Seconda tappa del cammino sinodale in Italia. Il contributo dei Focolari in Italia.
In genere, nel mondo della cinematografia e della televisione, si dice che il sequel non ha sempre la stessa freschezza, originalità, vitalità del primo episodio o della prima serie tv. Ma, ci sono, non rare eccezioni. In campo ecclesiastico, poi, la continua novità è alimentata, non tanto dalla ripetizione di un evento, ma dallo spirito che aleggia, dalla presenza di Gesù da Lui promessa «dove due o tre sono riuniti nel suo nome». È la «strada – che Dio sta indicando alla Chiesa è proprio quella di vivere più intensamente e più concretamente la comunione e il camminare insieme»: sono parole di Papa Francesco del 18 febbraio al convegno del Dicastero per i laici, la famiglia, la vita.
I temi stessi da affrontare nel secondo anno scaturiscono da quanto è emerso dalle conversazioni spirituali durante il primo anno: non sono studiati a tavolino da gerarchie ed esperti, ma nati «dalla consultazione – ha detto il cardinal Zuppi – del popolo di Dio». In Italia si sono formati circa 50.000 gruppi sinodali per una partecipazione complessiva di mezzo milione di persone, un campione molto significativo. E anche il popolo focolarino in Italia ha portato il suo contributo con centinaia di incontri e migliaia di persone sparse per le comunità del Belpaese.
I “cantieri” di Betania, i percorsi, gli assi portanti da affrontare sono stati adattati liberamente da ciascun territorio secondo quello spirito di famiglia che richiama Betania, la città di Gerusalemme dove abitavano gli amici di Gesù: Lazzaro, Marta e Maria, protagonisti di tante narrazioni del Vangelo.
A Torino, sul primo “cantiere della strada e del villaggio”, che indica i lavori in corso verso tutti coloro che formano la società, nessuno escluso, si sono evidenziati gli spazi reali di incontro nella vita quotidiana: condomini, famiglie, comunità parrocchiali, dove vivono persone di ogni estrazione culturale. Vale solo ciò che è concreto, uno sguardo di attenzione, l’ascolto, l’interesse per l’altro, un gesto di gentilezza più che tante parole, e le varie iniziative prese alla Cartiera, un’ex fabbrica della Circoscrizione IV della città, che è diventata uno spazio di fraternità tra generazioni, religioni, Paesi. Dal 2014 attività sportive, culturali, sociali, organizzazione di feste hanno gettato ponti soprattutto con i molti bambini musulmani e le loro mamme.
La strada, i negozi, i luoghi di ritrovo, gli ambienti di lavoro sono i luoghi privilegiati delle comunità dei Focolari dei Paesi etnei quali San Giovanni la Punta, Trecastagni, Nicolosi e tanti altri. Sono emersi tanti atti di ordinaria quotidianità che tessono una rete di relazioni e alzano il termometro di un clima sociale positivo senza neanche averne consapevolezza. Salutare con attenzione, dare una chiave di lettura positiva sugli eventi, ascoltare, essere disponibili, offrire una parola con amore, con il tono giusto anche se schietta, la gentilezza persino quando si guida, gettare acqua sul fuoco sugli inevitabili conflitti tra vicini di casa, costruisce relazioni, un bene immateriale non quantificabile che porta pace, superamento della solitudine, vicinanza nei momenti difficili, condivisioni delle criticità.
A Corato, in provincia di Bari, il “cantiere della strada e del villaggio” si edifica nei rapporti costruttivi con la chiesa Valdese, nell’impegno in progetti della Caritas, nel supporto a persone con problemi psichiatrici e immigrati in cerca di un clima di famiglia. Alcuni giovani della comunità si sono impegnati nel progetto Sognitudo 2030 della Fondazione Casillo, con l’intento di aumentare conoscenza e consapevolezza sui temi dello sviluppo sostenibile, far circolare informazioni, condividere buone pratiche e stimolare nuove idee. La città, i cittadini e il territorio sono i punti di partenza per un’analisi critica e consapevole per attivare processi di cambiamento.
