Era il nostro dovere

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Punti di vista n. 10

«Abbiamo fatto il nostro dovere». Questa la frase, e non di circostanza, che abbiamo sentito pronunciare da chi si è prodigato nelle operazioni di soccorso scattate subito dopo il terremoto dello scorso 24 agosto. Lo abbiamo letto da più parti, e non solo sulla stampa italiana: i volontari che hanno scavato, sottraendo alla morte 237 vite e restituendo alla pietà dei loro familiari e delle comunità le quasi 300 vittime del sisma, sono stati il volto confortante di questa tragedia, insieme a tutti quelli che si sono adoperati e si stanno adoperando per alleviare il dolore di chi ne è stato direttamente toccato. Senza esibizionismo, appunto, senza cercare pubblicità: semplicemente essendo lì, a fianco di persone sconosciute ma diventate prossime. Sentendo ripetere la frase citata all’inizio, davanti alle telecamere dei giornalisti, come di fronte ai rappresentanti delle istituzioni che ringraziavano i volontari a nome degli italiani, ci è venuto in mente quel passaggio del Vangelo dove Gesù suggeriva di imitare il comportamento dei propri sottoposti: «Dite: “Siamo servi inutili, abbiamo fatto quanto dovevamo fare”» (Lc 17, 10). Una lezione.

Rosalba Poli e Andrea Goller

Fonte: Rivista Città Nuova n.9 del 2016 pag. 47

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