Vivere la Parola: piccole esperienze quotidiane (3a parte)

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Continuiamo a pubblicare  alcune esperienze sulla Parola di Vita:  “Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”. 

  • C’era stata un’incomprensione con mia figlia e in un primo momento pensavo di chiarire. Però mi sono ricordata che in quel dolore c’era Gesù che bussava: gli ho detto di “Sì” e mi sono rimessa nell’Amore. Tutto si è risolto.
  • Dopo alcuni anni incontro una collega dell’università durante le prove di un concorso, a Milano. Non avevamo grandi rapporti, era solo una conoscente con un carattere un po’ particolare, molto ansiosa. In quel momento di pressione e stress, per me sarebbe stato più facile passare oltre e far finta di niente. Lei non mi aveva neanche vista! Decido di tornare indietro e salutarla. Da quel momento non me la sono tolta più d’addosso, mi cercava in continuazione per chiedere informazioni, farmi domande… . Ma mi sono ricordata che era un prossimo da amare. Ho cercato solo di volerle bene, in lei c’era Gesù che aveva bisogno delle mie attenzioni. Dopo qualche mese mi dice che era davvero contenta di avermi incontrata perché grazie al mio aiuto aveva potuto affrontare quel concorso così importante per lei. Mi racconta che un anno prima aveva scoperto di avere un tumore che sembrava aver superato, ma prima del concorso aveva scoperto una recidiva e avrebbe dovuto affrontare un altro intervento più invasivo e la chemioterapia. Ho ringraziato Dio per quel momento in cui son tornata indietro a salutarla. Io non potevo saperlo! Da quel momento abbiamo cercato di affrontare insieme tutto questo cercando di starle il più vicino possibile.
  • Sperimento che ogni volta che decido di aprire la porta a Gesù che bussa: il problema accolto come Sua volontà diventa Provvidenza.
  • Rientrati dalle ferie estive, in azienda avevamo dei progetti da concludere con dei potenziali clienti di cui uno era certo, perché avevamo già avuto contatti frequenti, scambio di email, documenti ecc. Un giorno questo cliente chiama e dice che aveva optato per un’altra soluzione. Per noi è stato un colpo inaspettato. Proprio in quei giorni è venuto a trovarci un amico, che come noi condivide la spiritualità dell’unità, e ci ha raccontato come è stato in grado di superare una forte difficoltà accettando e amando con tutto se stesso quel dolore.  La stessa cosa valeva per me: in quel momento dovevo amare quel dolore, Gesù abbandonato e crocifisso, cioè l’aver perduto un cliente. Ma è arrivata la riposta: a distanza di una settimana, tre persone, alle quali avevamo proposto i nostri progetti, hanno accettato la proposta e sono diventati nostri clienti.

  • Ogni Parola ci invita ad essere “sacramento della presenza” se facciamo le cose con amore e per amore. Abito con la mamma di 98 anni e non potendo facilmente uscire accolgo volentieri tante persone, amici che ci vengono a trovare. Da un po’ di tempo la casa mi sembra “piccola chiesa” per gli argomenti che si trattano, per i problemi delicati che le persone mi confidano. Nell’ascolto paziente soffro e gioisco con ognuno. Tanti rapporti nuovi si costruiscono e altri si rafforzano. Per non parlare della Provvidenza! Il tempo dedicato ai fratelli, con semplicità e nella normalità, ci unisce sempre di più e porta avanti il Regno di Dio.
  • Da tempo mi ripromettevo di andare a trovare un signore che da mesi non usciva di casa per problemi di salute e di depressione.  Un improvviso cambio dei programmi del mio lavoro mi permette finalmente di andare a trovarlo. Siamo stati due ore insieme, semplicemente a giocare a carte, cosa che non facevo da tanti anni ma capivo che era cosa gradita a lui. È stato felice e spero al più presto di ritornare.
  • Recentemente ho dovuto accogliere un dolore grande: temevo di avere un cancro e mi sono affidata con tanta fede a Dio. In questa situazione che temevo brutta non mi sono sentita mai sola, ho sentito l’amore e la benevolenza di persone dalle quali non ti aspetti questa attenzione, persone alle quali ogni giorno mando il passaparola, un pensiero che ogni giorno si diffonde e che viviamo in tutto il mondo. E’ importante condividere con tanti i dolori, le fatiche come le gioie. Tutto diventa più leggero.

  • Riconoscere Qualcuno che “bussa alla tua porta non è sempre facile”. A volte sono presa da me stessa, dalle mie preoccupazioni, dai miei affanni e non riconosco che è Lui che viene a trovarti, che chiede aiuto. Mio padre, che è ammalato, aveva bisogno di me e attraverso la sua malattia ho capito che quel grido d’aiuto era Gesù che continuava a bussare per svegliarmi dal mio torpore.
  • Ero alla fermata dell’autobus per andare dal dentista, un po’ stanca perché mi ero alzata più presto del solito. Ho visto che c’era anche una conoscente, non vedente, che andava al lavoro. Non mi andava di intrattenermi con lei però ho sentito che qualcuno dentro mi spingeva ad andare oltre questa stanchezza. Sono andata a salutarla e dopo ho provato tanta gioia.
  • Le telefonate di mia sorella si dilungano abbastanza e in genere mi chiama per comunicarmi problemi o situazioni dolorose. L’altra sera quando ho visto la sua chiamata mi sembrava fosse un momento inopportuno per risponderle ma era un’occasione per vivere la Parola, era “quell’aprire la porta”. Ho accolto i suoi timori, le sue preoccupazioni e nel volerle bene, vedendo in lei anche la sofferenza di Gesù Abbandonato, ho trovato la luce per dire quelle parole giuste che le hanno ridato fiducia e speranza. E’ sempre un’esperienza poter amare.
  • In questi giorni delle persone mi chiedono attenzione, ascolto anche quando ho altro da fare. È bello ricordarsi che è Gesù che bussa alla mia porta e ascolto, anche con attenzione e col cuore. Dopo questo passo avverto sempre serenità oltre che gratitudine da parte loro.

(vedi 1a parte)

(vedi 2a parte)

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