Continuando a vivere per gli altri…

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Continuiamo a ricevere le vostre testimonianze da tutta Italia. Lo sforzo che si legge in tutte è quello che ciascuno fa la propria parte per amare concretamente nelle modalità più disparate che il cuore suggerisce.

Rita di Lecce scrive: «Sto vivendo questo periodo della Quaresima in modo diverso. Il desiderio dell’Eucarestia o della vicinanza con i fratelli mi fanno capire solo adesso che avevamo dei doni preziosi che ci sembravano scontati. Alcuni mesi fa il parroco mi aveva segnalato una persona che vive da sola e che, essendo in quel momento ammalata, aveva bisogno almeno di un pasto caldo al giorno. Sono andata nella sua modesta casetta e sono stata accolta con grande gioia, commozione e gratitudine. Ne è nata un’amicizia, ho ascoltato il racconto di una vita per niente facile. Adesso io non posso più uscire e per fortuna lui adesso non ha più bisogno, ma attraverso il telefono continuiamo a sentirci. Lui è felice, sempre mi ringrazia e mi augura tanta felicità. Io nel mio cuore ringrazio lui, perché sento di avere attraverso lui amato Gesù».

Molte esperienze raccontano di come ci si è messi a disposizione per aiutare gli altri, con lo stupore che c’è sempre in cambio una risposta d’amore:

«Quando all’inizio dell’epidemia arrivarono i primi inviti del Governo a non uscire da casa e a evitare contatti, ero stato invitato ad una festa di compleanno per far divertire i bambini con uno spettacolino di magia. Ho sentito che, pur con rammarico, avrei dovuto ubbidire a quella che per me rappresentava la volontà di Dio. Con dolore l’ho comunicato alla famiglia. Purtroppo ho saputo che pochi giorni dopo due persone presenti a quella festa sono risultate positive  al Covid 19  e che tutti i partecipanti alla festa sono stati messi in quarantena.  Fare la volontà di Dio è stata la scelta giusta». Spirito Oderda – Belvedere Langhe – CN

Alberto Miglietta ci racconta delle sue preoccupazioni per la lontananza delle figlie e della dolorosa scelta di rimanere nell’Italia del nord. Non mancano le occasioni per offrire a Dio tutto quello che avviene quotidianamente:

 «Ho due figlie di 21 e 19 anni che studiano a Milano e Padova. Molte persone sono scese al Sud  – dopo il decreto del Presidente del Consiglio dell’11 marzo che ha stabilito tutto il nostro paese “zona rossa” – , ma insieme alle mie figlie abbiamo sentito che fosse più giusto che rimanessero lì. È stata una scelta dolorosa. Noi genitori siamo tanto preoccupati, pensiamo a loro continuamente, ma ci dà gioia sentirle serene e ottimiste». 

«Con un messaggio rivolto a tutti gli amici della mia comunità mi ero reso disponibile per chi ne avesse bisogno di portar loro la spesa o le medicine. Ma le cose sono andate diversamente. Vengo a conoscenza che un condomino, col quale c’era stata occasione di incontrarci, è risultato positivo al Covid-19. Il medico mi consiglia di stare in quarantena. Ed ecco che sono gli amici a provvedere per le mie necessità, con grande affetto e generosità. È proprio vero che dando si riceve molto di più».

«In questo periodo dove tutti stiamo in casa nel rispetto delle regole e soprattutto per amore verso i fratelli, ho iniziato a chiamare tante persone che ritenevo fossero da sole o anche amici che non sentivo da tanto tempo. Ci scambiamo le notizie, riflettiamo insieme su ciò che di positivo ci sta facendo vivere questa esperienza, ad esempio la riscoperta della preghiera, della bellezza del rapporto con gli altri. Ogni telefonata si conclude con l’augurio di poterci presto riabbracciare».

Anche pregare insieme è diventato un momento prezioso per riscoprire il valore del nostro rapporto fra di noi e con l’Assoluto. Ci scrive Beatrice Gnudi di Bari:

«In questo momento difficile siamo a volte bloccati dalla paura. La mia vicina di casa è tanto spaventata, non apre a nessuno. La sento al telefono e le propongo di pregare insieme. Coinvolgiamo le altre vicine e pur restando ciascuna nel pianerottolo di casa ogni pomeriggio recitiamo insieme il rosario. Sentiamo che la preghiera ci fa vincere la paura, dandoci la certezza che la nostra dolcissima Madre Celeste intercederà per noi e farà cessare questo flagello, come ha fatto qui a Foggia tanti anni fa per il terremoto».

Non manca la fantasia a coloro che amano i fratelli! L’esperienza di una iniziativa di solidarietà e di svago ha coinvolto circa 40 persone che si sono ritrovate “virtualmente” per un momento di serenità e condivisione.

Mario Sturlese scrive: «Con la comunità di La Spezia abbiamo pensato di ritrovarci virtualmente per condividere anche un momento di svago. Così abbiamo pensato di organizzare una tombola virtuale attraverso una chat. Hanno partecipato 39 persone, vecchi e nuovi amici coinvolti nell’iniziativa. Ogni partecipante ha disegnato la propria cartella. È stata una grande gioia ritrovarsi insieme e un momento di svago. Qualcuno ha scritto: “Grazie per la bellissima idea!” – “E’ stato un bellissimo pomeriggio in compagnia di persone fantastiche”. Il ricavato sarà devoluto per la Siria. I premi e la provvidenza saranno ritirati appena possibile e sarà un giorno di festa».

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