Nel valorizzare le relazioni con altre associazioni una menzione speciale è indirizzata a Palermo dove Fratel Biagio Conte, recentemente scomparso, ha edificato una città nella città con la comunità Missione speranza e carità. Molti gli interventi personali e collettivi di collaborazione dei Focolari per sostenere una nuova socialità e far emergere una cultura della vita e dell’unità da contrapporre alla cultura della morte della criminalità. Un popolo nuovo che è emerso proprio nelle varie manifestazioni, nelle visite alla comunità e nei funerali di Fratel Biagio, dopo aver seminato il Vangelo sulla strada per trent’anni.
Testimoniare, partecipare, indirizzare sono i tre verbi chiave per le comunità di Torino per esplicitare il secondo “cantiere dell’ospitalità e della casa”. Annamaria lo ha messo in pratica aprendo le porte di casa al mare per tutta l’estate, da metà giugno e a metà settembre, a tantissimi amici. L’idea è semplice e vive di uno slogan: “Rinuncia al diritto di replica”. Parlando ci si conosce, vengono fuori le proprie idee, la propria visione del mondo, come affrontare i problemi, con un dialogo e confronto sereno su temi contrastanti.
Annamaria non ha rinunciato a dire la sua, ma ha compreso che è meglio aspettare il momento opportuno e il modo migliore di dire le cose. Senza saperlo ha messo in pratica i principi di Rumi, un grande poeta, maestro e mistico Sufi, originario di Iconio in Turchia e contemporaneo di San Francesco. Rumi affermava che occorre sempre dire la verità, ma cercando di capire quando è utile e farlo, in ogni caso, in modo gentile. A Palermo, invece, il modo di “essere famiglia” si è concretizzato sostenendo persone ammalate e sole, mettendo a disposizione il proprio tempo per le nuove coppie nel proprio condominio, accogliendo anche chi sbaglia e chi è in difficoltà relazionali.
Per progredire nel percorso del terzo cantiere su “servizio e formazione della sfera spirituale dell’uomo” a Reggio Calabria e in Trentino si è sottolineata l’importanza del Vangelo vissuto, del vivere da cristiani, condividendo le narrazioni delle esperienze vissute. Un talento tipico dei Focolari che crea comunione in maniera positiva e propositiva. Non tanto denunciando il male, ma evidenziando, anche se piccolo, il bene compiuto. In diverse comunità di Torino è stato evidenziata la forza che scaturisce dalla Messa mensile che genera comunione, crea condivisione, incoraggiamento e speranza. “L’esperienza sul sagrato” che segue, il semplice incontrarsi, parlarsi, raccontarsi gioie e dolori è un’occasione di far crescere l’esperienza di comunità semplicemente ascoltandosi.
Punto dolens e di rammarico per molti è il quarto cantiere “lavorare insieme alle nuove generazioni”. I contesti sono variegati, le motivazioni differenti, ma il rapporto con i giovani funziona solo quando è concreto, operativo e si lascia a loro l’iniziativa e l’organizzazione. In Trentino con il percorso Ecoplan, e la raccolta fondi per l’AMU in Burundi per l’emergenza idrica, in varie comunità d’Italia con Up2me e i suoi percorsi sull’affettività e sessualità, a Torino nelle azioni per i senza tetto. Si nota anche se i genitori sono in donazione, i figli fanno lo stesso perché l’esempio si comunica con la vista e non con l’udito. Con il fare e non con il parlare.
Emerge così, in modo trasversale, una nuova esperienza di chiesa, un popolo unito nella missione che come chiarisce Papa Francesco «non s’impara teoricamente, si capisce vivendolo. Poi si spiega, come si riesce, ma se non lo si vive non si saprà spiegarlo».
Aurelio Molè
Ai gruppi misti, cioè formati da uomini/donne, adulti/giovani ecc. . . . , che si sono ritrovati insieme in diverse città a partire da gennaio 2023, è stata consegnata una Scheda con alcune domande su cui confrontarsi (qui sotto allegata).
Spesso questi incontri sono avvenuti in collaborazione con altre associazioni e movimenti del territorio ed auspichiamo che sempre più aumenti questa collaborazione.