZATURA NECESSARIA Abiti da lavoro e guanti pesanti. A chi dipinge verranno  forniti guanti di plastica usa e getta, ma se ognuno ha dei guanti da lavoro è preferibile. Le protezioni individuali per lavori particolari le fornisce l’agriturismo.

TEMPO LIBERO Le tante ore in cui non si può lavorare potranno essere utilizzate per riposare ed è previsto un paio di uscite nel pomeriggio. Una nella piscina delle Terme di San Pietro in Bagno che si trova a pochi chilometri ed un’altra turistico-culturale con guida alla cittadina di Sarsina che è antichissima ed è la città natale di Tito Maccio Plauto. Queste uscite sono libere ma sarebbe gradita la partecipazione perché fanno parte dell’esperienza che viene proposta. Sempre nei momenti di riposo, prima del pranzo e prima della ripresa dei lavori pomeridiana, alle 12 ed alle 17, saranno organizzati  dei momenti di scambio culturale e sociale con persone che verranno a raccontare qualcosa di loro o della loro professione. Anche questi momenti sono facoltativi, ma fanno parte integrante dell’esperienza del campo. Dopo la cena, per chi ha ancora energia, sono previsti momenti di  relax con giochi, balli e canti.

NOTE PRATICHE ALLOGGIO Per il riposo vi sono a disposizione 5 casette da tre posti ciascuna, con camere spartane che loro offrono ai pellegrini che percorrono la Via Francigena. Sono dotate di servizi ma non di letti per cui è necessario portare materassino e sacco a pelo o simili. I servizi sono nelle immediate vicinanze.

SPESE  Il vitto, l’alloggio e le uscite sono gratuiti. Ciascuno dovrà sostenere invece le spese di viaggio, magari mettendosi d’accordo con chi arriva dalla stessa posizione geografica. Il team Emergenza Emilia Romagna comunicherà se ciò è fattibile quando avrà ricevuto le sedi di partenza dei partecipanti. Inoltre invierà via WhatsApp il Team Emergenza Emilia Roma le indicazioni precise per raggiungere il posto e il parcheggio relativo.

COMPILARE IL FORM Per l’iscrizione occorre compilare il form al link sottostante con tutti i  dati necessari anche per predisporre l’assicurazione che sarà gestita dall’APS Focolari – Romagna.

CLICCA QUI PER ISCRIVERTI!

Per informazioni: Antonio Pacchierini, tel. 340 514 5706

Fonte: https://afnonlus.org/2023/07/24/campo-di-lavoro-per-giovani-in-aiuto-degli-alluvionati-della-romagna/




Un euro per una matita

Il Libano è nel pieno di una crisi economico finanziaria drammatica aggravata dalla  pandemia e dalle conseguenze dell’esplosione avvenuta nel porto di Beirut nell’agosto 2020. I prezzi del cibo sono aumentati vertiginosamente e più della metà della popolazione libanese vive al di sotto della soglia di povertà. I bambini hanno pochissime prospettive di futuro perché l’apprendimento è sempre più limitato. Le tasse scolastiche degli istituti privati stanno diventando insostenibili per molte famiglie e il numero di alunni che frequentano la scuola pubblica cresce esponenzialmente, rendendo praticamente impossibile per i bambini rifugiati siriani e palestinesi iscriversi alle classi; inoltre l’aumento del costo degli articoli scolastici di base come libri di testo, cancelleria e apparecchiature informatiche è una barriera reale che impedisce l’accesso all’istruzione a tutti i bambini.

L’iniziativa “1 euro per una matita”, promossa dal movimento dei focolari in Sardegna attraverso l’associazione di promozione sociale (APS) “Link-legami di fraternità”, in collaborazione con Azione Famiglie Nuove (AFN), è volta a colmare il vuoto educativo,  economico e sociale che  questo Paese sperimenta da diversi anni a questa parte.

