Cosa possiamo fare per Amatrice?

Condividi

13 febbraio 2017 Tamara Pastorelli
FONTE: Città Nuova

Dopo il terremoto, la condivisione può avvenire da gesti semplici. Da una tombolata fatta assieme alla festa di Carnevale per i bambini. Ma anche da un pool di estetiste e barbieri che si mettono al servizio delle persone. Un percorso avviato tra Roma e il luogo simbolo del sisma che ha colpito il Centro Italia.

Parliamo ancora di terremoto, anzi, del mondo della solidarietà e della condivisione scatenata dal sisma. Qualche giorno dopo l’evento infausto che ha distrutto Amatrice, Maria, calabrese trapiantata a Roma, riceve una telefonata da Mauro, un suo caro amico di Bologna che le chiede: cosa possiamo fare per la gente di Amatrice?

C’è senso di impotenza in quella domanda ma anche il desiderio di rendersi utile, anzi di più, di farsi vicino – prossimo, si direbbe, usando un linguaggio evangelico – a quella gente che ha vissuto e sta vivendo il dramma disumano della perdita di persone care, affetti, beni, storia, un paese intero.Maria condivide appieno lo stato d’animo di Mauro e, insieme, decidono di diffondere la loro proposta tra amici, colleghi di lavoro e familiari.

Quella voglia di impegnarsi diventa presto contagiosa e coinvolge anche associazioni romane, calabresi e locali.Questo gruppo di “volontari” dalle mille provenienze, si rimbocca le maniche e, per prima cosa, organizza una festa, una tombolata, come nella migliore tradizione, per brindare al nuovo anno, insieme ai cittadini di Amatrice.

Racconta Maria: «Nel cuore di ciascuno c’era prima di tutto il desiderio di rendersi “vicini” alla gente di Amatrice. Certamente, anche di solidarietà ma, come poi ci ha scritto un ragazzo presente alla festa, di “un altro tipo di solidarietà, che ci ha donato risate, spensieratezza, un po’ di felicità e due ore di stacco dai soliti pensieri!”».

L’esperienza, a quel punto, non può rimanere isolata: la tombolata ha creato rapporti, amicizie, voglia di non perdersi di vista, desiderio di collaborare tra forestieri e paesani, perdendo la categoria del volontario che viene da fuori e acquistando quelle della condivisione e della reciprocità.

Così, il primo gruppo di volontari si allarga e attira anche altri, un lungo elenco di realtà associative e non: Genitori in forma, la Protezione Civile del Lazio, Giranimazione, i Perditempo, Flora Fotografia, Associazione Nuove vie per Un Mondo Unito, Movimento dei Focolari di Roma, CostituiAMO, la Pro Loco di Amatrice e l’Alba dei piccoli passi, un’associazione nata proprio ad Amatrice, come segno di speranza e di rinascita.

E così, il 12 febbraio, questa solidarietà intrisa di leggerezza ha portato ad Amatrice la bellezza, quella che cura il corpo.

Un team di parrucchieri del Gruppo W. I. P. di Roma insieme a Rinaldo, acconciatore di Amatrice, si sono prestati per tagliare i capelli di tutti. Racconta Rinaldo:«Io nel terremoto ho perso non solo il negozio ma anche mio padre, da cui avevo imparato il mestiere. Lui a settant’anni stava sempre in negozio, questo lo faccio per lui, per ricominciare».

Tra gli artefici della giornata c’è anche Arianna, estetista e fondatrice dell’associazione l’Alba dei piccoli passi: «Potermi rendere utile mettendo a frutto il mio mestiere, facendo star bene i miei compaesani, fa stare bene anche me!».

L’appuntamento era per le dieci al Centro di Comunità S. Agostino, che in poco tempo si è trasformato in un salone di bellezza. Sono stati donati più di trenta tagli e pieghe per signora, quindici per uomo e molti trattamenti mani e viso.

Il lavoro di questa armata di collaboratori della leggerezza continuerà con altri appuntamenti, di cui il primo il 18 febbraio, con la festa di carnevale dedicata ai più piccoli: «Abbiamo raccolto quasi 200 costumi di carnevale,» racconta Maria «coinvolgendo tanti amici da tutta l’Italia. Abbiamo cercato di assecondare le richieste e i sogni dei bambini di Amatrice che hanno scelto il proprio costume. E sabato prossimo faremo festa con loro, una festa preparata insieme a loro. Perché la solidarietà condivisa è più bella e ha un altro sapore!».

image_pdfimage_print
Condividi

Nessun commento

LASCIA UN COMMENTO