L’Arte di amare: la crisi diventa opportunità di cambiamento

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Viviamo in un tempo di crisi. Crisi in cui Papa Francesco legge “sfide e opportunità”. Di fatto non sono pochi i bagliori che gettano luce sul buio della paura e dello smarrimento diffuso che serpeggia nella società. Ma rischiano di non essere intercettati a causa di un’informazione sbilanciata sul negativo.

Ed è perciò che vogliamo dar spazio a quanto domenica scorsa ci hanno comunicato giovani e giovanissimi, al Centro regionale di formazione del Movimento dei Focolari della nostra città (a Bra in provincia di Cuneo) che non a caso porta il nome “Raggio di luce”. L’auditorium era gremito. Ricorreva il 9 anniversario della morte della fondatrice dei Focolari, Chiara Lubich, e si celebravano i 20 anni di vita del Centro. Sul palco sono proprio loro, giovani e giovanissimi che presentano, animano i canti, danno la loro testimonianza.

Crisi dei migranti? Tra le accuse, quella di rubare il lavoro agli italiani. Puó capitare che sia proprio un immigrato che procura un posto di lavoro e non di poco conto, ad un italiano. E’ quanto ha vissuto Gabriele di Ivrea. Era in cerca di lavoro e gli capita di incontrare un giovane amico bengalese arrivato anni fa in cerca di lavoro e che dopo tante difficoltà è riuscito a stabilirsi qui con la famiglia.

Venuto a sapere della sua ricerca infruttuosa, lo informa che il Console del Bangladesh sta cercando un italiano come assistente nello staff locale. Gabriele è ora segretario del Console, musulmano. Suo compito: far da ponte con le istituzioni italiane. L’amicizia si estende ai colleghi. Pranza con loro. Gli servono i pasti senza posate… C’è chi si premura di cercarle. “No no, voglio mangiare come voi…”. Colpisce  questa disponibilità… “Piccolissime cose che mi capitano ogni giorno.  Il mio impegno? Cercare di “entrare nell’altro” fare le cose concrete come l’altro le fa, entrare in una cultura completamente diversa”.

Crisi dei giovani? E’ la volta di Federica, sedicenne: “Chi,  volendo dare sempre il meglio di sé, non si è mai  trovato in difficoltà?  Volevamo trattare bene chi avevamo intorno, ma abbiamo risposto malamente, volevamo aiutare e invece siamo stati d’intralcio, volevamo dare ma è prevalso l’egoismo. Insieme ai  miei amici  abbiamo cercato uma soluzione”. Quale? Federica continua: “E’ più facile amare il prossimo sapendo che da qualche altra parte qualcuno sta cercando di fare lo stesso!”.

Nasce l’idea di stringere tra loro un “patto”.  Ognuno si  impegna ad essere costante. Funziona! Lo comunicano ad altri coetanei. Nasce l’idea di cercare qualche cosa che li aiutasse a ricordarsene ogni giorno: e cosi intrecciano braccialetti di spago bianco. Davvero un grande aiuto! Questa esperienza si diffonde. La comunicano dapprima  a tutti quelli che conoscono nella loro città, poi insieme si cimentano a scrivere un articolo. Lo pubblicano sul loro giornale: “Teen” che non solo è diffuso in tutta Italia, ma anche negli altri continenti!

Quale il segreto di queste esperienze? L’allenamento nel vivere l’arte forse piú difficile: l’arte di amare. Ne parla con grande incisivitá Chiara Lubich stessa, in una videoregistrazione.  “’Dio è amore’, esordisce: “vuole che noi siamo amare”. Come? Indica quattro punti.

1) “Amare come sé: l’altro sono io. L’altro ha fame? Io ho fame…. Se si ama con questo disinteresse l’altro non resta indifferente…”.

2) “Amare tutti. Quello che è bianco, nero, simpatico o meno… Tutti quelli che incontro durante il giorno”.

3) “Amare per primi senza aspettarsi niente dall’altro… E ancora: “Farsi uno con gli altri, farci l’altro, entrare nell’altro. Ne ho fatto esperienza:  sarà una rivoluzione!”.

Una rivoluzione che entra anche nelle istituzioni, nella política… In quella sala sono presenti anche  la sindaco Bruna Sibille, assessori e consiglieri comunali. Dal 2002 Chiara Lubich è cittadina onoraria. Bra è partecipe del progetto internazionale: Cittá per la fraternitá. Il “principio di fraternitá” è iscritto nello statuto stesso dell’amministrazione comunale.

Gesti di facciata? Le radici di questi sviluppi  risalgono agli anni ’70 quando un sacerdote inizia a vivere l’arte di amare, la spiritualitá di Chiara Lubich con un gruppo di ragazzi. Da adulti alcuni si troveranno a lavorare nell’amministrazione comunale. Ora altri ragazzi del Movimento sono impegnati a “colorare la cittá”, con mille iniziative di solidarietá, in collaborazione con le istituzioni…  ´”Si è tessuto cosi, a partire dai giovanissimi, il futuro ora presente: è in atto con numerose iniziative dalla scuola di pace, al parlamento dei ragazzi… Ma l’elenco sarebbe lungo.

Carla Cotignoli

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