La matita è un oggetto simbolico, uno strumento semplice ma anche essenziale per studiare, è più ‘delicato’ di una penna nel senso che il suo tratto si può cancellare e idealmente ciò vorrebbe essere l’augurio che questo momento che stanno vivendo, passi in fretta. L’iniziativa prevede la possibilità di donare una piccola cifra, ma anche di unire le forze coinvolgendo amici e colleghi per far di più per questi bambini bisognosi, inviando una donazione collettiva al conto Iban di Link indicato in calce. Il ricavato è devoluto, tramite AFN, a sostegno dei bambini libanesi accolti attraverso il centro sociale “Together” presso il Vicariato Apostolico dei Latini in Libano con cui AFN collabora. Attualmente sono 70 i bambini che lo frequentano e una cinquantina le famiglie bisognose a cui si offre assistenza sociale, supporto psicologico, servizio medico, attività ricreative e formative, scolarizzazione e alimentazione.

Numerose le iniziative a sostegno dei bambini libanesi già realizzate in questi anni dall’associazione di promozione sociale “Link- legami di fraternità” e portate avanti da Umanità Nuova e le varie realtà del movimento dei Focolari, in Sardegna e nel resto dell’Italia, grazie ad una importante macchina della solidarietà che si è messa in moto. Due i concerti di beneficienza realizzati e tante le altre attività organizzate a sostegno dapprima di una scuola di francescane, poi di altre scuole i cui bambini vivevano situazioni davvero  pesanti. A gennaio durante la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è stata rivolta la proposta di aiuto anche a scuole appartenenti alla chiesta riformata battista e ad altre comunità cristiane. In tutto ora sono 5 le scuole in Libano che vengono supportate grazie alla generosità di tante persone:  1- Beirut Baptist School; 2- Ecole Secondaire des Filles de la Charité;  3- Collège Protestant Français;  4- College des Dominicaines de N.D. de la Delivrande Araya – Liban;  5- Scuola delle Suore francescane missionarie del cuore immacolato di Maria (C.I.M. ) Adonis – Jbeil.

L’attuale iniziativa “1 euro per una matita”, che intende supportare i bambini libanesi accolti nel centro di comunità di Beirut offrendo  loro la possibilità di scolarizzazione, si inserisce in tutta questa scia di attività solidali che hanno già portato molto frutto e creato legami di fraternità tra persone e comunità.

Continuiamo insieme a credere che anche un piccolo contributo può fare tanto. Mettiamo in campo le nostre forze e condividiamo modalità per raccogliere all’interno delle nostre comunità e non solo un aiuto per i bambini del Libano.

È possibile offrire il proprio contributo sul seguente conto corrente:

APS Link – legami di fraternità
IBAN: IT 88°0501817200000017013574
Causale: Progetto 6LITO – Libano Together

Per tali donazioni sono previsti benefici fiscali in molti Paesi dell’Unione Europea e in altri Paesi del mondo, secondo le diverse normative locali.

Fonte: AFN Azione Famiglie Nuove




Cercare Gesù Abbandonato

Si sta concludendo il secondo anno del cammino sinodale nelle comunità dei Focolari: l’attenzione ai giovani.

 Di Aurelio Molè

 «In principio è la relazione» – scrive Martin Buber, teologo e pedagogista austriaco, naturalizzato israeliano – può essere uno slogan che ben descrive la dimensione plurale del secondo anno di Cammino Sinodale della Chiesa cattolica che in Italia è stato declinato sui tre Cantieri di Betania della strada e del villaggio; della casa e dell’ospitalità; del servizio e della formazione spirituale e un quarto Cantiere; lavorare insieme alle nuove generazioni.

Se il principio è la relazione, la fratellanza e la sorellanza vengono prima di ogni vocazione particolare, sia laica che religiosa, prima dell’essere uomo e donna, appartenenti ai Focolari o ad altre Comunità ecclesiali presenti nel territorio e così è stato, dove possibile, il ritrovarsi in gruppi eterogenei sparsi per il Belpaese animati da un unico spirito dove il dare e il ricevere sono due facce della stessa medaglia.

