di Ferdinando Granziol
Passata la pandemia, finalmente abbiamo potuto ritrovarci in presenza per quattro giorni nel Centro “Chiara Lubich” di Cadine presso Trento. L’incontro prende il nome di Mariapoli, città di Maria, e ricorda di quando Chiara si ritirava in montagna durante l’estate dal 1949 al 1959.
Così anche noi ci siamo ritrovati, dal 28 aprile al 1° maggio, un centinaio di persone provenienti da Curon, dalla val Martello, dalla val di Vizze, dalla Pusteria fino a san Candido e poi ancora dalla Gardena e Badia. Erano presenti anche una quindicina di amici dall’Austria, una quarantina di persone tra Bolzano e Merano, una famiglia di tunisini di Bolzano e due giovani giunti dal lontano Afghanistan.
La presidente del Movimento dei Focolari Margaret Karram, palestinese, ci aveva invitato ad approfondire quest’anno la preghiera. Così abbiamo scelto come titolo “Fermarsi, ascoltare, dialogare”, con spunti che ogni giorno ci illustravano come Chiara Lubich ha vissuto il suo rapporto con Dio. Tutta la sua vita era preghiera, in ogni ambiente in mezzo al mondo.
Reinhard, del Vorarlberg, ci ha raccontato di come sia riuscito a perdonare l’uomo che lo aveva accoltellato durante una rapina nel suo ufficio postale e ora con l’aiuto della moglie e dei suoi amici può sperimentare l’amore di Dio anche se, in seguito alle gravi ferite subite, è su una sedia a rotelle.
Karin di Bolzano ha condiviso il suo impegno nell’aiutare rifugiati e persone disagiate a inserirsi nel mondo del lavoro, a trovare un alloggio dignitoso, ma soprattutto a costruire con loro un rapporto di fraternità.
Margherita e Peter della val Gardena hanno avvertito una forte presenza di Gesù soprattutto durante un periodo di grave malattia, sperimentando l’amore concreto di tutta la comunità.
I bambini presenti hanno costruito con carte colorate “il dado dell’amore” sulle cui facce erano scritte frasi del Vangelo. Ad esempio: ama tutti, ama per primo, ama il tuo nemico…. Ogni mattina lo lanciavano e scoprivano come vivere la giornata.
I giovani hanno capito di dover dare speranza al mondo attraverso azioni concrete impegnandosi personalmente.
Un momento particolare è stato il saluto via zoom del vescovo Ivo, che ha sottolineato come il carisma del Movimento dei Focolari, Unità nelle diversità, dia un contributo molto importante alla vita della nostra Diocesi: “Non dimenticate mai la diversità dell’altro, apprezzate questa diversità, ascoltate l’altro e vivete per l’unità”. Questo invito è certamente una grande sfida, ma è la nostra vocazione di cristiani, soprattutto in Alto Adige.
Molti partecipanti sono rimasti sorpresi dal clima di semplicità e fraternità che si è instaurato da subito in questa Mariapoli. Ci siamo salutati con una grande gioia nel cuore e il desiderio di diffondere questo stile di vita fraterno nelle nostre città e nelle nostre valli.
Ferdinando Granziol, del Movimento dei Focolari, per 12 anni Presidente della Consulta delle aggregazioni laicali
Articolo pubblicato su Il Segno del mese di giugno 2023
Che gioia leggere e così partecipare, anche se da lontano, a questa vita che va avanti!!!