In ricordo di Carlo Casini

(foto SIR/European Parliament)
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Il 23 Marzo 2020, al termine di una lunga malattia, si spegneva Carlo Casini, fondatore del Movimento per la Vita, tra i protagonisti del cattolicesimo italiano, magistrato, giurista, parlamentare, eurodeputato. L’avevano sempre supportato, come sempre durante la malattia, la moglie e i figli, tra i quali anche Marina, che ne ha raccolto il testimone nell’impegno alla guida del Movimento, del quale è presidente nazionale. A due anni dalla sua partenza per il cielo, ne vogliamo condividere il ricordo attraverso le parole della figlia Marina.

«È grande ricchezza il valore che ci muove: la vita umana che è Gloria di Dio! Il valore è vittorioso, ne sono sicuro. […] la lotta per il diritto alla vita non sarà vinta dai politici o dagli organizzatori o dai filosofi. Sarà vinta dai Santi. Perché se ciò che diciamo è vero, allora sulla vita dell’uomo la lotta è tra potenze che ci superano. Essa ha dimensioni trascendenti. Il nemico della gloria di Dio è nemico della vita umana. Come potremo vincerlo con forze umane? Ma come, allora, sperare di vincere se siamo  ̶  almeno io  ̶  così balbettanti sul piano spirituale? Ma stamani, durante la S. Messa […] ho sentito tutta la verità di un linguaggio tipico di un Movimento che a noi è stato sempre molto vicino, il Movimento dei Focolari: “Gesù in mezzo” essi dicono. Possiamo presentarci laicamente e cercare il dialogo con tutti accettando, fin dove è possibile, il linguaggio dei nostri interlocutori. Ma la nostra vera forza è e sarà solo quella che abbiamo sperimentato non astrattamente, ma con le vibrazioni della nostra carne, questa mattina».

Così concludeva mio padre, Carlo Casini, la relazione all’assemblea del Movimento per la Vita italiano il 13 maggio 1990.

Il suo impegno – sempre condiviso con la moglie, Maria, e i figli  ̶    senza soste, ad ampio raggio, sotto ogni aspetto, in Italia, in Europa, ma anche oltre Oceano, era radicato nella convinzione della centralità politica del diritto alla vita; era convinto che la forza è nella verità e non nei numeri; che è indispensabile benevolenza e misericordia verso tutti; che l’impegno per il riconoscimento del concepito come uno di noi non è di retrovia, in trincea, ma sul fronte dell’avanzata propositiva per costruire una nuova cultura della vita; che portare lo sguardo della società sull’uomo concepito rende vero il fondamento dei diritti umani spinti verso derive individualistiche; che il valore della vita è la prima pietra di un generale rinnovamento civile e morale e porta a compimento il moto storico dell’uguaglianza; che stare dalla parte dei più poveri dei poveri (così la Santa di Calcutta chiamava i bambini non nati) significa stare dalla parte di tutti gli ultimi della terra; che esiste una profonda alleanza tra la donna e la vita nascente e che l’amore verso la vita si manifesta in primo luogo con la solidarietà concreta verso le persone: è indispensabile anche la parola che salva e che moltiplica la solidarietà, ma, a sua volta, la parola è resa credibile dalla solidarietà concreta; che l’impegno per il diritto alla vita costruisce ponti per l’incontro e varchi per il dialogo; che il linguaggio e le azioni per la vita devono suscitare simpatia per la verità nella fiducia che il valore della vita è presente, nonostante ogni contraria apparenza, nella mente e nel cuore di tutti; che riconoscere il valore della vita dal concepimento alla morte naturale ricostruisce in termini corretti il concetto di laicità. Diceva: «Chi è contro l’aborto per amore dell’uomo non può non amare ogni uomo» e «Per vedere tutto l’uomo bisogna vedere solo l’uomo». No, non era “attivismo”. «Proprio il Vangelo di oggi – scriveva in una lettera – ci ricorda l’essenzialità della vita interiore: non è l’apparenza che conta ma il cuore che deve restare fisso in Gesù […] Prego il Signore di poter continuare a lottare per la vita fino all’ultimo istante che Egli vorrà concedermi di esistere sulla terra».  E in un’altra identificava «l’impegno “per la vita”» con l’impegno «per l’amore di Dio che si materializza in ogni nuovo essere umano che compare nell’esistenza, fino alla fine».

Nella relazione intitolata “Per Cristo e per ogni vita d’uomo” tenuta il 21 marzo 2014 al convegno promosso dalla Compagnia delle Sante Croci di Brescia sul tema “L’avete fatto a me: la sofferenza interpella l’amore”, si pone alle radici della sua missione civile: «In Cristo tutto l’Universo, in particolare tutta l’umanità, sono riassunti. La liturgia della Chiesa lo ripete: “tutto è stato fatto per mezzo di Lui e senza di Lui non è stato fatto niente di ciò che è stato fatto”. Cristo è al centro della creazione. Lo scopo di tutto è Cristo. L’uomo è […] l’opera d’arte di Dio e Dio ha voluto renderla così infinitamente grande da farsi lui stesso uomo finito e sofferente. Il senso della Croce è anche questo. […] Si capisce allora che ogni impegno per la vita è obiettivamente un impegno per Cristo, anche se gli argomenti e le azioni devono spesso non riferirsi a Lui in modo esplicito. Ma si capisce, allora, anche, che l’impegno perché la vita umana sia sempre riconosciuta e accolta si colloca ultimamente ad un livello superiore a ciò che è sperimentabile. Lo ha detto bene, ancora una volta Karol Wojtyla, al termine della sua Enciclica sulla vita. Dopo tanto ragionare alla fine, ricorda la scena drammatica rappresentata nel capitolo 12 dell’Apocalisse dove, di fronte ad una donna che geme nelle doglie del parto, sta un orribile mostro dalle molte teste e dalle molte corna in attesa di divorare il figlio appena venuto alla luce. Parlando della vita e delle aggressioni contro la vita […] si parla del bene e del male nella dimensione dell’assoluto: la vittoria della vita esige perciò anche “una grande preghiera”».

Ecco il senso, tutto il grande respiro, lo spessore, la profondità, lo slancio verso il futuro, l’ampio orizzonte della “battaglia” per la vita e la ricca eredità lasciata da Carlo Casini a tutti noi. È molto bello che il Movimento dei Focolari sia legato a questa storia.

 

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2 Commenti

  1. La sua presenza e’sempre viva in chi lo ha conosciuto e il ricordo sempre bello ed edificante volto ad imitarne l esempio..cosi’succede per le persone che lasciano esempi di santita’

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