Avviare il processo di comunione ha generato una maggiore unità nei gruppi e all’interno della comunità ecclesiale facendo crescere la consapevolezza che per una Chiesa in uscita occorre rischiare di più e valorizzare e dare visibilità al molto vissuto già in atto.

Tra le tante esperienze avviate in Italia il più “trasversale” e “inclusivo” è risultato il quarto Cantiere come ponte e punto di incontro tra generazioni in attività di solidarietà con i poveri a Torino, a Bologna e in altre comunità; i percorsi, in varie città d’Italia, di Upto2me per approfondire i valori dell’affettività e della sessualità, e in Trentino di Ecoplan, sui temi ambientali.

A Corato, in provincia di Bari, si nota una vivacità di iniziative. I giovani hanno partecipato alla terza edizione di Sognitudo 2030 sulle tematiche degli obiettivi Onu sull’Agenda 2030 per coinvolgere una comunità di persone di buona volontà che affronta i problemi del presente proiettando i propri sogni nel futuro con tante attività creative e artistiche. È in programma il progetto Give and sharing sulle problematiche che nascono dall’ascolto del territorio per trovare, attraverso la condivisione in piccoli gruppi, delle possibili risposte perché, come diceva, Chiara Lubich, rivolgendosi a dei bambini: «Non c’è nessuno che non abbia qualcosa da dare: un aiuto, un sorriso, l’ascolto, la gioia, condividere la merenda…».

In Italia le esperienze sono le più varie in campo sociale come la raccolta e distribuzione di alimenti e farmaci per popolazioni bisognose, campi di lavoro presso la cittadella Faro in Croazia, in campo ambientale con azioni puntuali, in campo formativo con scuole sociali, interculturali e di dialogo con i musulmani, ma, in genere, si riscontra la difficoltà del mondo degli adulti nel saper dialogare con i giovani che ruotano poco attorno le comunità locali anche se sono disponibili al confronto e a mettersi in gioco.

Tra gli ultimi eventi, nella diocesi di Foggia-Bovino, il 18 giugno si è conclusa la settimana della legalità e della giustizia sociale. Nella Capitanata preoccupa l’esplosione della criminalità e l’assuefazione per la crescita del numero dei delitti, spesso impuniti. L’eclissi di una mentalità di incontro, dialogo, fraternità genera sfiducia nella popolazione che spesso rinuncia anche a denunciare i delitti. La reazione della città passa per una nuova cultura ben espressa anche dalla recente iniziativa che ha presentato una mostra con dieci grandi testimoni della legalità e della giustizia sociale, tra cui don Pino Puglisi, ucciso nel 1993, nel quartiere Brancaccio di Palermo da mano mafiosa, e Chiara Lubich che ha portato in tutto il mondo un vento di speranza seminando la cultura della fraternità.

Notevole la risposta dei giovani, proprio nei momenti in cui, forse, meno si aspetta la loro partecipazione: una affollata Adorazione eucaristica nella cripta della cattedrale attirati dal silenzio e dalla vita interiore. Giovani definiti seminatori di legalità per cominciare una cultura della legalità dal basso, protagonisti di nuovi rapporti sociali, per un nuovo cammino di speranza, anche in accordo con il progetto 3P, piccoli passi possibili verso la legalità, nato all’interno del cammino sinodale.

A Caltanisetta, la docente di religione Maria Curatolo, ha portato i principi del cammino sinodale dentro le mura della scuola superiore, l’ISS A. Volta, dove insegna, per un dialogo con gli studenti e con i colleghi. Dopo un primo anno di ascolto, anche con risposte scritte a dei quesiti in cui sono emerse alcune caratteristiche della contemporaneità: la dimensione religiosa spesso taciuta in famiglia, l’abnorme uso del tempo trascorso con i device elettronici, cellulari e affini, ma anche il desiderio di affrontare i temi della misericordia e della giustizia da declinarsi in armonia, per una cultura della pace.

La seconda tappa del cammino sinodale si è allora declinata con la collaborazione, già iniziata da anni nella scuola, con la Caritas diocesana, con azioni per persone bisognose e la popolazione ucraina. Ed è proseguita con il cappellano della casa circondariale di Caltanisetta. L’attenzione a chi è recluso, anche con modalità a distanza, il sostegno concreto delle famiglie dei detenuti, è una esperienza straordinaria anche per chi la compie. Come ha ben spiegato Papa Francesco il 2 aprile scorso: «Cristo Abbandonato ci smuove a cercarlo e ad amarlo negli abbandonati» e «anch’io ho bisogno che Gesù mi accarezzi e si avvicini a me, e per questo vado a trovarlo negli abbandonati, nei soli».

Un discorso da rileggere e meditare con attenzione, perché è un manifesto della vita di ogni di ogni comunità: andare a cercare Gesù abbandonato per le vie della città. L’ultima chicca è la partecipazione ad un concorso per le scuole superiori promosso dal Progetto Policoro sul tema del martirio per la giustizia che frutta la pace. Il primo premio, di mille euro, per le spese di iscrizione all’università è stato vinto da uno studente della scuola A. Volta con un elaborato dal titolo: il perdono e la migliore delle vendette. L’unica via per ritrovare la pace perduta, dentro di noi e tra noi.

Ci prepariamo ora a compiere un altro tratto di strada, sempre insieme. Come sappiamo il Cammino italiano è strutturato in tre fasi: narrativa, sapienziale e profetica. “Sono fasi che si intrecciano e si richiamano: i racconti hanno già offerto un primo discernimento e alcune intuizioni profetiche; nel discernimento incontriamo la ricchezza delle storie e l’esigenza di fare delle scelte; infine, nelle decisioni raccoglieremo il frutto delle esperienze narrate e del discernimento compiuto […] Il passaggio alla fase sapienziale fa tesoro di quanto emerso nei primi due anni e intende approfondirlo, in prospettiva spirituale e operativa” (dalle Linee guida per la fase sapienziale del cammino sinodale delle Chiese in Italia).

Vedi anche:

https://www.focolaritalia.it/2022/06/10/il-sinodo-dei-focolari-in-italia-per-un-nuovo-inizio/

https://www.focolaritalia.it/2022/02/14/la-sfida-del-sinodo-le-comunita-si-incontrano/




Il “gioco del limite”

Una nostra nipote ha iniziato da qualche anno un rapporto che le sembra serio e capace di “sostenere” una lunga vita a due. Giorni fa mi ha interpellata sulla fedeltà nel matrimonio quando si è già vecchi.

Le ho risposto che punti-forza della nostra vita sono il rispetto e la capacità di non risolvere subito qualche nube che richiede tempo per dissiparsi. Siamo cresciuti insieme ed ora nella vecchiaia ognuno si scontra ogni giorno con qualche nuovo limite. Allora, piuttosto che sorprenderci con qualche moto di insofferenza, abbiamo cominciato a dare il nome al limite che scopriamo in noi e a dircelo con umorismo.

Questo giochetto semplice e apparentemente banale ci permette di capirci meglio, di prevenirci negli errori, di aiutarci. Ma il vero dono di questo nostro impegno è la preghiera.

Preghiamo insieme in modo nuovo, come se l’esercizio di essere attenti l’uno all’altra sia la base del rapporto con Dio. E preghiamo per i vivi e per i morti. Non è richiesta di qualcosa, ma un essere presenti con la nostra vita a quanti amiamo e ci hanno amato

(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno IX, n. 4, luglio-agosto 2023)

 




Nuovo direttore della rivista e del quotidiano web cittanuova.it

In questi giorni la rivista Città Nuova, ha vissuto un cambio di guardia alla direzione: Aurora Nicosia ha terminato il proprio mandato, al suo posto è subentrato Giulio Meazzini.

A nome del Movimento dei Focolari in Italia, esprimiamo un sentito ringraziamento ad Aurora per questi anni di servizio, vissuti con grande dedizione e generosità, pur in mezzo a non poche difficoltà.

Auguriamo buon lavoro a Giulio, certi che il suo impegno appassionato lo accompagnerà anche nel nuovo ruolo ricoperto.

Auspichiamo infine che Città Nuova possa essere sempre più come Chiara Lubich l’ha pensata, una vera testimonianza dell’Ideale dell’unità vissuto al proprio interno e quindi trasmesso a tutti i lettori, vecchi e nuovi, che entreranno in contatto con la rivista, il sito internet, l’editrice.

Cristiana Formosa e Gabriele Bardo

Articolo di Aurora Nicosia

Articolo del nuovo Direttore Giulio Meazzini   




Focolari e migranti: Cooperativa “Una Città Non Basta”

Gianni Caucci, imprenditore appassionato di musica, dirigeva il coro della parrocchia quando ha deciso con i componenti di allargare i rapporti positivi che si erano creati tra loro alla comunità circostante. Nel tempo si sono avvicinati agli altri, venendo a conoscenza di tante situazioni diverse, anche di grandi difficoltà economiche, così hanno iniziato a raccogliere beni, cibo, soldi e tempo, per donarli a chi ne aveva bisogno.

Si è creata una rete che è diventata un’associazione di volontariato chiamata “Una città non basta Onlus”, allargatasi sempre di più fino a far nascere l’esigenza di rendere un “servizio” più concreto alla comunità e avere una soddisfazione personale, visto che bisognava dedicargli sempre più tempo e aumentavano le richieste di aiuto e sostegno.

Nasce quindi la Cooperativa “Una Città Non Basta impresa sociale”, in cui ora lavorano operatori come psicologi, assistenti sociali, operai, muratori e avvocati. Infatti, oltre alla necessità di figure professionali per gestire situazioni delicate, un aiuto importante arriva dall’ambito lavorativo, che dona agli assistiti dignità e libertà.

La Presidente, Maria Rosaria Calderone, si dedica interamente alla Cooperativa, che ha una sede a Marino, dove si coordinano tutte le attività ed è attivo il  PIS (Pronto intervento Sociale), servizio per senza fissa dimora nei Comuni di Marino e Ciampino, con accoglienza serale/notturna insieme ad un N. Verde per l’aiuto e l’assistenza  Sociale.  Altra sede sul territorio è a Velletri, un edificio che apparteneva al Don Orione, diventata casa per famiglie migranti da dieci anni. Inoltre “Una Città non Basta” ha dato impulso ad un ulteriore progetto, ristrutturando una casa che verrà adibita all’accoglienza di donne vittime di violenza, a seguito di un bando indetto dal comune di Roma, vinto dalla cooperativa che tuttavia è stata l’unica ad aderire.

L’accoglienza è verso tutti coloro che sono emarginati, come ex tossicodipendenti in buone condizioni fisiche e mentali che ancora non vengono ufficialmente accettati dalla società. La Cooperativa affianca e sostiene le persone, diventando molto importante per le vite che incontra. Una signora che si trovava in grandi difficoltà, racconta Gianni Caucci, gli disse che nessuno nell’ultimo periodo l’aveva cercata, neanche i suoi familiari, se non le persone della Cooperativa.

Una famiglia afgana numerosa è accolta a Marino. Tra i componenti un bambino a cui Gianni ha aggiustato la macchinina telecomandata, che è arrivato in Italia con la mamma e la sorella tramite i ponti aerei del 30 agosto 2021. Con tante altre persone accolte, stanno imparando la lingua grazie al lavoro di docenti volontari che si recano periodicamente al centro. Si cerca di capire quali siano i sogni, i desideri e le capacità di queste persone, in modo che possano un giorno uscire dai centri di accoglienza e rendersi indipendenti.

Non avendo scelto di venire in Italia, a volte mostrano difficoltà nell’accettare la loro situazione. Una ragazza accolta dalla cooperativa continua ad avere il desiderio di tornare nel paese di origine, forse perché ha lasciato degli affetti quando è partita, sebbene la situazione sia molto complicata.

Altro episodio di cui ci rende partecipi Gianni: un giorno Maria Rosaria è entrata in ufficio lamentando che i bambini accolti avevano bisogno di giubbotti. Dopo qualche remora presentata dalla contabile, che le mostrava i pochi fondi a disposizione, comunque comprarono queste giacche, per una spesa di circa trecento euro. Il caso ha voluto che tornate in sede, alla visualizzazione dell’estratto conto, avessero ricevuto una serie di bonifici di una somma più o meno corrispondente a quella spesa, fatti da persone che liberamente donano per sostenere i progetti.

Far funzionare la Cooperativa è un lavoro impegnativo, portato avanti con fatica e speranza per il futuro. Gianni Caucci racconta come si sia ispirato al pensiero di Chiara Lubich: rendere concreto l’amore. Dopo la sua morte si è sentito in dovere di agire: “Forse non sono la persona più adatta a esprimere il pensiero di Chiara a parole, ma sento il dovere di provare a metterlo in pratica, per quanto ho ricevuto nella vita”. Ha parlato della libertà di esprimersi, di donare ed essere ricambiati: “Anche un caffè può essere mezzo di felicità e relazione, oltre che un segno di parità, se è un dono”.

Sia Gianni Caucci che Maria Rosaria Calderone hanno insistito sul tema dell’integrazione, sotto una prospettiva capovolta: dobbiamo pensare non solo alle persone che vengono accolte ma anche a chi accoglie. Non si è sempre pronti al diverso, anzi se ne ha paura, è importante perciò creare dei ponti tra le comunità locali e le realtà di accoglienza, mettendo in relazione le persone nella quotidianità.

Lavorare nella cooperativa dà soddisfazione e gioia, proprio in virtù dei legami che si creano. I volontari insieme ai lavoratori sono sempre in fermento, impegnati e totalmente dediti alla loro attività. Gianni Caucci, persona molto gioviale, aperta e desiderosa di raccontarmi le vicende della Cooperativa, non nasconde che ci possano essere degli scontri perché si è di culture diverse, si vive in tanti e insieme. L’importante è confrontarsi per cercare di raggiungere un “sentire” comune. Così conclude, mentre beviamo un caffè.

Miriana Dante

SITO WEB UNA CITTA’ NON BASTA

SITO COOPERATIVA




Diario di Fango – L’alluvione del 16 e 17 maggio 2023 a Faenza

Dopo più di due mesi dall’alluvione che il 16 e 17 maggio 2023 ha colpito l’Emilia Romagna e, in parte, le Marche, ecco il racconto di quei giorni e di ciò che ho vissuto nelle settimane successive.

Non è un’inchiesta giornalistica, ma una testimonianza. In questo video parlo di quello che ho vissuto in prima persona, delle mie riflessioni su ciò che questo evento ha messo in luce del perché l’umanità meriti una seconda possibilità.

Claudio Di Filippo – Faenza

Link al video: https://youtu.be/tFETQDRoTgM




Buona estate! Abbiamo bisogno di una “ecologia del cuore”

Con l’augurio di una felice estate di pace e di amore reciproco: che ognuno possa vivere momenti di gioia e gratitudine. 

“. . . siamo indaffarati, corriamo, pensiamo che tutto dipenda da noi e, alla fine, rischiamo di trascurare Gesù e torniamo sempre noi al centro. Per questo Egli invita i suoi a riposare un po’ in disparte, con Lui. Non è solo riposo fisico, è anche riposo del cuore. Perché non basta “staccare la spina”, occorre riposare davvero. E come si fa questo? Per farlo, bisogna ritornare al cuore delle cose: fermarsi, stare in silenzio, pregare, per non passare dalle corse del lavoro alle corse delle ferie. 

. . . solo il cuore che non si fa rapire dalla fretta è capace di commuoversi, cioè di non lasciarsi prendere da sé stesso e dalle cose da fare e di accorgersi degli altri, delle loro ferite, dei loro bisogni. La compassione nasce dalla contemplazione. Se impariamo a riposare davvero, diventiamo capaci di compassione vera.

. . . abbiamo bisogno di una “ecologia del cuore”, che si compone di riposo, contemplazione e compassione. Approfittiamo del tempo estivo per questo!

Papa Francesco – Angelus di domenica 18 luglio 2021